Il nemico: maschio, bianco, etero e cattolico
Come se la passa il maschio, bianco, etero, cattolico? Non troppo bene e non da ora. Correva l’anno 2004, quando il Chicago Tribune pubblicò la storia di uno studente universitario americano: Timothy R. Mertes. Il giovane aveva denunciato una sua insegnante, responsabile di averlo discriminato perché bianco, etero e cristiano, durante una lezione del corso di inclusività. L’insegnante era stata riconosciuta colpevole, sebbene senza che questo determinasse alcuna azione disciplinare nei suoi confronti. La vicenda aveva sollevato qualche clamore. Se siete curiosi, la storia si trova qui: https://www.chicagotribune.com/news/ct-xpm-2004-09-26-0409260349-story.html
Il problema di una marginalizzazione del maschio, bianco, etero e cattolico (o comunque cristiano) è emerso spesso negli Stati Uniti. Se ne parla nei mezzi di comunicazione, nei talk show, in politica e nelle aule dei tribunali. E’ innegabile che, nel passato, questa categoria di uomini godesse di privilegi e occupasse posizioni apicali nella società. Tuttavia, di questi antichi privilegi e posizioni di potere, l’uomo di oggi, anche se bianco, etero e cattolico, non ha alcuna responsabilità.
E in Italia?
La colpevolizzazione del maschio bianco e la deriva del politicamente corretto, in America stimolano fortemente il dibattito pubblico. E in Italia? Da noi non se ne parla. O almeno, nessuno ne ha seriamente parlato fino ad ora. Il libro del generale Vannacci, auto-pubblicato qualche mese fa, ha scaldato un’estate già torrida, con varie provocazioni. Che si condividano o meno le tesi del libro, il suo successo mostra quanto certe critiche alla cultura contemporanea arrivino alla “pancia” di molti.
Da noi mancava però una riflessione seria, matura, profonda, sul tema nella cultura occidentale. A colmare questa lacuna arriva un libro pubblicato poco più di un mese fa. S’intitola: Maschio bianco etero & cattolico dello scrittore e giornalista Giuliano Guzzo. Ho intervistato Guzzo sui temi del suo libro. Proporrò presto i contenuti della nostra conversazione, che meritano più spazio. Oggi però vorrei dire qualcosa di più specifico sul libro.
Maschio bianco etero e cattolico: una provocazione?
L’autore dimostra come oggi il maschio bianco, etero e cattolico sia ritenuto responsabile di quasi tutto quello che non va nel mondo. Malgrado il titolo provocatorio, il libro di Guzzo sviluppa il tema in modo pacato e documentato. Non pensate però che il tono misurato e qualche punta di ironia attenuino l’incisività del libro. L’autore non risparmia critiche severe al fenomeno.
Questo maschio colpevole di ogni male, è davvero così prevaricante? Si tratta di un pregiudizio – spiega l’autore- facilmente smentibile con i numeri. Meno di un quinto della popolazione mondiale è bianca. Se da essa isoliamo maschi che soddisfino tutte le altre caratteristiche, resta un gruppo piuttosto circoscritto. La demografia neutralizza molte delle accuse di dominanza del maschio bianco etero.
Il male ha una sola faccia?
Il male ha una sola faccia? E se è così, è davvero solo quella del maschio bianco ed etero, sempre cattivo, razzista, ottuso e prevaricatore? Si tratta di una narrazione intellettualmente disonesta. La categoria dei maschi bianchi (eccetera), come ogni altra, contiene omogeneamente buoni e cattivi, ottusi e intelligenti, prepotenti e generosi.
Pensare il contrario, è una forma di razzismo. Eppure non viene percepita come tale. Nel discorso mainstream, la discriminazione è per lo più a senso unico. E’ di solito del bianco sulle altre razze, dell’uomo sulla donna, dell’eterosessuale sul gay. La possibilità che sia il maschio bianco eterosessuale (e magari cattolico) a essere oggetto di razzismo, è scarsamente contemplata e troppo poco presa sul serio.
La ricetta per il futuro
Se verso il maschio bianco etero e magari anche cattolico è in corso una guerra ideologica, qual è la soluzione? Guzzo crede che serva tenere aperta la discussione, la comunicazione, la denuncia. Solo parlando del fenomeno dell’aggressività preconcetta verso l’uomo (ogni uomo, purché maschio, bianco etero) si può evitare questa condanna senza appello. Magari riportare una visione oggettiva nei rapporti sociali.
Quanto all’essere cattolici, è bene scardinare la presunzione in base alla quale si tratti di un tratto negativo. Oggi, infatti, di fronte alla manifestazione dell’appartenenza al cattolicesimo, scatta l’aggravante per concorso esterno in: “associazione medievale”. Anche qui emerge un atteggiamento discriminatorio che non ha precedenti. Un libro da leggere, per avere una chiara comprensione del problema.
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