Un anno di: “Amatevi finché morte non vi separi”

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Amatevi finché morte non vi separi compie un anno

Ieri era finalmente venerdì. E non solo. Il primo settembre. Una data importante.

  • No, non parlo del labour Day, la festa dei lavoratori. Quella che noi europei festeggiamo il 1 di maggio e i nordamericani il 1 di settembre. Acqua.
  • Non è il mio compleanno. Acqua. Quello è il primo maggio (come la festa dei lavoratori, ma è una coincidenza!)
  • Non è il mio onomastico. Acqua. Quello è il 26 luglio. Sant’Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù.
  • Non è nemmeno il mio anniversario di matrimonio. Acqua. Quello ricorre fra tre giorni, il 4 settembre. Per cortesia, glielo ricordate voi a mio marito? Lui con date e ricorrenze ha qualche difficoltà.

Non è un compleanno, onomastico, anniversario eccetera eccetera. Cosa diamine ho festeggiato? Una nascita!

Il primo settembre del 2022

Il primo settembre di un anno fa, usciva il mio libro: “Amatevi finché morte non vi separi.” La mia opera prima. Qualcuno spera anche l’ultima. Per esempio le mie figlie. Loro che si sono stufate in fretta di giustificarsi in modo strambo con le amiche. “No, quella che è andata in TV mica è mia madre. Sarà una che le somiglia. Magari col trucco”.

Ora, io ho una estrema venerazione per queste creature mitologiche che sono le truccatrici della TV. Mi dicono che facciano miracoli. Davvero. Però mi pare difficile che vogliano truccare qualcuna benissimo, fino al punto di farla somigliare a me, quando sono truccata poco e male. Ma magari mi sbaglio.

Ho sentito le mie figlie glissare con una perizia da equilibriste da circo, ogni volta che c’era il rischio di essere associate alla mia persona e al mio libro. Quando a casa nostra venne il bravissimo fotografo di un giornale, loro si chiusero a chiave in camera. Non volevano finire in una qualche foto di famiglia, che le inchiodasse al loro scomodo ruolo di figlie: “della matta che crede ancora al matrimonio. E ci scrive pure su un libro”.

Mio marito ha incassato il colpo con la sua usuale imperturbabilità. Con estrema disinvoltura ha promesso di leggere Amatevi finché morte non vi separi. Tutto, da cima a fondo e fino all’ultima parola. Ma mica ha detto quando. Se gli chiedo se lo abbia fatto, mi dà risposte evasive. Ma io sono abbastanza certa che no, non lo abbia letto. Sarà perché a Natale mi ha regalato un robot da cucina. E io avevo dedicato un intero capitolo alla mia antipatia per questi attrezzi.

Come: Amatevi finché morte non vi separi (non) mi ha cambiato la vita

No, non sono diventata ricca. Mi tocca ancora lavorare come tutti noi comuni mortali. Incastro ancora lavatrici e riunioni. Passate di aspirapolvere alternate a webminar. Tuttora comincio la giornata all’alba, svuotando la lavastoviglie e faccio la spesa in pausa pranzo.

E no, non sono diventata neanche famosa. Mi tocca fare la fila al supermercato. Non mi è ancora capitato che qualcuno esclamasse: “ma lei è la famosissima autrice di: Amatevi finché morte non vi separi! Ho letto il suo libro settantasette volte. L’ho regalato a Natale alle mie quindici cugine nubili. Ora tutte mogli felici. Passi pure avanti. La prego. Altrimenti mi offendo”.

Nella mia condizione, l’unico modo per saltare queste file sarebbe, secondo le mie figlie, usare la specifica app. Le app sono l’equivalente moderno degli schiavi. Fanno quelle cose ingrate che noi umani non vogliamo più fare. Tipo la fila al posto nostro, caricare il carrello e farci arrivare la spesa a casa. Mentre noi stiamo in pigiama sul divano.

Eppure, il libro mi ha cambiato la vita.

Solo cose belle

Grazie al libro, ho conosciuto tante persone nuove. Persone splendide. Donne sposate, fidanzate, single. Donne appena all’inizio del loro percorso matrimoniale. E spose di lungo corso. Tutte donne che, come me e come il 99,9% di noi, vuole un vero amore. Donne che vogliono abbracciare un uomo come destino. Prenderlo per quello che è. Camminare insieme a lui. Guardando al futuro. Senza voltarsi indietro, caso mai ci fosse scappato qualcosa di meglio. Donne disposte a lottare. A non arrendersi alle fatiche del vivere. Tante mi hanno aperto il loro cuore. Abbiamo parlato, mi hanno scritto. Ci siamo incontrate alle presentazioni o vista durante le dirette.

Credete a me. Il matrimonio non è affatto morto e sepolto.

Certo a volte è pesante. Cos’è sto peso? E’ la croce. “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16:24). L’amore è anche questo. E’ prendere la croce e seguire la Parola. In questo anno ho conosciuto donne veramente libere che, coi loro mariti coraggiosi, hanno abbracciato la croce e hanno seguito Gesù. E non se ne sono mai pentiti.

Ecco, queste persone mi hanno confermato che non sono solo io, che non sono io da sola. Che non sono una marziana.

E poi, questo libro mi ha dato la possibilità di incontrare sacerdoti di grande bontà e sapienza. Ho parlato con esperti di varie materie: giornalisti, mediatori familiari, psicologi, volontari che hanno accettato di spiegare a me e ai lettori del mio blog cose interessanti e utili. E poi ho ascoltato testimonianze. Ricche, vere, bellissime, di persone reali.

Amatevi finché morte non vi separi, mi ha fatto scoprire di avere una voce. Di poter trovare tante persone affini, con cui dialogare. E mi ha portato solo cose belle. Buon primo compleanno!

Per la prima volta ne ho parlato qui: https://annaporchetti.it/2022/10/18/mi-faccio-un-blog/

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Amatevi finché morte non vi separi