Intervista a Paolo Pugni e Franca Malagò
Volevo chiamare questa intervista: “a Pugni nudi”. Non so se sia una buona idea. Non ci ho ancora riflettuto abbastanza. Avere un blog ha pro e contro. Fra gli svantaggi, metto al primo posto il blocco della blogger. Quella cosa per cui fissi la pagina bianca sullo schermo del computer e non ti viene in mente niente. Non dico niente di intelligente, spiritoso o spirituale. No, niente di niente. Nemmeno una banalissima frase, che sarebbe comunque qualcosa. Però sono quasi le due di notte e il giorno già iniziato è lavorativo. La sveglia è puntata sulle sei e mezza. Ecco, in quei momenti, il mio pensiero principale è: ma chi me lo ha fatto fare?
Poi però, ci sono anche i momenti belli. Molto belli. Tipo quando hai la possibilità, nella tua veste ufficiale di blogger, di intervistare una coppia mitica: Paolo Pugni e Franca Malagò. E puoi chiedere loro i segreti di una unione così solida, così bella, così esemplare, in un mondo in cui la vita di coppia è spesso a tempo, come i parcheggi col disco orario. E allora questo ti ripaga delle notti in bianco, dei neuroni spremuti a cercare spunti, delle frasi che ti escono zoppe e non riesci a raddrizzare. Questa è una intervista che volevo proprio fare: ringrazio fin d’ora Paolo e Franca Pugni.
Paolo Pugni, Franca Malagò, siete insieme da oltre 30 anni. Com’è nata la vostra storia?
Paolo: Ci siamo conosciuti nel 1980 ad una gita scolastica di Franca nella quale mi ero intrufolato come ex-studente, per accompagnare il professore. Galeotto non fu un libro ma l’atmosfera di San Giminiano e un piatto di pappardelle al ragù di lepre. E la pineta di Tirrenia. Ci siamo sposati nel 1985 molto giovani, Franca aveva 22 anni io 24.
Come e quando avete capito che l’altro era la persona giusta?
Franca: Vorrei evitare di cadere nel rischio di fare un elenco come quelli che potreste trovare in rete: I 10 segnali che potranno farvi esclamare: “È quello giusto!”.
Mi sembra un approccio molto razionale! Una relazione è questione di chimica, di compatibilità, di vite che si intrecciano che trovano compimento l’una nell’altra…
La persona giusta la… senti! La persona giusta è quella persona con la quale non ci sono difficoltà a stare, a intendersi e a capirsi.
Attenzione, però, non sto dicendo che è una persona con la quale tutto è sempre perfettamente magico e magicamente perfetto. Questo non è possibile. Quando capisci che è la persona giusta? Probabilmente lo capisci ogni giorno. Ogni singolo giorno.
Paolo: è così. Non c’è un momento o un segnale. C’è un moto iniziale che poi viene confermato giorno dopo giorno. Non saprei razionalizzare. C’è stato solo un momento, nei primi mesi di conoscenza, in cui mi sono chiesto se era lei, un dubbio durato meno di 30 secondi, ho sempre sentito, come dice Franca, che fosse lei la persona con cui volevo stare tutta la vita, e ogni giorno lo conferma.
Che importanza ha avuto la fede nel vostro percorso matrimoniale?
Anche qui è difficile razionalizzare. È stata sempre una colonna sonora che ci ha accompagnato. Dal momento in cui ci siamo conosciuti, senza fare mistero dei valori in cui credevamo. Ha segnato ogni giorno, e ancora lo fa; ha impostato valori, scelte, impegni. Sogni. La respiri, non la dichiari in modo ostentato, la si legge in ciò che facciamo, che diciamo. Ci ha sorretto nei momenti di difficoltà. Ecco, va detto: ce ne sono stati e anche duri, ma mai hanno prevalso. Ce ne sono sempre, anche oggi, di natura diversa. Siamo profondamenti convinti che tutto concorre al bene e quindi ci fidiamo.
Parliamo di libri: “Etica semplice per la famiglia” è stato il vostro primo libro che ho letto. Conoscevo i mitici Pugni, già prima di avervi incontrati! Raccontiamo di cosa parla questo bellissimo libro?
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Paolo: Mi prendo io la responsabilità di questo libro che Franca mi ha aiutato a scrivere con le riflessioni e i consigli. Spesso ciò che faccio nasce come reazione a cose che vedo e non mi piacciono. Così ho scritto L’anima del leader, così ho dato vita a Un caffè con Paolo. Per reazione.
Stavamo vivendo il mondo dell’orientamento familiare con Oeffe, imparando molto sulla vita di famiglia, studiavamo (pedagogia, psicologia, filosofia, antropologia) e capivamo l’importanza di diffondere idee vive, che davano gioia. Uscì un libro, etica per un figlio, di un filosofo ateo, che mi fece imbestialire per le sciocchezze che conteneva. Mi venne allora l’idea di rispondere parlando di famiglia, ciò che realmente costruisce una società. Ne parlai con l’editore ed ebbi il via libera.
Com’è nata l’idea di una “etica formato famiglia”?
L’etica o è vissuta o è un inganno. Non sono principi astratti, sono indicazioni per la gioia, quella vera, profonda. Se non la cali dentro un contesto, la perdi. Quale migliore luogo se non quello che privilegia le relazioni e ama ogni persona per ciò che è, così come è? Quindi ci sembrò normale parlare di famiglia.
Veniamo a tempi più recenti: ho amato moltissimo: Shampoo. Il libro è firmato solo da Paolo, ma Franca è in ogni pagina. Raccontiamo questa proposta di “pace coniugale” in versione Pugni?
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io lo avevo recensito qui: https://annaporchetti.it/2022/10/27/un-altro-magnifico-venerdi/
Shampoo nasce da un blog che abbiamo portato avanti per alcuni anni. Anzi, in realtà da due blog. Uno serioso Famiglie Felici https://famigliefelici.blogspot.com/ attivo dal 2010 al 2015, che parlava di famiglie, uno invece decisamente aperto all’ironia Dellegioieedellepene. Scritto così, stile Cesare Beccaria, attivo dal 2011 al 2017 https://dellegioieedellepene.blogspot.com/. In questo secondo, raccontavo cosa ci capitava, giorno dopo giorno: un vero diario della famiglia. Con situazioni grottesche in cui spesso facevo io la figura della vittima… Quando mi fu proposto di pensare un testo per quella collana subito pensai a selezionare post da quel blog.
Shampoo racconta le piccole vicende che fanno il lessico di una famiglia, i ricordi, la storia, la tradizione. Ciò che si racconta ridendo, richiamando quel tempo che ormai è davvero così lontano. E sdrammatizzando, spiega cosa sia la vita di famiglia e quale sia la sua vera bellezza. Divertendosi.
E anche faticando. Come quando insieme abbiamo percorso un pezzo del Cammino di Santiago. Sul blog la storia c’è https://dellegioieedellepene.blogspot.com/2014/05/le-lezioni-di-santiago-insieme-sul.html non l’abbiamo ripresa nel libro.
Il libro è molto divertente e ironico, pieno di aneddoti gustosi, di casa Pugni. Che parte ha l’umorismo, nella felicità coniugale?
Una buona dose di risate: un po’ di ironia, autoironia, saper prendersi non troppo sul serio… sono ingredienti fondamentali non solo per un matrimonio, ma per la vita in generale.
Niente di nuovo, tutti abbiamo provato che ridendo insieme si crea una romantica ‘connessione’, come tra amici ma con qualcosa in più.
Le coppie sono chiamate nel corso degli anni ad affrontare difficoltà oltre che momenti felici, in entrambi i casi saper ridere insieme sarà la chiave per un matrimonio felice.
Paolo e Franca Pugni, voi siete uniti nel matrimonio, nella professione (siete due coach che supportano le aziende con attività di formazione e gestione, attraverso l’azienda di famiglia: la Pugni e Malagò) e anche nello sport. Quali sono i segreti per una così grande solidità?
Franca: Non so se esistono dei segreti per la buona riuscita di un matrimonio. La ricetta originale che ti garantisca durata e felicità. Io comunque questa ricetta non la conosco.
A mio parere c’è una frase che potrebbe aiutarci nel trovare la strada
“I matrimoni migliori
Come le navi migliori sono quelli in grado di superare le tempeste
Imbarcano acqua tremano e si inclinano
Quasi si capovolgono
E poi si raddrizzano
Veleggiano verso l’orizzonte
La premessa è dopotutto nella buona e nella cattiva sorte.”
Una citazione dal libro: La Luce dei giorni di Jay Mc Inermey
Paolo: Volersi bene, credo sia questo quello che dice Franca senza esplicitarlo. Avere la certezza che l’altro è il meglio per te e volergli bene, cioè volere il suo bene, davvero. Che vuol dire affermare il noi sull’io. Siamo FrancaePaolo. Non Franca. Non Paolo. Neanche Franca – e – Paolo staccato. Siamo FrancaePaolo. Non una simbiosi, ma una compagnia. Non so se esista la parola per spiegare questa unione.
Ritenete che il matrimonio, come le persone, abbia delle “età”: piccolo, giovane, maturo ecc?
Franca: Avete presente “Le ninfee” di Monet?
Quando pensiamo alle Ninfee non dobbiamo pensare ad un unico dipinto!
Monet ha dipinto un ciclo di circa 250 dipinti con soggetto le ninfee. Le ninfee all’alba, a metà mattina, al tramonto, con la pioggia, con il ponte e senza il ponte, appena sbocciate, quando stanno sfiorendo…
Cosa dice Monet a proposito: “Ho dipinto tante ninfee, cambiando sempre punto d’osservazione, modificandole a seconda delle stagioni dell’anno e adattandole ai diversi effetti di luce che il mutar delle stagioni crea”
Ma è esattamente come l’amore tra un uomo e una donna, non ne puoi dipingere un solo ritratto, neppure di un singolo matrimonio
- Diverso è l’amore da fidanzati da quello dei primi anni,
- e poi arrivano i figli o non arrivano,
- e poi c’è un problema di lavoro…
- e poi i figli diventano adolescenti…
- E poi i figli si quietano e si sposano e lasciano il nido vuoto
E la coppia cambia, cambia come le ninfee…
L’amore è amore, ma ci si ama in modo diverso, si è coppia in modo diverso.
Che l’amore si trasformi nel corso del tempo all’interno di un rapporto di coppia è non solo inevitabile, ma per certi versi auspicabile perché anche il sentimento cresce insieme alla coppia di sposi
Piper, il filosofo, parla di fedeltà dinamica nel matrimonio. Dove il dinamismo è riferito al fatto che io mi sono innamorata e ti ho sposato quando eravamo persone diverse sia io che tu, siamo cambiati noi è cambiato l’amore che ci tiene uniti.
Voi avete tre ragazzi ormai grandi. Cosa succede alla coppia quando diventa famiglia?
Franca: Con l’arrivo dei figli il rischio per una coppia è che la comunicazione verbale diminuisca.
Talvolta non abbiamo neppure il tempo per parlarci. Perché con i bambini piccoli si fa fatica a trovare il tempo per tutto, la comunicazione diventa fattuale:
- Ci sono tante cose da fare
- Tu fai per me tante cose
- Io faccio per te tante cose
- C’è sempre qualcosa da fare.
La comunicazione verbale si deteriora. Si fa pragmatica, legata alle contingenze, racchiusa nei sottintesi. Così non devo neppure ringraziare.
Attenzione perché dobbiamo come coppia, accendere degli allarmi quando non parlo più CON TE ma A TE. Quando abbiamo poco da dirci, sommersi dalle mille cose da fare che sono la conseguenza dell’arrivo dei figli.
E quando i figli lasciano il “nido”?
Franca: Come spesso succede nelle dinamiche della vita, una stessa situazione può determinare risvolti diversi. Il distacco dei figli dal nucleo familiare è di per sé un grande cambiamento, sia personale che per la coppia.
E come tutti i cambiamenti importanti può rappresentare una risorsa, ma anche un grande rischio: di colpo si ha molto tempo da passare in coppia, non ci si può più nascondere dietro la funzione genitoriale che può avere aiutato nel tempo a mettere in secondo piano eventuali lacune del rapporto di coppia
È necessario che marito e moglie abbiano mantenuto nel tempo, tra loro l’amore di amicizia,
coltivino una buona dose di amicizia tra di loro; amicizia che è trasmissione di pensiero, cultura riflessione dialogo. Quello di amicizia è un amore fatto di cameratismo, di condivisione, comunicazione di scambi. Fatto di ricordi di situazioni vissute insieme, di vittorie insieme.
Quali sono 3 consigli indispensabili, che la solidissima coppia Pugni darebbe a una giovane coppia che intraprende la via del matrimonio?
Franca:
1.Non cercare di cambiare tuo marito, questa è una tendenza femminile.
Bisogna evitare la trappola di innamorarsi di una persona. Proprio per quello, finita la luna di miele, si comincia a non apprezzare quella persona, che ci piaceva per quello che era.
Poi io non sono certa che ci piacerebbe vivere con un uomo che abbiamo plasmato noi, una sorta di uomo telecomandato probabilmente lo troveremmo noioso.
2. Dirsi le cose fino in fondo ma passando per il cuore dell’altro.
Ci si può dire tutto, litigare fino ad essersi chiariti tutto, ma passando per il cuore cioè senza la volontà di ferire.
“Senti mi dispiace un sacco lo so che ti costerà quello che ti chiedo”
“E’ difficile quello che sto per dirti”
Perché è facilissimo ferire la persona che conosci benissimo, di cui sai qual è il nervo scoperto. Ed è proprio quello che vai a pungere con le parole. Questo crea fratture, non unisce.
3. Siate indulgenti verso i piccoli difetti.
Il tubetto di dentifricio schiacciato nel mezzo e non arrotolato. I calzini e le camicie sparpagliati per la casa. Il vizio di attorcigliarsi i capelli tra le dita, interrompere l’altro prima che abbia finito di parlare.
Sono le classiche scene di ogni commedia romantica, che spesso nella vita reale rischiano di rovinare la convivenza e l’amore. Ma solo se si concede loro abbastanza spazio. E di diventare causa di tensioni e discussioni incessanti. Meglio cercare di essere indulgenti verso il partner. In fondo un po’ di tolleranza è un ingrediente importante per una vita serena.
grazie a Paolo Pugni e Franca Malagò!
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