La fede e la ricerca di senso di Enzo Vitale

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La cronaca di fine estate ci fa riflettere sulla nostra impostazione educativa

Fine agosto è, per i più, fine estate. Anche se, ad esser precisi, l’estate finisce il 21 settembre. È un fatto, comunque, che c’è chi ritorna al lavoro, chi lo organizza in vista della ripresa. La politica si riunisce attorno a tavoli per prepararsi ad un autunno che promette esser più “caldo” dell’estate appena trascorsa. Gruppi di studenti riparino alle mancanze dello scorso anno.
E in questo vortice che non ti dà la possibilità di tirare il fiato, subiamo il fango mediatico di storie che mai si vorrebbe sentir raccontare. Ogni santo giorno.
Un mondo al contrario del quale si cerca, in tutti i modi, di capire il senso. Di comprenderne le ragioni profonde.

Il senso del “branco”

Personalmente non mi sento di dare un parere. Né provare a dare una soluzione alla montagna di fango generata da branchi umani incapaci di godere del dono della sessualità. Che li travolge ed arriva a stravolgere la vita di vittime inconsapevoli.
Ma un senso non possiamo fare a meno di cercarlo. Non riuscendo da soli, non si può gare a meno di chiederlo, urlando, all’Unico che può dare senso a tutto.


Ho sentito le spiegazioni più disparate prendendo consapevolezza del fatto che sono sempre le stesse ragioni. Ed io, povero e troppe volte incapace prete, non riesco a dare una soluzione, alle mie (prima di tutto!) e alle altrui incapacità, debolezze, errori e peccati. Se non nell’assenza viva di Colui che è la ragione e il senso di tutto.

L’apertura umana verso il trascendente è una ricerca di senso

È pur vero che le mie parole possono, sicuramente, essere accolte solo da chi, in qualche modo, riconosce come proprio un credo, quello cristiano.
Ma chiunque sia in grado di scorgere l’apertura al trascendente presente nel cuore di ogni essere umano ammetterà che quando l’uomo, da solo o in “branco”, perde la capacità di guardare in alto, non gli resta che comportarsi come un animale.

Ci tengo a precisare che non mi ha mai lontanamente sfiorato il minimo pensiero di condanna nei confronti di alcuno. Sempre e soltanto ho provato e provo un grande senso di pietà, di dolore e di smarrimento nei confronti di chi, in modo diverso, è vittima.

Vittima di un sistema, di una realtà, di una società che, distratta e travolta da verità poco reali e molto virtuali, ha del tutto abdicato al dovere educativo. A favore di altri, incapaci di dare senso. In un modo o in un altro, nel “subire” racconti carichi di perversioni per soddisfare curiosità inappagabili più che rispondere al dovere di cronaca, un ruolo fondamentale è dato da gli smartphone.

Strumenti di cui, oggi, sembra per noi impossibile fare a meno:

Dio dà un senso a ciò che un senso non ha

Non si tratta della sterile e demonizzante condanna degli strumenti della comunicazione. Invece è desiderio di presa di coscienza di come – bisogna ammetterlo – si è fallito nell’educare al loro corretto utilizzo. So per la mia fede, e lo so con certezza, che anche certe barbarie hanno un senso davanti
a Dio. Non perché Dio lo voglia. E’ una bestemmia affermare che il male è “volontà di Dio”.
Solo che Lui, Padre buono, è capace di dare un senso anche a quello che umanamente senso non ha.

Io il senso lo chiedo a Lui. Gli chiedo quale misteriosa strada Lui mostrerà a chi è coinvolto in questo inferno per avere luce.
La fede è una “risorsa” straordinaria per ogni uomo. Anche nell’educazione, provare a riportarla al centro, potrebbe essere un aiuto nel campo educativo di non poco valore. Potrebbe aiutare a comprendere che ogni essere umano non è solo un pezzo di carne ma ha un’anima, è un’anima. Fino a capire – e per qualcuno magari esagero – che chi ho davanti è più di quello che vedo. Più di quello che potrei prendere, è un mistero di fronte al quale il massimo rispetto è il minimo che io possa offrire.

Padre Enzo Vitale ha già scritto qui:

https://annaporchetti.it/2023/05/19/intervista-sulla-gratitudine-a-padre-enzo-vitale/ https://annaporchetti.it/2023/05/19/intervista-sulla-gratitudine-a-padre-enzo-vitale/

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