Cecilia Galatolo: moglie, mamma e scrittrice
Cecilia Galatolo, come vuoi presentarti?
Sono Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, sposata e madre di due bambini, con un terzo
in arrivo. Collaboro con l’editore Mimep Docete dal 2016. Sono autrice di vari libri, tra cui “Sei nato
originale non vivere da fotocopia” (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, mi occupo di
raccontare, attraverso dei romanzi o diari spirituali, le storie dei santi.
Ho scritto, però, anche saggi, come “Casti alla meta” e “Genitori sta a noi”. Dottoranda presso la Pontificia Università della Santa Croce sono anche ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media. Attualmente sono autrice e coordinatrice presso il magazine Punto Famiglia.
Con Punto Famiglia Editrice ho pubblicato un libro sull’affettività, “Amore, sesso, verginità. Le risposte (e le domande) che cerchi” pensato per gli adolescenti e un altro sulla dimensione della corporeità nella vita di coppia: “Voglio donarmi completamente a te”.
Cecilia, come abbiamo visto, tu sei autrice di ibri che hanno a che fare con la fede. Com’è nato questo percorso?
Questa vocazione, perché è così che vivo la scrittura oggi, è nata quando ero poco più che una
ragazzina. Ho sempre amato scrivere. Fin da adolescente, sapevo che avrei messo questa passione
al servizio degli altri. Volevo portare speranza in un mondo troppo buio e ripiegato su sé stesso.
Non avevo ancora chiaro, però, che la speranza avesse un nome: Gesù Cristo.
L’esperienza in famiglia
Sono nata in una famiglia di cattolici praticanti, ma al liceo ho messo in discussione tante cose insegnatemi dai genitori. Sicuramente tra queste la fede. Ero influenzata dai coetanei e dall’ambiente secolarizzato respirato tra i banchi di scuola. Credo sia stato grazie alle preghiere di mia madre se non ho mai perso del tutto la fede, se Dio oggi è il pilastro della mia vita.
A diciannove anni, infatti, con tanti dubbi e in piena crisi esistenziale, sono finita in modo del tutto
provvidenziale a Roma, dal piccolo paesino marchigiano di trecento abitanti in cui vivevo, a
studiare Comunicazione e Teologia in una università cattolica. Anche se mi ero quasi immatricolata
in un’altra facoltà, a Bologna, e avevo persino fermato la stanza dove andare ad abitare!.
La chiamata di Cecilia Galatolo
Ho sentito davvero una chiamata a lasciare tutto e partire per Roma, da sola, senza appoggi e
certezze. Ho detto a Dio: “Se alla fine scopro che non ci sei, avrò fatto di tutto per incontrarti e
vivrò in pace. Se invece ci sei e ti farai incontrare da me, farò di tutto perché altri ti conoscano”.
Beh, ha vinto Lui la scommessa. Ed ecco il motivo per cui, dopo essermi formata per cinque anni,
ho iniziato a scrivere libri e articoli con lo scopo principale di avvicinare anime al Signore.
Sulla base della esperienza di professionista e di credente di, che ne pensa Cecilia Galatolo del mondo della comunicazione/ editoria? Cosa manca, secondo te, e cosa invece è eccellente?
Cosa manca? I fondi. Credo sia il più grande problema dell’editoria, soprattutto dell’editoria
cattolica. Forse si investe ancora troppo poco nella comunicazione ecclesiale. Non si è capito fino in
fondo che la comunicazione è vita. Non basta avere un bel messaggio, occorre anche saperlo
dare.
Cosa è eccellente? Beh, c’è da dire che il mondo dell’editoria è talmente difficile che, chi riesce a
starci, lo fa davvero alla grande, solitamente. Questo, forse, è il punto di forza: è la passione – e non
certo i soldi – il vero motore di chi accetta, tra mille difficoltà, di restare in questo ambiente…
Web e cattolicesimo: i social e il web in generale, possono essere un valido strumento per fare pastorale? Quali i rischi e le opportunità?
Il web è una piazza, è un luogo, anche se virtuale e, come tutti i luoghi, è “abitato” da persone che
hanno sete di bellezza e di verità. Sono fermamente convinta che valga la pena portare anche lì
l’annuncio di Gesù, nelle modalità più appropriate.
I rischi maggiori? Farsi assorbire per troppo tempo oppure seguire le logiche dell’apparenza, che
imperano su questo mondo virtuale.
La regola d’oro: essere nel mondo, ma non del mondo; essere nei social, ma non dei social.
Oltre che autrice, sei anche mamma. Come affronta Cecilia Galatolo la conciliazione famiglia e lavoro?
Sinceramente, io non posso lamentarmi. Riconosco che queste mie due vocazioni non si
sovrappongono. Coesistono in modo armonico. Una cosa è certa: mi ha aiutato tantissimo avere
un marito che ha creduto in me, nella mia “missione”. Mi ha dato il tempo di seminare, quando
si raccoglieva ancora molto poco, sostenendo per un certo tempo tutta la famiglia economicamente.
Ci siamo sposati che io ero appena laureata, a ventiquattro anni. Lui, allora trentunenne, lavorava da
diversi anni. Sono rimasta incinta subito dopo le nozze. Nel frattempo, proprio durante la mia
prima gravidanza, ho scritto il libro che, con immensa sorpresa, sarebbe diventato un “bestseller”:
“Sei nato originale, non vivere da fotocopia” (Mimep Docete, 2017).
L’avventura della scrittura non ha privato Cecilia Galatolo delle gioie della maternità
Non si può certo dire, però, che allora scrivere fosse un lavoro… Lo è diventato poi, passo dopo passo, semino dopo semino. E se ho avuto il tempo di seminare, senza rinunciare alla maternità, lo devo davvero a mio marito, che non mi ha fatto alcuna fretta. Al tempo stesso, si è buttato con me nell’impresa di mettere al mondo dei bambini, seppur con un solo stipendio a disposizione.
Siamo stati un po’ incoscienti? Forse. Hanno aiutato dei risparmi e la fiducia nella Provvidenza. Però, dopo quasi otto anni, posso dire che rifaremmo tutto nello stesso modo.
Vorrei dire poi che è stato bello diventare mamma molto presto, con tante energie, dedicarmi ai figli
come priorità e poi far ruotare intorno a loro – e non viceversa – il mio lavoro. [Una frase che Cecilia Galatolo ha postato sul suo profilo Instagram la dice lunga: la maternità non ti toglie nulla]
Oggi sono una libera professionista. Ora sì che ho tanto lavoro… ma non ho vincoli di orario, questa è la mia risorsa più grande. Un’ultima cosa, sono dottoranda e in attesa del mio terzo figlio. Dovrei discutere la tesi dottorale più o meno in concomitanza con il parto. Riparleremo di equilibri famigliari tra qualche
mese…
Molti dei libri che hai scritto sono per i ragazzi o sui ragazzi. Cosa ti affascina, nel dialogo con i giovanissimi?
I giovani hanno una carica esplosiva, hanno un potenziale di bene preziosissimo. Mi piacciono
perché sono meno avvezzi ai compromessi di noi adulti. Prima che il mondo li rovini, sono
integri. A loro rivolgo il mio messaggio perché credo che possano ribaltare il mondo. E poi perché
soffro al vedere troppi di loro che non sanno la verità su sé stessi, che credono di valere poco…
Si buttano via, forse perché come il lavoratore della vigna della parabola “nessuno li ha chiamati a
giornata”, nessuno ha fatto capire quanto valgono e quanto possono offrire. Mi piacerebbe che,
anche attraverso i miei libri, sapessero che c’è un’umanità sofferente che ha bisogno delle loro
energie.
Chi è il lettore/lettrice tipo dei libri di Cecilia Galatolo? Che cosa cerca nella lettura?
Il mio lettore tipo è in ricerca di senso e assetato di speranza. Io voglio comunicare che “felicità non
significa appagamento”: la felicità si trova quando si esce da sé stessi, non quando ci si rinchiude
nei propri bisogni o problemi. Nel 2021 è uscito un mio romanzo, “Amando scoprirai la tua strada”,
ispirato alla vita della beata Sandra Sabattini. Sandra fa riflettere molto sul fatto che l’antidoto
contro l’infelicità è imparare a guardare gli altri come fini, non come mezzi.
Questo il messaggio che compare un po’ su tutti i miei libri. Vuoi essere felice? Dona la tua vita!
Nei tuoi libri parli di alcuni beati contemporanei: Carlo Acutis, Gianna Beretta Molla. Hai dedicato un libro anche alla Giovane Marianna Boccolini. In che misura queste testimonianze
hanno influito su di te?
Dico sempre che scrivendo sui santi la prima a ricevere sono io. Quando mi documento sulle loro
vite, quando metto nero su bianco ciò che hanno vissuto e insegnato, la prima ad arricchirmi sono
io. Ogni volta che mi immergo nella vita di un nuovo testimone di fede è come fare un ritiro spirituale.
Quanto è importante la testimonianza? Tantissimo!
Abbiamo bisogno di ascoltare storie in cui il bene prevale, in cui la morte è sconfitta dalla resurrezione. Le vite dei santi ci fanno dire: “Se questa persona ce l’ha fatta a vivere così, posso farcela anche io! Voglio capire meglio il suo segreto…”
Tu sei autrice anche di romanzi. In mezzo a tanti libri che dipingono rapporti tossici, famiglie disfunzionali, emozioni forti, perversioni di varia natura, c’è ancora spazio per una narrativa che parli di sentimenti sani, di purezza, di amore limpido?
Dai feedback che ricevo noto come i giovani abbiano sete di relazioni belle. Una ragazza mi ha
detto che dopo aver letto il mio primo romanzo “Non lo sapevo ma ti stavo aspettando” ha lasciato
il suo ragazzo. Si è accorta che “non era amore”. Lei voleva un amore vero, come quello dei
protagonisti.
Un’altra mi ha detto di aver messo in discussione il rapporto con il fidanzato, dopo averlo letto. Ora, seguiti da un padre spirituale, hanno fatto tanti passi in avanti, sono cresciuti. Hanno superato delle dinamiche disfunzionali.
Un ragazzo, grande, grosso, muscoloso di circa vent’anni ha ammesso di essersi commosso leggendo e di aver desiderato una storia come quella di Gianmarco e Cristina.
Racconto questo per dire che, quando i giovani sono messi davanti alla bellezza, la riconoscono e la desiderano. Quindi… mostriamogliela!
Parliamo dei progetti futuri di Cecilia Galatolo?
Stanno per uscire tre miei libri: uno sul lutto vissuto nell’amicizia con il Signore, un altro che è una
raccolta di testimonianze sulla vita di quattro giovani testimoni di fede e un romanzo sulla vita
matrimoniale, in cui – sulla scia de “Le lettere di Berlicche” – due apprendisti diavoli devono
distruggere un matrimonio.
Il testo non vuol terrorizzare nessuno, è molto ironico, ma si vuole far riflettere il lettore sulle insidie del male e sulla potenza del sacramento del matrimonio.
Poi… beh… ho un dottorato da concludere a Roma (a tre ore da casa mia!) e un nuovo figlio/a
(ancora non lo sappiamo) da accogliere in primavera. Che Dio ce la mandi buona!
Alcuni dei suoi libri, disponibili su Amazon:
Come tutto è iniziato: https://annaporchetti.it/2022/10/18/mi-faccio-un-blog/
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