L’avarizia: un soggetto letterario
Proseguendo nella carrellata sui vizi capitali, è il momento di parlare di avarizia. Si tratta di un vizio antico. E’ da sempre oggetto di satira. Le atellane, le commedie popolari del teatro romano antico, avevano, fra i personaggi abituali, il Pappus. Si trattava della figura di un anziano gretto e avaro. Sull’avarizia e le manie degli avari, si è spesso concentrato l’umorismo di moltissimi autori.
Vi ricordate l’avaro di Moliere? E il signor Scrooge, dei Canti di Natale di Dickens? L’uomo a cui viene data la possibilità di pentirsi della sua tirchieria ossessiva in punto di morte. La letteratura è piena di memorabili figure di spilorci.
L’avarizia al cinema e nei fumetti
Anche le arti più moderne non resistono alla tentazione di parlare di avarizia. Tutti ricordiamo zio Paperone e il suo immenso deposito di monete d’oro. Un grande edificio, provvisto anche di trampolino per tuffarsi nel denaro. Pur essendo smisuratamente ricco, zio Paperone era poco incline e prestare denaro al nipote squattrinato Paperino. Paperino doveva inventare sempre nuovi strattagemmi per convincerlo a dargli qualche soldo. Spesso Paperone chiedeva in cambio interessi pazzeschi. I loro botta e risposta erano divertentissimi.
Chi ama il cinema avrà apprezzato un grande classico. Totò ha interpretato un indimenticabile avaro nel film: “47 morto che parla”. Un film del 1950, in cui un uomo molto tirchio affronta varie peripezie e inganni, fino a che il suo denaro viene utilizzato, suo malgrado, per opere buone. Le molte caricature non cancellano il fatto che l’avarizia sia un grave peccato. Di cosa esattamente di tratta?
Identikit di un avaro
L’avarizia è una disposizione d’animo. Non ha necessariamente a che fare con cosa o quanto si possieda. La caratteristica dell’avaro è che teme di non avere abbastanza per sé. Soffre all’idea di dover donare o dividere i suoi beni con gli altri. Si separa a malincuore dai suoi averi. A volte adotta comportamenti maniacali, per evitare di spendere denaro. Spesso è ossessionato dalla paura di essere derubato.
Il significato dell’avarizia
Il vizio dell’avarizia non dipende dall’essere ricchi. Non c’è nulla di peccaminoso nel possedere dei beni. Non si tratta nemmeno di condannare l’oculatezza. Spendere in modo saggio e attento è una virtù, non un vizio. L’avarizia subentra quando l’uomo instaura un rapporto morboso con le proprie ricchezze.
Per il tirchio, il denaro (o qualunque oggetto di valore) non è un mezzo per acquistare ciò che serve o fare qualcosa di utile. Il denaro per l’avaro è un fine. Diventa un idolo che sostituisce Dio e il prossimo. Il denaro viene venerato. Gli si tributa un amore senza misura.
Non a caso, il vangelo di Matteo ammonisce:
Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona. (Mt 6:24)
Mammona è una parola biblica, di origine siriaca, che indica la ricchezza terrena esaltata e quasi divinizzata.
Nel Vangelo di Luca, è Gesù stesso che mette in guardia dall’avarizia:
E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». (Lc 12:15)
Per i padri della Chiesa, l’avarizia ha tre sfumature. L’attaccamento ai beni materiali, che è ciò che tutti riconosciamo come avarizia. C’è poi il bisogno di accaparrarsi sempre nuovi beni, che sfocia nell’avidità e nel possesso ossessivo. Quest’ultimo è contrario alla generosità. Non tutti gli avari esprimono queste tre sfumature con la stessa intensità.
Come riconoscere un avaro
Difficilmente chi è avaro riesce a nascondere la sua natura. I suoi comportamenti di solito emergono subito nella vita di relazione. Ecco alcuni indizi.
L’avaro ha una percezione non oggettiva dei prezzi
Spesso chi soffre di avarizia si lamenta del prezzo di ogni cosa. Tutto gli sembra troppo caro, anche quando non lo è. Protesta regolarmente per il costo della vita, eppure, non sembra in difficoltà economiche. Spesso l’avaro si priva di ciò che potrebbe tranquillamente concedersi, per questa percezione deformata della realtà.
L’avaro è noto per essere uno scroccone
Avete presente quelli che dimenticano spesso il portafogli? O coloro che amano farsi offrire il caffè, e non ricambiano mai? Una caratteristica che rende alcuni avari antipatici è che approfittano della generosità altrui.
L’avarizia rende sospettosi
L’avarizia rende malmostosi. Gli avari in molti casi sono diffidenti, ingrati, scostanti. Hanno paura che la gente li avvicini per interesse. Che voglia approfittare della confidenza e dell’amicizia, per spillare loro quattrini. Spesso vivono vite solitarie, con pochissimi amici. In genere queste persone non amano la vita di relazione.
L’avarizia rende poco generosi
Chi soffre di avarizia fa fatica a compiere persino gesti semplici di generosità. I tirchi non danno volentieri in prestito nulla, nemmeno cose di poco o nessun valore. Spesso si presentano a mani vuote, quando sarebbe ragionevole portare anche solo un piccolo dono. Non fanno mai regali di Natale, fingono di dimenticare compleanni o anniversari. Se ci sono collette per qualunque buona causa, si defilano sempre.
Gli avari sono accumulatori
Le case degli avari sono spesso strapiene di oggetti da cui non si separerebbero mai. Procurarsi denaro o altri averi è per loro un motivo di soddisfazione. Indipendentemente dall’averne realmente necessità. Spesso l’avarizia crea la tentazione di dedicare la propria vita all’accaparramento. In questa attività riversano tutte le energie, privandosi di svago, rapporti umani, divertimento.
Gli avari parlano sempre di soldi
Con l’avaro è difficile avere interessanti conversazioni. Molte di queste persone parlano continuamente di soldi. Descrivono quello che hanno comprato e quanto che hanno speso. Chiedono agli altri quanto abbiano pagato per questo o quell’altro. Paragonano i loro acquisti con quelli altrui. Sembrano più interessati al prezzo che all’utilità delle cose. Amano fare i conti in tasca al prossimo e spesso giudicano le abitudini altrui come troppo dispendiose. Sono ossessionati spesso dall’idea di dover fare buoni affari.
L’avarizia materiale spesso corrisponde a una avarizia affettiva e questo è il motivo per cui spesso si ritrovano soli. O addirittura si attirano l’antipatia di chi li circonda.
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