Sei superstizioso?

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Sei davvero superstizioso?

Sei superstizioso? Credi che un gatto nero porti sfortuna? E che rompere uno specchio causi sette anni di disgrazie? Versare olio e sale è solo un banale incidente? Qual è il rito scaramantico per allontanare le invidie? La superstizione è così. Nessuno ci crede fino in fondo. Però pochissimi hanno davvero il coraggio di ignorarla.

Non è vero, ma ci credo, recita un vecchio detto. Persino persone insospettabili, colte, intelligenti, fanno gesti scaramantici. C’è chi incrocia le dita. Chi indossa un ciondolo a forma di quadrifoglio. Altri evitano di passare sotto a una scala. Milioni di italiani leggono l’oroscopo. Eppure non si sentono superstiziosi. Anche farsi leggere la mano o le carte da qualche sedicente maga è una forma di superstizione. Tanti non se ne accorgono.

Ma com’è davvero il superstizioso?

Non c’è relazione fra queste pratiche e il nostro destino. Non ci sono talismani efficaci per il nostro bene. O per il male altrui. Il superstizioso invece, ritiene che questi gesti influenzino la vita. Chi è superstizioso crede che si attirerà addosso la buona o la cattiva sorte.

La superstizione è contraria al libero arbitrio umano. Presuppone che il futuro non dipenda dalle nostre azioni. E che sia già deciso. Perciò, il superstizioso pensa di poterlo conoscere in anticipo. Ricorrendo a pratiche magiche. La superstizione si propone come scorciatoia. Chi la esercita, spera di ottenerne vantaggi pratici.

Il superstizioso nega la misericordia e la giustizia divina. Chi è superstizioso crede che ci siano oggetti che portano fortuna, che rischiano di diventare idoli.

Il superstizioso: problema antico

La superstizione è un problema antico. Se ne parla già nel Deuteronomio, scritto mille anni prima di Cristo:

Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche abominevoli, il SIGNORE, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni dinanzi a te. Tu sarai integro verso il SIGNORE Dio tuo; poiché quelle nazioni, che tu spodesterai, danno ascolto agli astrologi e agli indovini. A te, invece, il SIGNORE, il tuo Dio, non lo permette. Deuteronomio 18: 10-14

La Bibbia parla chiaro: la superstizione è abominio. Il giudeo non deve essere superstizioso. Deve distinguersi dai popoli che la praticano.

Il popolo greco era superstizioso. I poemi epici sono ricchi di esempi. Ci parlano di Indovini, come Tiresia, consultato da Ulisse nell’Ade. O di veggenti Come cassandra. La fantasia dei greci dà vita a creature magiche, come le sirene dell’Odissea. Anche i romani erano sensibili alla superstizione. Ponzio Pilato è superstizioso. Colpito dal racconto del sogno della moglie, decide di disinteressarsi della sorte di Gesù.

Il cristiano è superstizioso?

Nei primi secoli del cristianesimo, è stato importante distinguere il culto di Dio da false credenze. San Paolo spiega che il cristiano non deve essere superstizioso:

Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare» (tutte cose destinate a scomparire con l’uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, una reputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne. Colossesi 2: 20-23

Anche il fedele moderno a volte è superstizioso. Ecco qualche esempio.

I falsi dei

Il primo comandamento chiede al credente di non avere altro dio all’infuori di Dio. Ogni filosofia para religiosa viola questo comandamento. E’ così anche per chi ammira altri uomini, fino alla venerazione. E questo vale anche per denaro, successo, fama. Ogni volta che l’uomo divinizza ciò che non è Dio, agisce da superstizioso. E si allontana dalla devozione verso Dio.

Divinazione e magia

Interpretare oroscopi, seguire l’astrologia, interpellare medium: voler svelare il futuro contraddice la fede. Infatti, si basa sul desiderio di un potere soprannaturale, che non compete all’uomo. Eppure, qualcuno è così superstizioso che non prende decisioni, senza presagi positivi. O, peggio, se ritiene di averne avuti di negativi.

Gli idoli

E’ superstizione anche attribuire a segni un potere paranormale. Per esempio, la benedizione o l’apposizione delle ceneri il mercoledì santo non sono riti propiziatori. Chi lo pensa, scambia un segno sacramentale per un incantesimo. E’ superstizioso anche chi creda che un oggetto devozionale, come un rosario, abbia un potere magico. Questo accade anche a chi è convinto di vivere la fede in modo legittimo. Lo stesso vale per portafortuna, amuleti e talismani. Questi idoli sembrano oggetti innocui. Però ci allontanano dalla fede in Dio.

Il superstizioso crede nelle forze soprannaturali

Ritenere che qualcosa o qualcuno porti sfortuna, o che i sentimenti malevoli altrui possano agire a nostro danno è superstizione. Non esiste il malocchio, la sfortuna, le fatture. Il superstizioso attribuisce ad altri il potere di nuocergli, con la mediazione di qualche ente soprannaturale.

Meglio non farsi influenzare da queste suggestioni. Piuttosto preghiamo il Signore, perché non ci abbandoni a tentazioni pericolose.

L’ateo è superstizioso

Anche l’ateo può essere superstizioso. Sembra un paradosso. Gli atei negano Dio, perché lo ritengono una credenza irrazionale. Eppure, loro stessi si abbandonano all’irrazionalità, praticando la superstizione. L’adesione a pratiche scaramantiche è una prova che l’uomo ha bisogno del sacro. Bisogno che lo porta a cercare oltre la dimensione materialista. Una ricerca di qualcosa di soprannaturale che lo trascenda. Senza una religione a intercettare questa necessità spirituale, l’ateo rischia di diventare superstizioso. E credere a cose incredibili.

Avevo parlato della superstizione degli atei qui: https://annaporchetti.it/2023/01/20/in-cosa-crede-chi-non-crede/

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