Halloween della discordia
La prima volta che ho sentito parlare di Halloween, avevo tredici anni. Leggevo i fumetti di Charlie Brown. Si parlava della notte di Halloween, dell’orto di zucche sincere e del: “dolcetto o scherzetto”.
La mia generazione (come quella precedente) è sempre stata sensibile alle mode americane. Tuttavia, questa non aveva sollevato il mio interesse. Mi sembrava una usanza bislacca. Resa possibile dalla mancanza, in America, di tradizioni più antiche e radicate.
Bussare di porta in porta per chiedere caramelle mi sembrava terribilmente imbarazzante. Immaginavo i commenti dei vicini: “povera bambina, i genitori non le comprano le caramelle”. “Certo che se la bambina è costretta a chiedere i dolci agli estranei, è segno che in casa le mancano”. “Ma povera creatura, che infanzia difficile, che genitori severi”. Avevo quindi archiviato Halloween come un’americanata, improponibile alle nostre latitudini.
L’evoluzione di Halloween
Quando le mie figlie erano piccole, c’era ogni tanto chi proponeva qualche festicciola a tema Halloween. Soprattutto per la necessità di intrattenere i figli, senza quasi nulla da fare nei giorni della festività.
Però la celebrazione di Halloween ha preso piede solo negli ultimissimi anni. Bambini, adolescenti e anche adulti sembrano contagiati dalla febbre di Halloween. I negozi si riempiono di zucche, scheletri, pipistrelli di plastica e altre mostruosità assortite.
Come ho capito solo di recente, l’aspetto più inquietante di Halloween non è la zucca, né le incursioni di bambini alla ricerca di caramelle. Il problema è una sorta di rievocazione macabra dell’oltre tomba.
La storia di Halloween
Haloween è un’antica festa celtico-pagana, celebrata tra il 31 ottobre e il 1º novembre. E’ indicata anche come Capodanno celtico. Risale al VI secolo a.C. Durante la celebrazione, si riteneva venisssero eliminate le barriere che tenevano il mondo dei morti separato da quello dei vivi. I morti potevano tornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita.
Forse si facevano anche sacrifici rituali di animali e persino di uomini. Riti pagani che San Patrizio, nel V secolo, riuscì a eliminare. Successivamente Haloween è diventata anche una festività neopagana.
I partiti di Halloween
A questo punto, fra noi mamme/donne cattoliche, ci si divide in due partiti. Quelle che: Santo cielo no, Halloween è una festa pagana che invita al satanismo! E quelle scettiche: la solita inutile festa consumistica importata, buona solo a farci spendere una marea di soldi. Io penso che abbiano ragione entrambe.
Sì, festeggiare Halloween può avere radici sataniche. Sicuramente è una usanza derivata dal paganesimo. Però dubito che tutti i bambini e ragazzi si accostino alla carnevalata macabra di Halloween con questa intenzione. O anche solo con questa consapevolezza.
I più lo fanno per moda. Qui sono molto d’accordo con le mamme scettiche. Halloween ha un discreto giro d’affari, fra gadgettistica, costumi, feste a tema.
Oggi continuiamo a celebrare feste senza festeggiato: un Natale in cui non si parla di Sacra Famiglia, né di Gesù bambino. Una Pasqua popolata di uova, pulcini e conigli. Una ricorrenza dei Santi e dei morti senza Santi né morti, ma con scheletri e zombie.
Io capisco la curiosità dei bambini, anche macabra a tratti. Intrisa di mistero. D’altro canto, ogni celebrazione della morte ruota intorno a quella che è la domanda fondamentale dell’uomo, in ogni tempo. Cosa ci aspetta dopo la morte. Una domanda che è il senso stesso della nostra vita e alla quale il mondo contemporaneo oppone il vuoto assoluto.
Idoli e feticci
La cultura moderna si è impegnata a eliminare Dio da ogni manifestazione sociale. Non si fa il presepe nelle scuole. Non sia mai che appaia un crocifisso o una immagine sacra in qualunque luogo pubblico. Non si possono fare gli auguri di Natale. D’altro canto è pressocché impossibile, fra i cartoncini di auguri natalizi e gli addobbi vari di cui sono pieni i negozi, trovare altro che renne, abeti e omini pan di zucchero.
Il problema è che tutti questi idoli e feticci con cui tentano di sostituire Dio, non soddisfano l’uomo. L’uomo è alla ricerca di senso. Un senso che non solo racconti cosa ci accade dopo la morte, ma perché. Una fine che renda sensata anche tutta la vita prima della morte. Un rapporto di causa effetto fra il bene e la salvezza.
È questo che conforta veramente i nostri cuori. Questo rende la morte nostra e dei nostri cari un passaggio accettabile. Una attesa di un destino migliore. Invece la sovraesposizione al macabro, tipica di Halloween, ha tutte le caratteristiche della scaramanzia. E’ bisogno di esorcizzare la più grande paura umana: quella di scomparire senza un senso e senza possibilità di redenzione.
Halloween si o no?
Mi chiedono le amiche: tu che ne pensi? Possiamo mandare i figli a festeggiare, senza preoccuparci eccessivamente? O è meglio vietare? Premetto che non mi sono mai trovata in questa situazione. Quando le mie figlie erano piccole, Halloween non era ancora così pervasivo, ora che sono grandi, non gli interessa. Io comunque, non lo demonizzerei.
Se i figli sono piccoli, meglio sottrarsi a questi festeggiamenti. Piuttosto, si organizzi qualcosa in famiglia. Se sono adolescenti, al divieto preferirei la spiegazione. Spiegazione di cosa questa festa concretamente celebra. Del perché non ha nulla a che fare con la nostra fede nella vita eterna. Dopodiché, se il figlio o la figlia vuole partecipare lo stesso, io non lo vieterei.
Gli adolescenti sono tendenzialmente ribelli. Quello che si vieta, diventa spesso attraente ai loro occhi. Si rischia così di dare alla faccenda una luce più affascinante di quella che ha realmente. Ai ragazzi intelligenti, basterà partecipare, per capire velocemente l’insensatezza di questa festa. E scegliere di allontanarsene.
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