Come affrontare i giorni difficili?
I giorni difficili capitano a tutti. Come possiamo affrontarli? E soprattutto, essere credenti ci rende diversi, rispetto alle avversità della vita? Io l’ho sempre pensato, che essere cattolici fosse una grande fortuna. La fede è – come canterebbe Rovazzi – un’offerta piena di vantaggi.
Non tanto perché ai credenti siano risparmiate le sofferenze. Questo non sarebbe possibile, a meno di non concepire Dio come una sorta di genio della lampada. Una creatura magica al servizio dei nostri desideri. In grado di esaudire qualunque capriccio. Il nostro Dio, fortunatamente, non è un personaggio da fiaba o da cartone animato della Disney. Non vale evocarlo per risolvere mal di denti, problemi di lavoro, disavventure esistenziali.
Esiste però una certezza, nel nostro rapporto con Dio: che Egli ci ama e opera per il bene. Magari un bene non così immediatamente comprensibile, per noi che abbiamo una visione limitata delle cose. Però possiamo stare certi che il bene trionferà. Quindi qualunque male è temporaneo. Come dice San Paolo:
C’è Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare Ecclesiaste 3:4
Bisogna comprendere che la vita sia un susseguirsi di giorni difficili e altri felici. Nei momenti felici dobbiamo imparare a cogliere tutto il buono. E in quelli infelici, dobbiamo accettare la situazione.
La speranza nei giorni difficili
Allora, a cosa serve la fede? Oltre a meritarci la vita eterna di là, può essere d’aiuto anche nella vita di qua? Anche stavolta, San Paolo non ha dubbi:
Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio, e non soltanto questo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza e l’esperienza speranza. Rm, 5:1-4
La speranza è un grande antidoto alla tristezza, all’afflizione dei giorni difficili. Credere ci offre speranza. La speranza è quel meraviglioso salvagente che, quando siamo subissati dalla disperazione, ci tiene a galla.
La pazienza nei giorni difficili
Spiega San Paolo che la speranza non nasce dal nulla. È un frutto dell’afflizione. Un frutto positivo, che nutre la nostra anima e ci educa alla pazienza. La pazienza è l’arma segreta dei credenti, nei giorni difficili. A cosa ci serve? A sopportare il prossimo. Un prossimo tanto prossimo, a cui vogliamo bene. E anche un prossimo un po’ più lontano. Un prossimo mai visto prima. A cui non ci lega alcun affetto.
con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore Ef 4:2
La pazienza aiuta a sopportare con gioia le inevitabili spigolosità di chi ci circonda. Si tratta davvero di un ottimo consiglio: meglio imparare a sopportarli, visto che non possiamo farli fuori tutti (ovviamente è una battuta). È una impresa difficile, ma non impossibile. Il credente ha davanti agli occhi tanti ottimi esempi di pazienza:
Prendete, fratelli, come modello di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Giacomo 5:10-11
La pazienza non serve solo con gli uomini. È una componente fondamentale anche del nostro rapporto con Dio. I tempi di Dio non sono quelli dell’uomo. Tuttavia, se ci armiamo di pazienza, saremo ricompensati. E infatti, l’augurio che San Paolo fa ai credenti, è proprio quello di avere la pazienza necessaria ad attendere che la Sua parola si compia:
Così, avendo aspettato con pazienza, Abramo vide realizzarsi la promessa Eb 6:15
Il Signore diriga i vostri cuori all’amore di Dio e alla paziente attesa di Cristo. 2Tes 3:5
I credenti, inondati di gioia
I fedeli hanno di che essere lieti. Credere in Dio è una sorta di polizza assicurativa per i giorni difficili. La gioia più grande viene dalla promessa di salvezza:
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza Isaia 61,10
Gesù lo spiega nel Vangelo di Giovanni:
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Gv 15:6-11
La gioia piena è il premio per chi osserva i comandamenti di Dio e la Parola. Un premio meritato. Il credente è gioioso perché, grazie all’amore, è chiamato alla santità. Può ambire alla vita eterna. Ora, quale problema o dispiacere potrà davvero distoglierci dalla prospettiva della salvezza?
L’empatia
Inoltre, la gioia della fede ci permette di vivere in armonia con gli altri uomini. Così, il cristiano sviluppa quella qualità di cui oggi si parla spesso: l’empatia. Sembra quasi una novità moderna. Una cosa che ci siamo inventati noi. Invece esiste da sempre, ne parla persino San Paolo
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Rm 12:15
Non ci sono giorni difficili, che la fede non ci aiuti ad affrontare e a lasciarci alle spalle!
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