La gola: vero vizio capitale?

Vai al blog

I miei articoli:

La gola è ancora un vizio?

La gola è uno dei sette vizi capitali. È ancora attuale?

Ovunque prolifera una specie di voyerismo alimentare. Basta fare un giro per i canali televisivi, per vedere tantissimi programmi di cucina. I profili instagram di molte persone comuni sono pieni di piatti fotografati al ristorante o nella cucina di casa. Testimoniano l’esperienza sensoriale di un dolce o un piatto di pasta.

C’è chi parla di food porn, ovvero della tendenza a spettacolarizzare l’immagine del cibo. Da semplice tecnica per preparare le pietanze, la cucina è diventata una forma d’arte. La virtù della temperanza è stata offuscata dal virtuosismo della gastronomia.

La dieta non è ascesi

Accanto a questa specie di ossessione per le prelibatezze, per i cibi sofisticati e gli ingredienti costosi, si è fatto largo un particolare tipo di digiuno. Non una pratica ascetica, per temprare il corpo e lo spirito, ma un’ossessione estetica o salutista. Viviamo in una società in cui la forma fisica è un imperativo che comporta diete e restrizioni alimentari. Voi, come me le avrete provate tutte: quelle dissociate, quelle low carb, il digiuno intermittente, la dieta del minestrone, quella iperproteica eccetera eccetera. Diete che spesso sacrificano il gusto.

In altri casi, il motivo delle restrizioni alimentari va cercato nell’ossessione per la salute. Un atteggiamento che porta a eliminare dalla propria alimentazione cibi che si ritengono dannosi o poco equilibrati. Questo, a seconda delle scuole di pensiero, comprende le carni, i latticini, i prodotti che contengono glutine o i condimenti grassi. Il cibo, in entrambi i casi, è al centro della nostra attenzione.

La gola è ancora motivo di attenzione

Nell’antichità la gola era un vizio per ricchi. Quando il cibo era scarso, procurarsene in abbondanza e mangiarlo oltre la sazietà, era privilegio di pochi. Nella nostra epoca, in occidente, alimenti pregiati o esotici sono di comune reperimento per chiunque. Potremmo pensare che saziarsi con regolarità abbia eliminato il vizio. Al contrario, tuttora il nostro rapporto con il cibo presenta delle criticità. La gola è ancora un vizio da cui guardarsi. Invece tendiamo a sottovalutarlo. Ci appare più innocuo, meno pericoloso per la nostra anima di altri.

Sembra una debolezza veniale. Una piccola trasgressione a cui abbandonarsi, senza eccessivi sensi di colpa. Mangiare è diventato un piacere consolatorio. Un atto che compensa le nostre fragilità e i nostri dolori quotidiani. Affrontiamo spesso dei brutti momenti, concedendoci dei dolci o degli alimenti che amiamo particolarmente. E non vediamo in questo nulla di male, il più delle volte.

In alcuni casi, la gola prescinde persino dal gusto. Ci sono persone per cui mangiare è una compulsione. Mangiano moltissimo, i loro pasti non contengono piatti particolarmente appetitosi. In questi casi, è nella quantità che si commette peccato di gola. Le porzioni aumentano a dismisura. Vanno ben oltre le vere necessità di sostentamento. Nel cibo cerchiamo distrazione, gratificazione, risarcimento dalle asperità della vita. Tutte cose che potremmo ricevere, per effetto di una vita spirituale più profonda.

Il vizio della gola

Evagro Pontico, nel suo trattato degli otto spiriti maligni, parla così della gola: la dilettosa degustazione caccia dal paradiso. La gola allontana dall’esercizio della virtù e dalla vita spirituale.

Un ventre indigente prepara ad una preghiera vigile, al contrario un ventre ben pieno invita ad un lungo sonno. Una mente sobria si raggiunge con una dieta molto scarna, mentre una vita piena di mollezze tuffa la mente nell’abisso. (cap 1, 12-13)

Secondo Evagrio, la gola non impegna solo lo stomaco del vizioso. Essa coinvolge soprattutto la sua testa, togliendogli la lucidità necessaria all’agire.

l‘intelletto, ottuso dalla sazietà, non accoglie la conoscenza di Dio. (cap 1, 17)

Tommaso D’Aquino definisce la gola come l’attitudine dell’essere umano quando: “eccede la giusta misura nel dedicarsi ai piaceri del cibo e delle bevande”. L’uomo che agisce così, fa peccato.

Dante e i peccati di gola

Nel medioevo il vizio della gola era tutt’altro che trascurato.

Nell’inferno dantesco, i golosi sono i primi peccatori che si incontrano. Dante, che stratifica i vizi, in base alla loro gravità, indica la gola per prima. Vizio meno grave di altri, ma comunque vizio. Ovvero comportamento che può portare alla dannazione. E i golosi, in quella rappresentazione dell’inferno, hanno un destino assai spiacevole. Sono trasformati in maiali e si rotolano nel fango. Tutte le prelibatezze a cui hanno indulto in vita, diventano liquami puzzolenti e disgustosi, in cui sono immersi.

Come riconoscere i comportamenti viziosi

Mangiare è indispensabile per vivere. Non è dunque il cibo in sé il problema, ma un istinto al suo consumo smodato. È la mancanza di moderazione il segnale di allarme. Il goloso non mangia per nutrirsi. Spesso non mangia nemmeno per fame. Si parla di “fame nervosa”, per quelle persone che usano il cibo per combattere l’ansia.

Più che per ogni altro vizio capitale, la gola lascia segni nel corpo. Molto frequentemente colui che segue la gola, è grasso, ha il ventre gonfio.

Evagrio Pontico così descrive il goloso: non ingrassare il corpo per una passione vinta: come infatti nella terra grassa germina ciò che è nascosto così nel corpo grasso rivive la passione. La gola può persino danneggiare la salute. Però sarebbe un errore trattarla come se fosse un problema fisico: di appetito e sazietà. In realtà il problema è più profondo.

Non solo gola

Tuttavia, il peccato della gola non si intende solo in relazione agli alimenti. In un ambito più ampio, il vizio della gola abbraccia il desiderio eccessivo di qualunque cosa. L’ingordigia si presenta sotto la forma del consumismo. Qualcosa che conosciamo bene. E’ la continua ricerca di ottenere ciò che ci piace. Non importa che si tratti di abiti, di accessori, di divertimenti, di beni materiali o denaro. Accumularli è una manifestazione d’ingordigia. Anche l’ambizione sfrenata è una forma di cupidigia, che nuoce all’anima.

Un atteggiamento di questo tipo porta al peccato. Il desiderio prende il controllo della nostra vita, invece di essere razionalmente controllato da noi. È questa immaturità spirituale ed emotiva che rappresenta il cuore del problema. Gli ingordi sono dominati dagli istinti. Il primo passo, per vincere il vizio, è ammetterne la serietà.

Come vincere il vizio della gola

Il rimedio ai peccati di gola consiste nel recuperare l’auto controllo. Bisogna imparare ad agire con moderazione, rispetto ai desideri ed appetiti sia alimentari che di altro genere. La preghiera e la penitenza sono fondamentali. Astenersi dal cibo o da qualunque altro oggetto di desiderio tempra l’anima e la predispone alla disciplina. La temperanza permette di tenere lontani i cattivi pensieri.

Come dice Evagro Pontico:

Il corpo indigente è come un docile cavallo e mai disarcionerà il cavaliere: questo, infatti, costretto dal freno, arretra e obbedisce alla mano di chi tiene le briglie, mentre il corpo, domato dalla fame e dalle veglie, non recalcitra per un cattivo pensiero che lo cavalca né nitrisce eccitato dall’impeto delle passioni.

Qui avevo parlato dell’accidia: https://annaporchetti.it/2023/07/31/combattere-accidia/

e dell’invidia: https://annaporchetti.it/2023/07/09/provare-invidia-e-suscitarla-prevenzione/

Seguimi sul Blog: www.annaporchetti.it

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu

per ricevere gli aggiornamenti su blog e podcast, iscriviti al canale Telegram: https://t.me/annaporchetti

gola