Quel che riceviamo gratis
Proviamo a fare il punto di quello che oramai è gratis? Oggi ci sono tutta una serie di cose che, grazie alla tecnologia, ai cambiamenti del mercato, alla cultura, non si pagano più. E non sono poche. Le foto, ad esempio. Ricordate come funzionava una volta? Bisognava comprare il rullino e poi portarlo a sviluppare. Pagavamo un certo prezzo per ogni foto stampata. Infatti, le foto si facevano con moderazione. Oggi, col telefono, abbiamo la possibilità di fotografare in modo illimitato, solo con un click. Che facciamo una o mille foto, il costo è lo stesso: è gratis.
E le telefonate? Se come me, siete nate negli anni settanta, ricordate sicuramente il tormentone della bolletta. La necessità di non dilungarsi troppo al telefono. La mamma o il papà che vigilavano, perché non facessimo telefonate troppo lunghe. Perché il telefono si pagava. Andava usato con parsimonia. Per trasmettere informazioni, non per fare chiacchiere. Oggi, con WhatsApp, telefonare è gratis. Sarebbe stato inimmaginabile, quando eravamo ragazzi. Eppure, oggi, non solo si può telefonare gratis, ma ci si può anche guardare in faccia, mentre lo si fa. Le videochiamate sono completamente gratuite. E la lista sarebbe ancora lunga.
Chi di noi comprerebbe più un vocabolario, ora che ci sono quelli on line, gratis? E le cartine stradali? I miei ne avevano una intera collezione, divise, per regioni d’Italia. Oggi sono inutili. Chi spenderebbe anche solo un centesimo per comprarle, ora che tutte le informazioni di viabilità, aggiornate in tempo reale, si trovano gratis su decine di siti?
Cosa significa avere qualcosa gratis
La vita non è sicuramente a buon mercato, eppure c’è una lunga lista di servizi che possiamo ottenere gratis. Questo è un bene? Intendiamoci, non dico che voglio tornare a pagare le telefonate. Niente affatto. Dovrei accendere un mutuo, visto che nel frattempo mi sono allargata e ho imparato a dare sfogo alla mia attitudine logorroica. Metto il telefono in viva voce, e parlo. Mentre spadello, guido, mi metto lo smalto. Parlo, parlo, parlo, tanto è gratis.
Quasi nessuno riesce a sottrarsi al fascino della gratuità. Ma non è una situazione priva di rischi. Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che possiamo avere gratis, rischiamo due comportamenti sbagliati. Possiamo o approfittare di quello che è gratis, oltre le nostre necessità e oltre il ragionevole. Oppure possiamo finire con il trascurarne il valore, proprio perché è gratis, ottenerlo non ci è costato nulla.
Il rischio di approfittare
Cosa accade quando, ad essere gratis è l’amore? L’amore dovrebbe essere fondato sulla reciprocità.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. (Mt 7:12)
L’amore di Dio è gratis
Se però sappiamo di essere amati gratuitamente, incondizionatamente, generosamente, rischiamo di approfittare della posizione di vantaggio in cui ci troviamo. Questo molti di noi lo hanno vissuto in prima persona: quante volte non abbiamo ripagato l’amore generoso di Dio, con la giusta lealtà e devozione?
Lo dice Giovanni nel Vangelo:
Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. (1Gv 3:1)
e lo spiega anche San Paolo ai Romani:
Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Romani 5:8)
Spesso ci comportiamo in maniera egoistica. Pensiamo solo alla nostra felicità e ai nostri obiettivi. Non rendiamo a Dio quello che gli dobbiamo, in termini di gratitudine, obbedienza, fiducia.
Essere amati gratuitamente genera ingratitudine?
E questo atteggiamento si verifica anche nei rapporti fra persone. Ve la ricordate Teorema? La canzone degli anni settanta che per alcuni è stata una sorta di testo sacro delle relazioni amorose? Anche lì, la narrazione si basa sul principio di approfittare dell’amore tenace e gratuito di una persona, a proprio vantaggio. Un amore più forte, mette chi ama in una posizione di debolezza. Una debolezza di cui la canzone suggerisce cinicamente di approfittare. È solo una canzone, ma fotografa un comportamento reale.
I genitori ti amano gratis
Questo non è l’unico esempio di sfruttamento dell’amore altrui. Vale anche per tante famiglie. Ci sono figli che non hanno la giusta considerazione per i genitori. Invece fanno leva sull’amore dei genitori, che non conosce limiti, per ottenere quel che vogliono. Ve la ricordate la parabola del figliol prodigo? Un giovane che è amato moltissimo dal padre e che lo ricambia con ingratitudine. Il figlio deve arrivare a perdere tutto, per comprendere il valore di quello che aveva e a cui ha rinunciato.
Il rischio di svalutare ciò che è gratis
L’altro rischio quando si ha a che fare con ciò che è gratis, è di non attribuirgli il giusto valore. Diceva San Tommaso d’Aquino che: “chi riceve qualcosa senza soffrire, la conserva senza amore”. L’illustre teologo, santo e dottore della Chiesa ha così sintetizzato una tipica attitudine umana: quella di sottovalutare quello che otteniamo con troppa facilità.
Sappiamo ricambiare adeguatamente chi ci ama? O rischiamo di dare per scontate le persone che ci vogliono bene? Se facciamo questo errore, sottostimiamo pericolosamente quello che ha valore e lo sprechiamo. Ricordate la metafora delle perle gettate ai porci? F
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. (Mt 7:6)
Facciamo attenzione a non gettare via i preziosi sentimenti di chi ci è vicino, rischiando di perderli.
L’autostima
Il rischio di sottovalutazione, vale anche verso noi stessi. Dobbiamo far fruttare al meglio le nostre qualità e i nostri talenti. Il fatto che ci siano stati donati generosamente, senza fatica e senza merito, non significa che dobbiamo ignorarli o disprezzarli. O, peggio ancora, lasciarli inutilizzati.
Tutti riceviamo gratuitamente dei doni meravigliosi, che rischiamo di sprecare, invece di accoglierli come una benedizione. Forse dovremmo dimenticarci che quel che abbiamo è gratis e far finta di dover pagare una contro partita, prima o poi. Potrebbe funzionare.
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