Guarda come brontolo!

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Chi si ricorda di Brontolo?

I due nani di Biancaneve di cui tutti ricordiamo il nome sono: Cucciolo e Brontolo. Il più piccolo e il più brontolone. Qualcuno ne citerà un altro paio (Mammolo e Pisolo?). I più dotti aggiungeranno Eolo. Pochissimi sapranno snocciolare l’elenco completo dei sette nani, senza sbagliarne né dimenticarne nessuno. A nessuno capiterà di dimenticare Brontolo. E sapete perché?

Perché le persone antipatiche e brontolone non piacciono a nessuno. E restano bene impresse. E noi? Nella vita di ogni giorno, quanto spesso somigliamo a Brontolo, il nano che aveva sempre da ridire su tutto?

Il Brontolo che è in noi

È vero, lamentarsi è umano. Almeno quanto errare. Tutti, prima o poi, abbiamo qualcosa su cui rimuginare. Qualcosa che non ci va giù. Questo però non fa di noi degli imitatori di Brontolo. Brontolo è un fuori classe. Il top di gamma. Il campione della categoria. Per diventare come lui, ci vuole impegno, costanza e la capacità di vedere sempre il lato negativo in ogni cosa. I veri Brontolo non si lamentano di tanto in tanto.

Né trovano da ridire solo su quello che oggettivamente non va. Ciò che distingue Brontolo da un uomo (o una donna) legittimamente infastidito, è la perseveranza con cui individua sempre nuovi motivi di lamentela. I Brontolo sono scontenti anche quanto tutto va bene.

Da dove arriva la tendenza alla lamentela

Viene da chiedersi: perché? Cosa scatta nella testa di un brontolone? Cosa lo porta a essere perennemente insoddisfatto, anche di fronte a situazioni del tutto normali? Queste persone hanno spesso la necessità di attirare l’attenzione di chi le circonda. Esagerare o inventare del tutto situazioni di disagio o di difficoltà, permette di ottenere interesse, affetto, conforto.

Ma solo a breve termine. Alla lunga, il gioco viene smascherato. E la persona lamentosa viene inevitabilmente evitata. Perché i perennemente scontenti sono estenuanti. E annoiano. Egocentrismo, una bassa autostima, vanità, contribuiscono a trasformarli in una specie di Brontolo.

Le lamentele nella Bibbia

La Bibbia descrive spesso episodi in cui gli uomini si lagnano. E generalmente non fanno mai una gran figura. Gli ebrei schiavi in Egitto si lamentano con Mosè, perché li ha portati con sé, attraverso il deserto, esponendoli a qualche privazione. Hanno di colpo dimenticato la lunga schiavitù e il desiderio di fuggire verso la terra promessa.

Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Esodo 16:2-3

Chi troppo si lagna

Dio dà prova della sua misericordia, ma neanche questo basta. I brontoloni continuano a essere scontenti, suscitando le ire del Signore, per la loro ingratitudine.

Ora il popolo cominciò a lamentarsi malamente agli orecchi del Signore. Li udì il Signore e il suo sdegno si accese e il fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò l’estremità dell’accampamento. Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore e il fuoco si spense. Quel luogo fu chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore era divampato in mezzo a loro. La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa da bramosia; anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire: «Chi ci potrà dare carne da mangiare? 

Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora la nostra vita inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna». Ora la manna era simile al seme del coriandolo e aveva l’aspetto della resina odorosa. Il popolo andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta all’olio. Quando di notte cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; lo sdegno del Signore divampò e la cosa dispiacque anche a Mosè. 
Numeri 11:1-10

Il cristiano non si lagna

La Bibbia non è tenera nemmeno con le donne brontolone. Categoria alla quale temo di appartenere. Questo perché le loro continue doglianze amareggiano chi sta loro intorno. Al punto che c’è chi preferisce la solitudine alla loro costante biliosità:

Meglio abitare in un deserto, che con una moglie litigiosa e irritabile. Proverbi 21:19.

E vale anche per i mariti!

L’insostenibile pesantezza delle lamentele

I Brontolo non piacciono, perché creano attorno a sé un’atmosfera pesante. Non fanno del bene nemmeno a sé stessi, perché non riescono a godere neanche delle cose belle. La tendenza alla lamentela non è vista di buon occhio nelle Sacre Scritture. Nemmeno quando è motivata. Giacomo invita a non lagnarsi, per non incorrere nel giudizio di Dio. Il modello che viene proposto al cristiano è quello di Giobbe. Un fedele che ha sopportato con pazienza le prove della vita. Una qualità che trova generosa ricompensa, agli occhi di Dio.

Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore. Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione. Giacomo 5:8-11

Come evitare di somigliare a Brontolo

Se non è bene che il cristiano sia perennemente insoddisfatto, come si fa a evitare di somigliare a Brontolo? Ce lo spiega San Paolo:

Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi a vicenda, se uno ha di che dolersi d’un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Col 3: 12-13

Sopportare ciò che non piace è possibile. Serve un esercizio di umiltà e compassione. L’esempio viene da Dio, che perdona gli uomini. Anche se avrebbe motivi di lamentarsene. Se il perdono sostituisce la critica, si può vivere in armonia. Anche di fronte a torti subiti.

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