Amore e fede: storie di sposi santi
In onore della celebrazione di Ognissanti, vorrei ricordare la vita di alcuni sposi santi. Sappiamo che è possibile farsi santi nel matrimonio e attraverso di esso. E lo so che molti, a questo punto, potrebbero fare battute sui santi mariti che diventano tali perché sopportano mogli rompiscatole. O le mogli che sono sante perché sopportano mariti caratteriali o un po’ troppo vivaci.
Eppure, ci sono sposi santi che solo diventati tali per la fede e le opere. Coppie che hanno condiviso un percorso di vita, onorando la vocazione matrimoniale, insieme a quella religiosa. Oggi, per Ognissanti, parlerò di cinque esempi di sposi santi.
La famiglia di Gesù: tris di sposi santi
I primi sposi santi che voglio ricordare appartengono alla famiglia di Gesù. Quasi ogni membro della sua famiglia a noi nota è santo.
I nonni di Gesù
I nonni di Gesù, genitori della vergine: Gioacchino e Anna sono sposi santi. nei Vangeli canonici, non vi è alcuna traccia di queste due figure così importanti nella storia della Salvezza. Se ne parla ampiamente nel Protovangelo di S. Giacomo, un vangelo apocrifo del II secolo.
Scopriamo che Anna e Gioacchino erano una coppia anziana senza figli. Lei era una israelita della tribù di Giuda, lui era invece un galileo. Gioacchino era molto ricco. Di solito offriva una parte dei suoi beni al popolo e un’altra parte in sacrificio al Signore. Proprio in occasione di un sacrificio al tempio di Gerusalemme, egli viene accusato di indegnità, per la mancanza di figli.
Anticamente la sterilità era un marchio infamante. Si riteneva fosse una mancanza della benedizione e del favore divino. Gioacchino è così sconvolto dall’avvenimento, che si ritira nel deserto a piangere. Prega e digiuna, per ottenere misericordia da Dio. Questa non si fa attendere: un angelo appare prima a Gioacchino e poi ad Anna. Alla donna annuncia che il suo grembo inaridito dalla vecchiaia darà alla luce la più dolce e santa delle creature. I due sposi santi avranno una bambina. La chiameranno Maria. Nome che significa: amata da Dio. Sant’Anna è la protettrice delle partorienti.
I genitori di Gesù
Maria e Giuseppe, genitori di Gesù, sono entrambi santi. La vergine, concepita senza peccato originale, è ricordata come mamma di Gesù e di ogni cristiano e mediatrice della grazia e della misericordia divina. È stata sposa di Giuseppe, che rappresenta un modello di marito saggio, protettivo, che crede in Dio. Il Vangelo parla molto poco di lui, della sua vita e della sua morte, che è già avvenuta probabilmente quando Gesù inizia la sua predicazione.
Il vangelo conferisce a Giuseppe l’appellativo di Giusto. Nel linguaggio biblico è detto “giusto” chi ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio. Giuseppe discende dalla casa di David, non è ricco. E’ un artigiano che lavora il legno. Quando Maria, durante il fidanzamento, rimane incinta, potrebbe ripudiarla. Tuttavia egli si fida dell’Angelo, che lo informa del grande prodigio che tocca la sua famiglia. La sua figura di uomo mite e generoso e di lavoratore, al punto che è patrono dei lavoratori.
Elisabetta e Zaccaria sposi santi
Della stessa famiglia fa parte un’altra coppia di sposi santi: santa Elisabetta e san Zaccaria. Lui è un sacerdote, profondamente devoto. La coppia non è stata allietata dalla nascita di figli. Fino a quando Elisabetta, ormai in età avanzata, rimane incinta di un figlio, quasi in contemporanea con la gravidanza della cugina Maria.
Un giorno, mentre si trova al tempio, Zaccaria riceve la visita dell’arcangelo Gabriele che gli preannuncia la gravidanza di sua moglie. Zaccaria, però, nonostante sia un uomo pio, chiede al messo di Dio una prova. L’arcangelo lo rende muto fino all’ottavo giorno dopo la nascita del figlio, quando il bambino dovrà essere circonciso. In quel giorno, la sua lingua si scioglie per confermare che questi si chiamerà Giovanni. Elisabetta e Zaccaria sono genitori di San Giovanni, che noi ricordiamo con l’appellativo di Battista, perché introdusse il battesimo con acqua. Egli e preparò la strada alla venuta e alla predicazione di Cristo. Una intera famiglia cara a Dio.
Gli sposi santi di stirpe reale
Nel passato, diversi re e regine si distinsero per la fede, al punto di essere annoverati nell’elenco dei santi. In alcuni casi, entrambi i coniugi sono stati canonizzati.
Sposi santi dell’impero germanico: Enrico e Cunegonda
Siamo alle soglie dell’anno mille. Enrico II sale al trono di Germania, dopo molte vicissitudini dinastiche, che hanno opposto il suo diritto al trono alle rivendicazioni di altri. Enrico è educato cristianamente. La fede della sua famiglia è molto grande. Il fratello Bruno diviene vescovo di Augsburg (Augusta). Una sorella si fa suora. L’altra, Gisella di Baviera, sposa un futuro santo, il re d’Ungheria Stefano.
Nel 1014, quando è già re di Germania e d’Italia il Papa Benedetto VIII, incorona Enrico II alla guida del Sacro Romano Impero.
È marito di Cunegonda, insieme condividono una profondissima fede. Cunegonda non può avere figli. In base al diritto germanico, Enrico potrebbe ripudiarla e contrarre nuove nozze. Invece decide di non farlo. Pur di rimanerle accanto, rinuncia alla possibilità di avere eredi diretti. I due saranno sposati fino alla morte di lui. Dopo, Cunegonda si ritirerà in un convento, dove trascorrerà gli ultimi quindici anni, facendo pratica di umiltà, penitenza e aiutando le sue consorelle più fragili e bisognose.
Stefano di Ungheria e Gisella di Baviera
Santo Stefano è un re molto importante nella storia d’Ungheria, fondatore della dinastia degli Arpadi. Una dinastia così importante, che in ungherese esiste un nome proprio maschile che li ricorda: Arpad. Stefano eredita una Ungheria ancora in parte pagana, fra la fine del 900 e l’inizio dell’anno mille. I magiari, il suo popolo, praticano ancora il nomadismo, adorano idoli e fanno sacrifici.
Stefano si impegna in un’opera di conversione del suo popolo. Fonda vescovadi, abbazie, comunità religiose. Sogna di creare una chiesa locale ben strutturata, indipendente dal Sacro romano impero. Sua moglie Gisella, sorella di Enrico II il Santo, condivide la sua fede e diventerà beata.
La moglie lo sostiene in ogni sua impresa. Alla morte del marito, Gisella si ritira nel monastero benedettino di Passau. Anche il loro figlio Emerico è venerato come Santo. Santo Stefano d’Ungheria è da molti considerato modello e patrono delle anime chiamate da Dio per missioni di colossale portata.
Avevo già parlato di santità qui: https://annaporchetti.it/2022/11/25/i-super-eroi/
Come tutto è iniziato: https://annaporchetti.it/2022/10/18/mi-faccio-un-blog/
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