Novembre: buongiorno tristezza e malinconia!

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Perché odio novembre

Da sempre odio novembre. Shakespeare, in uno dei suoi più famosi sonetti, diceva: Aprile è il mese più crudele. Sarà, ma pure novembre non scherza. Forse non è crudele, però è terribilmente antipatico. Lo so, c’è chi ama l’autunno, coi suoi fogliami dai colori caldi. Una stagione con un inevitabile carico di coperte, piumoni, tisane calde.

Però non è il mio caso. Io l’autunno non riesco proprio a farmelo piacere. Non trovo nulla di bello, di piacevole, di consolante in questo periodo dell’anno. E, fra i mesi d’autunno, quello che mi è più odioso è proprio novembre. Mi sono spesso chiesta perché. Che mi ha fatto di male, novembre, per avercela così tanto con lui? Ottobre è ancora quasi estate. Un’estate in dolce, lento declino. Ci regala ancora belle giornate. Dicembre è il migliore. L’atmosfera natalizia mi mette di buon umore.

Il Natale è un periodo di gioia così grande, che mi riconcilia col freddo, con le giornate cortissime, con la lunga attesa dell’estate. Il Natale lo amo, ma novembre no. Novembre è proprio nel mezzo, al centro del guado, fra l’ultima coda dell’estate e l’inizio dell’inverno vero e proprio. Odio il grigiore noioso delle giornate novembrine.

Tutta colpa di novembre?

Mentre ottobre passa senza fatica e il periodo di Natale addirittura vola, novembre non passa mai. Come ogni periodo che non ti piace, novembre sembra lunghissimo. Davvero è colpa del tempo? È colpa di novembre? Dipende dalla stanchezza dell’anno che volge al termine? È per via delle poche ore di luce?

Sarebbe una bella tentazione pensarlo. Una scorciatoia comoda. Ma nessun adulto sano di mente può davvero pensare che sia colpa del calendario. Nel caso della mia avversione per novembre, il problema sono io. O meglio, quello stato d’animo malinconico che mi assale, ogni volta che ci avviciniamo a novembre.

La malinconia: un nemico insidioso

La malinconia è uno strano sentimento. Non è un dolore forte, che ti toglie il fiato. È più una fiacchezza lieve, costante. La sensazione che ci manchi qualcosa per essere felici. La malinconia può assalirci in qualunque momento (non solo a novembre) e consegnarci a questa incompiutezza. È uno stato d’animo molto insidioso. Ci indebolisce psicologicamente e spiritualmente. Non a caso, Siracide mette in guardia dalla malinconia:

Distrai la tua anima, consola il tuo cuore,
tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti,
da essa non si ricava nulla di buono.
Siracide 30:23

A cosa servono malinconia e tristezza?

Eppure, malinconia e tristezza possono rivelarsi utile. Sono segnali che il cuore dà alla mente, se c’è qualcosa che non va. Se ci sentiamo rattristati, invece di sopprimere questa sensazione, conviene fermarsi. Chiedersi il perché. Nel mio caso io so perfettamente perché il mese di novembre mi riempie di tristezza. Per me è periodo di bilanci. Che lo voglia o no, con l’avvicinarsi del Natale e dell’anno nuovo, inevitabilmente ripenso alla mia vita, per darmi dei buoni propositi. E da questa analisi, vengono fuori tutti i miei errori, le cose che ho fatto male, quelle che non ho fatto del tutto.

Novembre per me è la resa dei conti. Il setaccio attraverso il quale i piccoli e grandi fallimenti della vita rimangono incastrati. Mi inchioda alle mie responsabilità, in tutta la loro evidenza.

Ognuno ha il suo novembre. Per qualcuno non è una questione di data e la tristezza nasce da altro. Ciascuno di noi ha le sue fragilità.

Quindi la malinconia, la tristezza, sono emozioni che ci dicono qualcosa del nostro benessere (o malessere). Qualcosa su cui possiamo lavorare. San Paolo distingue due tipi di tristezza: la tristezza secondo Dio e quella del mondo.

Perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte. 2Cor 7:10

Il primo tipo di tristezza ci porta a pentirci, ad aggiustare il tiro. È fondamentale per non perdersi. La seconda, invece, che è ansia di piacere al mondo. Oggi diremmo: di essere integrati. Questa tristezza rischia di condurci in errore.

L’arma segreta anti malinconia: il Signore

Come si fa ad affrontare la tristezza e la malinconia, in modo utile per noi? L’arma segreta, come sempre è il Signore. Se si chiede aiuto, Dio ascolta sempre e ci è vicino.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
Salmo 34:18-19

Da Lui arriva una consolazione vera, duratura, che dà pace al cuore degli afflitti:

Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Mt 5:4

Conviene smettere di pensare di poter risolvere tutto da soli. Quando le nostre sole forze non sono sufficienti a vincere l’afflizione, possiamo rivolgerci a Dio. Lo consiglia la Bibbia:

Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d’animo! Deuteronomio 31:8

E il Vangelo conferma:

Gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 1 Pietro 5:7

Così nulla ci mette più in vera difficoltà. Nemmeno il mestissimo mese di novembre!

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