Il nostro anniversario
Il 4 settembre è stato il nostro anniversario di matrimonio. Un (quasi) quarto di secolo. Più dieci anni e mezzo di fidanzamento. Ci sono aziende che durano meno. Modelli di auto che durano meno. Brand iconici che nemmeno ci arrivano. Per questo volevo scrivere delle cose intelligentissime e profondissime sul tema: anniversario plurimo. E ci ho provato. Giuro. Ma poi ho dovuto fare lo spezzatino e lavare il bagno e smacchiare i camici di mio marito. E riparare a un bucato bianco ammalorato da un calzino rosso, maliziosamente insinuatosi fra le pieghe di un lenzuolo.
Insomma, avrei voluto scrivere prima e meglio dell’anniversario di matrimonio. Ma il mio lirismo si è scontrato con le necessità della vita quotidiana. E si è fatto male. Dovrò quindi ripiegare su delle riflessioni né liriche, né profonde, né tanto meno intelligenti. Anzi, già chiamarle riflessioni, mi pare eccessivo. Diciamo pensierini.
Il senso di un anniversario: onorare le promesse
D’altro canto, l’anniversario va pur celebrato, in qualche modo. Il senso di ogni anniversario è onorare le promesse che fondano questo incontro, questo reciproco impegno, questa scelta di stare insieme.
Una scelta controcorrente. Ormai addirittura bizzarra. Leggevo stamattina una intervista a uno psicoanalista. L’Huffington post titolava l’articolo: “si può fare l’amore con la stessa persona per tutta la vita!”. Versava fiumi di inchiostro per far spiegare all’intervistato questa cosa così rivoluzionaria che egli sembrava aver scoperto per primo, grazie alle sue ricerche. Una cosa proprio sorprendente: la monogamia.
Ci vorrebbe la penna di GK Chesterton, per sradicare questa superstizione dei divorzi. Per ribadire che il matrimonio non è solo un ponte lanciato sull’abisso che si stende fra uomo e donna. Uno dei ponti più antichi, che deve la sua sopravvivenza al fatto di essere innato nell’animo umano.
Lo dice la Genesi, che l’uomo e la donna, per effetto della loro unione, diventano una carne sola.
l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. (Gen 2:24)
E se questo può sembrare troppo mistico, troppo confessionale, troppo politicamente scorretto, basterebbe ricordare che alla stessa conclusione era arrivato Platone nel Simposio. Platone, al di sopra di ogni sospetta simpatia cristiana. Visto che è vissuto cinquecento anni prima di Cristo e che non ha mai letto il Pentateuco. Anche per lui l’amore rendeva una cosa sola. Anzi, l’uomo e la donna erano una cosa sola in principio, e, dopo essere stati separati, cercavano per tutta la vita di riunirsi con la loro metà.
Questo è il senso della celebrazione dell’anniversario.
Il lato oscuro dell’amore
In questi 24 anni, mio marito e io abbiamo diviso momenti di felicità profondissima. E affrontato tutti i problemi e i dolori che la vita ci ha mandato.
Abbiamo costruito una famiglia. E siamo migliorati. Nel mio percorso di crescita, inserisco gloriosamente il perfezionamento dell’arte investigativa di scovare calzettoni spaiati sotto i mobili. E lui con me ha allenato il suo lato zen, ormai diventato zen…orme! Sì lo so, sono una ritardataria cronica. La sciagura peggiore che potesse capitare a un uomo puntuale come un orologino svizzero. Ma, d’altra parte, la puntualità è una convenzione. Ed è terribilmente sopravvalutata.
Io ho dovuto vedere tutti i campionati che il Milan ha perso e lui ha dovuto mangiare cose che una volta respiravano (ma nel piatto non sembrava stessero tanto bene).
Benché il matrimonio rimanga quel “mistero grande” di cui parla San Paolo, ci siamo portati un po’ avanti e Io ho capito che un uomo non è una donna con la barba. Lui ha scoperto che la logica non è l’unico criterio che ispira le azioni delle donne. Per il resto ancora non so perché non ci fermiamo a chiedere indicazioni ai passanti. Né perché lui non abbia ancora chiaro che si possono fare due cose insieme (figurati 3).
Io non mi sono ancora del tutto rassegnata al fatto che è meglio non regalargli cravatte. Nemmeno quelle quasi uguali a quelle che già ha. Perché poi salta fuori che non sono proprio così uguali come mi erano sembrate. E di solito a lui non piaceranno. Infatti abbiamo un intero cassetto di cravatte parcheggiate, che non vedranno mai la luce del giorno. In compenso mio marito non ha ancora realizzato che regalare sofisticati elettrodomestici ed utensili da cucina a me, è come dare le forchette ai cinesi. (Sì amore, è per quello che il meraviglioso robot da cucina che mi hai regalato a Natale è ancora nel cellophane).
Ma abbiamo anche dei difetti
In questi anni, io che già lo amavo, ho imparato a stimare e rispettare l’uomo che è.
Un uomo che ha una parola sola e la mantiene. Un adulto che rimane coerente coi suoi profondi valori e riesce a mantenersi obiettivo (anche se non sempre pacatissimo). Una persona di pochissime smancerie e assai poche parole, ma di concretissimi fatti. Onesto e leale, forse non sempre facile, ma sempre degno di ammirazione.
Lui è una roccia, talvolta dura e pesante ma salda nelle tempeste. Per questo non lo amo solo come il primo giorno, ma molto di più. Spero che avremo la grazia di invecchiare insieme, anche se, questo va detto, mi pare già di dimostrare diversi anni meno di lui. E comunque ha anche dei difetti, ma la lista sarebbe lunga e non vorrei tediarvi.
24 anni insieme sono un grande traguardo. Un anniversario che è quasi un quarto di secolo. Non so se mi spiego. Quasi come un mutuo, ma molto più piacevole. Ho detto a mio marito lunedì che sono molto felice così. Non era necessario che si disturbasse e a portarmi fiori (bé, se proprio ci teneva). Poi ho scoperto che lui non ci teneva affatto, ma in compenso, mi ha promesso di venire con me, a buttare carta e cartone. Se proprio saremo in vena di follie, faremo una capatina anche al bidone dell’umido. Di questi tempi, le occasioni di uscire sono poche e bisogna godersele tutte.
L’anniversario della felicità
Dopo tutto questo sentir parlare di coppie aperte, relazioni usa e getta, compagni che saranno fedeli sempre ma anche no, vorrei poter lanciare il mio sassolino nello stagno. E dire che questa idea del matrimonio che affronta le ere geologiche e i dissesti fisici non è così irrealizzabile come tanti credono. E che è una cosa bella, una gran benedizione. Ci fa attraversare le tempeste della nostra fragilità umana, senza farcene travolgere. Se è amore è più forte dell’appetito, della noia, della paura, dell’egoismo. Se è amore tiene insieme. Anche contro l’evidenza. Se è amore, riempie le promesse di significato. Felice anniversario a chi, pur sapendo di potersene andare, non ha paura di restare esattamente dov’è.
ho parlato di matrimonio:
https://annaporchetti.it/2023/05/24/tomba-dellamore/
https://annaporchetti.it/2023/02/26/un-matrimonio-waterproof/
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