La moglie perfetta
Come dev’essere la moglie perfetta? Quale sarebbe la job description -quello che nel millennio precedente si chiamava mansionario- della moglie perfetta, se la si volesse definire? Una descrizione che fotografi perfettamente competenze, conoscenze, abilità della consorte da manuale. Ci avete mai pensato? Proviamo a definirla, questa job description.
Da una parte ci sarebbero le hard skills, come le chiamano gli esperti delle risorse umane. Ovvero le competenze tecniche specifiche per fare il lavoro di moglie. E io qui ci metterei un bel po’ di cose: dal riuscire a cucinare la cena in mezz’ora al fare un piatto con le quattro cose rimaste in frigo, dopo una settimana in cui non sei riuscita neanche a comprare il latte. Ci vuole creatività, rapidità di esecuzione, fiducia in sé stesse. Ci metterei poi la capacità di rendersi presentabile anche con poche ore di sonno e molte preoccupazioni.
Anche qua, di abilità ce ne vogliono molte: trafficare col pennello del fondotinta e imparare a coprire le occhiaie sono competenze tecniche complete. Anche gestire casa e lavatrici prevede competenze molto specifiche. Per esempio sapere come si rimuovono le macchie di ogni tipo e riuscire a usare gli elettrodomestici, senza le istruzioni. Insomma, moglie e donna di casa provetta non ci si improvvisa. Ci vuole tecnica. Il fronte delle competenze è ancora più ampio, quando ci spostiamo nelle soft skills.
Le soft skills, sempre secondo i guru delle risorse umane, sono le abilità comportamentali che non sono legate a tecniche o conoscenze teoriche. Per esempio: la capacità di ascolto, l’empatia, la abilità di lavorare sotto pressione e di gestire gli imprevisti. Ecco, in un concorso ideale sulla moglie perfetta, una ipotetica giuria dovrebbe misurarci sulle hard e sulle soft skills.
Il trionfo delle hard skills
Per fortuna, concorsi di questo tipo non esistono. Se anche esistessero, io, come molte mogli, non avrei alcun desiderio di partecipare. Nemmeno se ci fosse in palio qualcosa di strepitoso: tipo il calendario dell’avvento di Dior o una Le 37 di YSL. Guardandomi intorno però, ho notato che spesso siamo tratte in un grande equivoco.
Riteniamo che la nostra bravura come mogli, dipenda dal perfezionare esclusivamente le hard skills. Ho amiche che fanno dolci migliori delle pasticcerie. Altre che hanno armadi più ordinati di quelli di Marie Kondo prima della metamorfosi. (La metamorfosi che l’ha portata a diventare un po’ più simile a noialtre, dopo il terzo figlio, ovvero, quasi disordinata).
Conosco donne che stirano una camicia in meno di sette minuti. Ma è davvero solo qui che si gioca la partita? Davvero una brava moglie è una specie di Cenerentola Pro che lava, stira e ammira, nel silenzio del suo appartamento?
La moglie perfetta si vede nel momento del bisogno
Ho amiche molto nelle hard skills. Ma che cadono con un poderoso tonfo, quando si tratta di soft skills. È bene ricordarlo: una moglie non è solo una massaia. Per quanto sia utile e piacevole riuscire a gestire la quotidianità in modo efficiente (e non è sicuramente il mio caso), la moglie non è una impiegata domestica.
La sua vera vocazione non è rendere questo mondo un posto più pulito e ordinato (neanche il piccolo angolo di mondo che abita coi suoi cari), ma sviluppare una relazione emotiva, sentimentale e spirituale con l’uomo che ha sposato.
Troppo spesso, nella nostra ansia di fare tanto e bene, rischiamo di dimenticarci di quelle persone per cui ci sforziamo di fare. Dei loro sentimenti, dei loro desideri e delle loro necessità. Una moglie perfetta (o aspirante tale) non dimentica mai di essere parte di una cosa sola con suo marito. E che questo rapporto viene prima di ogni altro impegno o dovere.
La moglie perfetta non è necessariamente quella più brava a gestire sé stessa, la casa, le faccende varie, ma quella che ama il marito come la propria carne. Ed è sempre lì, nel momento del bisogno. Lei è la compagna, l’amore della vita del marito. Pronta ad accogliere, a confortare a incoraggiare l’uomo che ha di fianco, specie quando lui è messo a dura prova dalla vita. (Lo stesso vale per i mariti: conta di più sapere amare la moglie che riparare il rubinetto che gocciola).
Amare l’altro come vuole essere amato
La vera riuscita del mestiere di moglie sta nell’amare l’altro non come piace a noi, ma come lui ha bisogno di essere amato. Quindi non fare solo le cose che ci fanno sentire a posto, che riteniamo importanti, ma cercare di capire quali sono le necessità dell’uomo che amiamo. Usare con lui la capacità di ascolto, l’attitudine alla mediazione, l’abilità di infondere coraggio.
A volte è bene lasciare che qualche granello di polvere si accumuli in giro, se il consorte ha bisogno di essere accompagnato. O consigliato in qualcosa. Soprattutto, è importante far sentire la propria vicinanza al marito, in tutte quelle situazioni in cui è oggettivamente fragile. Per esempio, quando ha commesso un errore. La tentazione sarebbe quella di rimproverarlo. Specie se quell’errore, a nostro avviso, era prevedibile.
L’approccio della moglie perfetta
Una moglie perfetta (o almeno molto in gamba) questo non deve farlo mai. Meglio mostrare appoggio. Ciò non vuol dire che si approvi l’errore. Vuole dire semplicemente: d’accordo, abbiamo un problema e lo affronteremo insieme. Io sto dalla tua parte, in ogni caso. Perché non c’è nulla di più doloroso che trovarsi da soli, di fronte ai propri errori o a conseguenze che non si sanno affrontare.
Attorno ad eroi e vincitori, c’è sempre una gran folla. Vicino a chi sbaglia o è nei guai, ci sono solo le persone che lo amano davvero. Per essere una moglie perfetta (o anche solo una buona moglie) non serve essere una utente avanzata di ogni elettrodomestico possibile. Né serve essere una make up artist che non molla il colpo nemmeno alle sette del mattino della domenica. Oppure una Mary Poppins del nuovo millennio.
Serve invece qualcosa di più semplice e allo stesso tempo più complicato. La solidarietà che abbiamo promesso allo sposo, quel giorno di tanto tempo fa, quando abbiamo giurato di amarlo e onorarlo nella buona e nella cattiva sorte, ogni giorno della nostra vita.
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