La biografia di Carlo Urbani

Vai al blog

I miei articoli:

Fede, scienza, carità: la vicenda umana di Carlo urbani

Il libro della settimana è la biografia del medico Carlo Urbani, curata dalla scrittrice e giornalista Lucia Bellaspiga. La ho intervistata, per ripercorrere insieme la storia dell’uomo e del dottore.

Lucia, chi era Carlo Urbani?

Per raccontarti chi sia stato Carlo Urbani, bisogna tornare indietro di vent’anni. Era il ventinove marzo del 2003. Mi trovavo in redazione [di Avvenire]. Comiciamo a ricevere dei comunicati stampa sulla morte di un italiano, che nessuno di noi conosceva. Ci è voluto del tempo per ricostruire chi fosse Carlo Urbani: un infettivolo italiano, così competente da essere consulente dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Carlo Urbani era stato inviato appositamente in Asia, per tenere sotto controllo quella zona così calda.

Abbiamo poi scoperto il contributo di Carlo Urbani all’umanità, con la sua scienza, ma soprattutto con la sua etica e la sua carità verso il prossimo. Una persona straordinaria, per competenza medica, empatia, spirito di sacrificio.

Come mai un nostro connazionale così talentuoso era pressocché sconosciuto in patria?

Non so. Nel 1999 Carlo Urbani era stato insignito del premio Nobel per la pace, per conto di Medici senza frontiere. In Italia non se n’è parlato. Carlo Urbani, d’altro canto, non ha mai cercato fama o riconoscimenti personali. Tutta la sua vita è stata spesa per il bene dei suoi pazienti.

Come ricorda un suo collega e amico Enzo Falcone, era un medico che non diceva mai di no. Non si è mai sottratto al suo dovere di prendersi cura dei malati. Non lo ha mai fatto quando era ancora in Italia, né in Asia. Per Carlo Urbani la professione medica era davvero una missione.

Lo guidava in questo una fede solidissima, granitica, ma anche matura, aperta, serena. Per lui non esisteva alcun contrasto fra la scienza della sua professione e la dimensione spirituale della sua fede.

Cosa ha portato Carlo Urbani fino in Asia, consulente dell’OMS e presidente di Medici senza Frontiere?

Carlo Urbani ha iniziato a lavorare come medico nella sua regione, le Marche. Lì è stato infettivologo e medico generico. Quando ancora viveva ad Ancona, ha accettato di curare trentotto giovani affetti da AIDS, negli anni novanta. La malattia all’epoca era poco conosciuta. Praticamente non c’erano trattamenti affidabili.

Per di più, in molti non volevano occuparsi dei malati, per la paura del contagio e per una forma di stigma sociale. Si riteneva che l’AIDS colpisse chi aveva avuto dei comportamenti criticabili. Carlo Urbani è stato l’unico ad assistere senza risparmio questi malati. Durante la redazione del libro, ho raccolto varie testimonianze su questi episodi.

In particolare, ho conosciuto Germano Santoni, uno dei ragazzi malati di AIDS, curati da Carlo Urbani. All’epoca del loro incontro, Germano era poco più che ventenne. A causa di un incidente stradale, aveva ricevuto degli emoderivati infetti, che gli avevano causato il contagio.

Germano ricorda ancora lo spirito caritatevole, il sostegno e la dedizione che ha trovato in Carlo Urbani. Dopo avergli diagnosticato l’AIDS, non lo ha mai abbandonato. Nemmeno dopo il trasferimento in Asia. È stato a lui che Germano si è rivolto, dopo un improvviso peggioramento delle sue condizioni. E Carlo Urbani lo ha soccorso, facendogli arrivare i farmaci antiretrovirali, allora sperimentali, che gli hanno salvato la vita.

Lucia, torniamo per un attimo alla missione di Carlo Urbani in asia

Sì, all’inizio degli anni 2000, Carlo Urbani si trova in Vietnam con la sua famiglia. Il 28 febbraio 2003, Johnny Chen, un uomo d’affari americano, che si trova in Asia, viene colpito da una polmonite atipica. È l’inizio di una epidemia terribile di una malattia respiratoria: la SARS, Severe acute respiratory syndrome.

Per tanto tempo questa infezione virale è stata comunemente definita “influenza aviaria”, perché probabilmente diffusa dai volatili, anche grazie a condizioni igieniche precarie. Sappiamo oggi che si tratta di un corona virus, come quello del Covid, ma estremamente più grave e mortale. Se si fosse diffuso maggiormente, avrebbe probabilmente causato stragi senza precedenti fra la popolazione. Invece, per fortuna, è rimasto localizzato in una regione e ha colpito solo qualche migliaio di persone.

Carlo Urbani è stato probabilmente il principale responsabile del contenimento dell’epidemia. Grazie a lui, moltissime persone si sono salvate.

Cos’ha fatto Carlo Urbani, durante l’epidemia?

Ha capito subito la gravità del problema. La moglie ricorda che Urbani si rifiuta di fuggire e abbandonare la situazione sanitaria, seppure drammatica. Dice che, da medico, il suo compito è curare ogni paziente e ogni malattia.

Ha avviato un tracciamento di tutte le persone con cui il primo paziente era venuto in contatto: ospiti e personale dell’hotel, passeggeri del suo volo eccetera. Urbani fa mettere in quarantena tutte le persone a rischio, chiude gli ospedali e avvia un protocollo che è tutt’ora considerato assolutamente valido, in casi di malattie infettive di questo tipo. Una lungimiranza e una perspicacia che forse, durante la pandemia covid, avrebbero aiutato.

Arriviamo all’epilogo della vicenda

Dopo essersi speso così tanto per isolare e contenere il contagio, Carlo Urbani si ammala lui stesso. Riconosce i sintomi mentre è in volo dal Vietnam alla Tailandia. Purtroppo muore, a causa dell’infezione. Il suo ultimo desiderio è ricevere i conforti religiosi. Col sacerdote che accorre al suo capezzale, ha un ultimo pensiero per i tre figli, ancora piccoli. Muore il 29 marzo del 2003, ad appena quarantasei anni.

Come mai hai deciso di scrivere la sua storia?

Si è trattato di una fascinazione che non mi ha più abbandonato. Ho scritto la sua prima biografia quasi vent’anni fa. Il libro è stato il primo a raccontare la sua vita. E’ stato tradotto in molte lingue. Da allora, non ho mai smesso di documentare la sua figura.

Ho parlato con la moglie e la madre, con gli amici della sua gioventù, coi pazienti che ha curato, coi colleghi. Per me era importante restituire un ritratto fedele del medico e dell’uomo, evitando di farne un santino. Lui non lo avrebbe gradito.

Questo nuovo libro ha visto la luce qualche mese fa. La madre di Carlo dice che, fra quelli dedicati a suo figlio, il mio è quello che più lo rappresenta. C’era altro che volevo raccontare di Carlo Urbani. Altri episodi della sua vita e ricordi di chi lo ha stimato e gli ha voluto bene. Lo presenterò Sabato 28 ottobre a Macerata!

La registrazione sarà sul sito del Centro Nuova Cultura di Macerata (https://youtube.com/@centronuovaculturamacerata4707…)      

Il libro si trova qui: https://amzn.to/3MdwhRZ

Come tutto è iniziato: https://annaporchetti.it/2022/10/18/mi-faccio-un-blog/

il libro si trova qui: https://amzn.to/3ZTHZqI