Una promozione per il mio angelo custode
Il 2 ottobre la Chiesa festeggia l’angelo custode. Io sono persuasa che il mio angelo custode abbia diritto a una promozione. Deve poter salire qualche gradino nella gerarchi angelica. Diventare qualcosa come: senior angelo custode. O vice president angelo custoding. Un job title del genere. Qualcosa di altisonante. O, al limite, dovrebbe percepire una indennità. Ricevere una gratifica, un premio produzione. Perché, sapete, lui se lo merita proprio.
In occasione della sua festa, avevo deciso di starmene tranquilla. In modo che lui potesse farsi un pisolino dopo pranzo, una birra in compagnia. O che potesse uscire per una pizza con gli amici. Ma io ho uno straordinario talento, per mettermi nei guai. E’ una delle cose che mi riesce meglio.
L’angelo custode mi protegge anche da me stessa
A ora di pranzo, approfittando di un piccolo intervallo nelle mille mila videochiamate di lavoro, di cui è costellata la mia giornata, sono fuggita vita. Mi sono infilata nel supermercato sotto casa. Dovevo comprare giusto due cose. Il pane e il latte. Giusto due.
Però anche la salsa. E un pacco di uova, il bene rifugio di casa mia. E poi i legumi in scatola, ma solo perché c’era l’offerta. Ah, e poi lo zucchero. Perché forse sta per finire. O forse no. Ché tanto, mica scade lo zucchero. Al massimo si usa un po’ più avanti. E la carta cucina. E magari lo shampoo. Quello sta finendo davvero. Ne sono praticamente sicura. Io sempre così. Divago. E’ la mia cifra esistenziale. Ma tanto lo sapete.
Insomma, sono uscita dal supermercato trafelatissima e carica come un mulo. Attraverso la strada sulle strisce e una macchina a momenti mi travolge.
Ecco, stavo per rivolgere all’incauto guidatore qualche appellativo non troppo caritatevole. Fortuna che mi ha bloccato lui, l’angelo custode. Anche perché imprecare -tecnicamente – è sbagliato. Anche nei confronti di guidatori che se lo meriterebbero proprio.
Una scuola di pazienza
Io credo che un bel po’ della pazienza che mi manca, me la infonda lui, il mio angelo custode. Perché, è bene che si sappia, io non sono affatto una creatura angelica. Ci sono giorni in cui sbroccherei alle sette del mattino. Prima ancora di aver preso il primo caffè. In certi momenti, se il mio sguardo riflettesse il mio stato d’animo, avrebbe il potere distruttivo dei raggi perforanti di Goldrake. Talvolta il mio umore è total black, come la maggior parte dei miei vestiti. Fare la moglie-mamma-donna-di-casa-figlia-lavoratrice non è una passeggiata, se hai giornate di sole ventiquattro ore. Cinque o sei delle quali devi anche sprecarle dormendo.
Essere tesa e nervosa e talvolta genuinamente arrabbiata mi capita spesso. E’ solo grazie a lui, se riesco a darmi una regolata e non staccare a morsi la giugulare di chi mi fa arrabbiare. Io me lo immagino così, il mio angelo custode, con la felpa nera col cappuccio, i jeans scuri oversize e l’accento di Zerocalcare. L’aria flemmatica e ironica, mentre mi dice: “a sorelli’ te devi calma’. Soridi, che tanto mica li poi ammazza’ tutti”. Ecco, io ci credo che ciascuno di noi ha un rapporto personale con l’angelo custode a cui è stato affidato. E il mio deve essere ironico. Per forza.
L’angelo custode mi conforta sempre
Le grandi imprese del mio angelo custode sarebbero ancora moltissime. Con me, il lavoro non gli manca. E che lavoro! Credo di essere una grossa fonte di inquietudine per il mio angelo custode. Sempre pronto a tirarmi per la giacca, a spostarmi all’ultimo momento, a farmi cambiare strada appena in tempo. Non gli rendo la vita facile. Gli faccio fare gli straordinari. Se lui è sconfortato di dover lavorare con me, io, in compenso sono fortemente confortata dalla sua presenza. L’ho sentito vicino nei più grandi momenti di smarrimento. Proprio quando non potevo contare su nessun altro. Eppure lui era lì.
A lui affido anche le mie richieste per il Grande Capo. Di sicuro, se ci mette una buona parola lui, siamo a cavallo. Credo che tanta gente si sentirebbe meno sola, se cominciasse a rivolgere i suoi pensieri all’angelo custode. E’ molto meglio che un amico. L’angelo ti ascolta sempre. Ti protegge. Persino da te stesso. Ha a cuore il tuo bene, non certo il suo. E, a differenza di alcuni amici non ti chiede libri in prestito, che non ti restituirà. Né ti confida le sue pene d’amore, obbligandoti a dargli sempre ragione. E poi, qualunque segreto con lui è al sicuro.
Un influencer personale
L’angelo custode è una sorta di body guard personale. Ci guarda le spalle. Ci preserva dai pericoli materiali e morali. Quando sono indecisa o devo fare qualche scelta delicata, mi rivolgo a lui, perché mi ispiri sul da farsi. Infatti, gli angeli sono degli influencer. Non hanno un profilo social e non fanno pubblicità, ma hanno uno straordinario potere di esercitare una influenza positiva su di noi.
Nel senso che hanno la capacità di aiutarci a discernere il bene dal male. Attitudine essenziale alla vita del cristiano. Anzi, alla vita di ogni essere umano. Questo non toglie nulla al nostro libero arbitrio. Possiamo sempre sbagliare, se vogliamo. Se proprio ci teniamo. Se invece no, lui è lì, appena ne abbiamo bisogno. Lo diceva anche Don Bosco:
“Se vi trovate in qualche pericolo di anima o di corpo, invocate il vostro angelo custode, e state certi che ne avrete aiuto”. Per questo, per una volta all’anno, voglio ringraziarlo per tutto quello che fa. caro amico, io avrei voluto lasciarti il pomeriggio libero. Ma tu sai meglio di me che non è possibile. Grazie per esserci sempre.
Avevo parlato dell’angelo: https://annaporchetti.it/2023/01/02/il-mio-angelo-beve/
E qui: https://annaporchetti.it/2023/02/08/lo-smart-working-e-il-purgatorio/
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