Fedeltà o tradimento?

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Il tradimento è sdoganato?

Il tradimento è sdoganato? La nostra è un’epoca incostante e promiscua. Da sempre, la fedeltà è stata una componente essenziale in moltissimi aspetti della vita. Si è fedeli verso gli amici, verso se stessi e i propri valori. Si coltiva la fedeltà alle abitudini, al proprio datore di lavoro o azienda. La fedeltà è sempre stata considerata una virtù positiva, in ogni relazione umana. Ma, ultimamente, subisce molti attacchi.

In questi giorni oziosi di fine agosto, complice la partenza delle mie figlie per le vacanze, ho avuto un accesso pressoché illimitato alla televisione. Ho così finalmente visto film vecchi di anni. Ho esplorato serie belle e altre meno. Pellicole famose e altre sconosciute.

Mi sono incuriosita per una serie che sembrava una specie di Sex and the city in versione iberica. E, come mi aspettavo, assecondava la narrazione contemporanea sulla liceità del tradimento

Un Sex and the city in salsa iberica.

Le protagoniste della storia (Valeria, su Netflix: https://www.netflix.com/it/title/80212986) sono quattro giovani donne. Sono poco meno che trentenni e molto variamente assortite. C’è una specie di Samantha Jones, che intrattiene una relazione con un uomo sposato. Poi c’è una giovane un po’ sprovveduta, che sogna di incontrare l’amore. Una delle quattro è lesbica (in Sex and the city non c’era, era una serie girata fra la fine degli anni 90 e i primi 2000, circostanza a cui si è ovviato nel sequel della maturità: Just like that).

Infine, c’è una quarta protagonista, che forse potrebbe essere una Carrie. Un po’ in tono minore. D’altro canto, questo è un periodo di crisi e non un momento florido e pieno di entusiasmo. La ragazza si chiama Valeria e dà il nome alla serie. Serie che viene definita, sul sito di Netflix: Travolgente, Sensuale, Arguta. Ma non è nessuna delle tre cose. E’ invece un ritratto abbastanza desolante della contemporaneità.

Anche Valeria, come Carrie, scrive. Per lo meno ci prova. Dopo aver abbandonato un thriller, decide di ripiegare su un romanzo erotico. Il tentativo non è dei più fortunati. Non riesce a creare il caso editoriale che fa la fortuna di Carrie. L’editore la liquida. Lei cade nella disperazione. Anche perché, come la Carrie Bradshaw di Sex and the city, è perennemente in bolletta (ma a differenza di lei, non compra scarpe bellissime, invece paga le bollette). Valeria ha anche un matrimonio così così. È sposata da sei anni e sembra soffrire precocemente di una crisi del settimo anno.

Il tradimento e altre amenità di coppia

Dopo il fallimento del suo romanzo, Valeria decide a malincuore di accettare un oscuro lavoro come custode in un museo. Valeria non è particolarmente bella, né modaiola, né elegante. Ha il vezzo di controllare regolarmente il saldo del suo conto corrente, che si assottiglia sempre più. In questo ricorda l’epopea di I love shopping. Senza irresistibile passione per la moda e l’allure di Rebecca Bloowood.

Suo marito, fotografo, nutre ambizioni di natura artistica. Tuttavia, fa fotografie pubblicitarie a una influencer, per sbarcare il lunario. In questo, lui non somiglia affatto ai principi azzurri di film e romanzi. I quali, oltre a essere belli e intelligenti, hanno spesso un notevole patrimonio personale. In grado di sollevare la protagonista da ogni preoccupazione economica. Nel complesso sono una giovane coppia media. Forse nemmeno meritevole di una storia, vista la banalità delle loro vite.

Il tradimento e il mito del forever young

I due sono alle prese con un normale fardello di delusioni lavorative, frustrazione per le ambizioni non realizzate. Sperimentano rassegnazione ai compromessi necessari a vivere. Fino a qui potrebbe essere una storia come tante. Niente di particolarmente drammatico, al netto della fatica del vivere. Poi, a una festa, lei incontra un altro. Un uomo che è l’eroe negativo, travestito da eroe positivo. Bello, simpatico, di successo. Si intuisce che sia anche facoltoso.

Lui, con la spensieratezza tipica di chi non ha legami né problemi e si gode la vita, la corteggia. Valeria si trova allora in mezzo a due mondi opposti. Da un lato la fatica di essere adulti, di prendersi responsabilità e di far fronte alla vita. Dall’altro, la tentazione più forte dell’epoca contemporanea, quella di essere forever young: il tradimento. Senza doveri né obblighi verso nessuno. Una leggerezza fatta di disimpegno e divertimento.

Valeria è tentata di cedere al corteggiamento del nuovo amico. Considera il tradimento. Oppure di lasciare il marito. O di proporgli la coppia aperta, che è un comodo espediente per farsi i fatti propri alla luce del sole. Senza nemmeno il coraggio di affrontare una separazione.

Una campagna pro tradimento

Racconto di questa serie, che non ho ancora finito di vedere (e non so se lo farò; intuisco già che la piega che prenderà, non mi piace), per parlare di tradimento. E dei falsi miti che lo incoraggiano.

Il tradimento è sempre esistito. Esso è comunque sempre stato riconosciuto come una cosa negativa. Persino da chi non riusciva a rinunciarci. Il patto di lealtà stipulato nel matrimonio, è sempre apparso non solo legittimo, ma anche onorevole. Per le coppie unite nel Sacramento, questo è stato detto con la massima chiarezza. Si tradisce anche solo col pensiero.

ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. (Mt 5:28)

L’impegno alla reciproca fedeltà è compreso fra le promesse matrimoniali. Tuttavia, anche fra gli sposi laici, il valore della fedeltà e la condanna del tradimento sono sempre stati forti.

Oggi, invece, assistiamo a una situazione completamente diversa. In varie altre circostanze (per esempio nella serie: Machos alfa o nel libro: Ti saro’ fedele sempre (ma anche no), in cui mi sono imbattuta ultimamente), la voce unanime punta a glorificare il tradimento.

La fedeltà è una cosa da fessi, da repressi, da gente che non sa godersi la vita e chissà che si perde. E se il partner soffre? Ma no! Se il partner è moderno, non soffrirà per il tradimento. E poi, non ne ha motivo. Del tutto analogamente, si aprirà a diversivi sentimentali e sessuali, rispetto alla sua vita matrimoniale. Insomma, pare che la cultura contemporanea stia sferrando una campagna pro tradimento.

Il tradimento non è neppure più una trasgressione. È una alternativa normalizzabile. E’ perfettamente accettabile e del tutto desiderabile, per l’equilibrio stesso della coppia. Le coppie lo vivono senza apparenti contraccolpi. Anzi, con gioia e leggerezza.

I falsi miti a favore dell’infedeltà

Personalmente non credo a questa lettura. La fedeltà è un fondamento per il matrimonio. Così come per tante altre relazioni umane. Non amo l’idea che il tradimento sia presentato come antidoto alle difficoltà di relazione, spostando il problema all’esterno. Non un: affronta i problemi del tuo matrimonio con tuo marito (moglie). Bensì: divertiti, cerca conferme e gratificazione in un’altra persona.

L’inganno sta nel negare che le relazioni umane richiedono lavoro. Che spesso generano fatica. Talvolta ci espongono al peggio, in noi e negli altri. Ecco dunque alcuni falsi miti, a cui si fa ricorso per normalizzare il tradimento.

Litigare non autorizza il tradimento

In tutte le coppie si litiga. Ci sono persone o momenti della vita che sono più inclini alla conflittualità. Naturalmente litigare è spiacevole. Soprattutto se queste liti prendono una piega distruttiva.

Tuttavia, litigare non è una giustificazione per il tradimento. Non vale il ragionamento: mi fa arrabbiare, non mi capisce, allora lo (la) tradisco, per vendicarmi. Il conflitto di coppia non funziona da sospensiva della fedeltà. Eventuali rivendicazioni o vendette, fatte attraverso il tradimento, non pareggiano i conti. Li peggiorano in modo definitivo.

Gli alti e bassi della coppia non giustificano il tradimento

Le coppie possono attraversare momenti di stanchezza o di crisi. In certi periodi ci sono difficoltà di comunicazione. Si hanno obiettivi diversi. Ci sono problemi economici o di natura diversa. Il fatto di non avere una situazione matrimoniale armonica, non vuol dire cercare altrove ciò che manca nella coppia. Né autorizza al tradimento.

La propria insoddisfazione personale non si compensa col tradimento

È possibile che si attraversi un momento di crisi personale. Non è lecito né saggio ritenere che, si possano disattendere i propri impegni. Sto male, allora le regole per me non valgono più. Mi prendo delle licenze, come compensazione della mia attuale infelicità. Questo atteggiamento, oltre a essere infantile, è anche profondamente ingiusto per il coniuge. La lealtà non è un comportamento solo per i momenti di serenità. Non è un lusso che ci possiamo concedere solo quando tutto va bene. Vale sempre.

La felicità non è fuori dalla porta

Quando il rapporto matrimoniale è in crisi, la tentazione potrebbe essere esattamente quella di Valeria. Scappare. Lasciarsi alle spalle il rapporto. Ritenere che sia più facile e gratificante ricominciare daccapo. Con una persona che sembra meno problematica, più simpatica, più affascinante del marito o della moglie.

C’è un grande inganno, in questo approccio. È l’idea che ci siano persone perfette, con cui instaurare un rapporto perfetto. Una relazione immune dalla stanchezza, dal dolore, dal malessere. Qualunque persona ha difetti e ogni rapporto ha delle fragilità. La ragione per cui l’altro ci appare così desiderabile, è che ancora non conosciamo le sue debolezze. Potremmo scoprire che sono più gravi di quelle del legittimo consorte.

E in ogni caso, qualunque relazione umana, prevede aggiustamenti e compromessi.

Avevo già parlato di fedeltà qui: https://annaporchetti.it/2023/08/10/limportanza-della-fedelta/

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