Cara Rachele, parliamo di gravidanza. Cosa accade nella mente e nel corpo di una donna, quando aspetta un figlio?
Tantissimi esperti hanno provato a occuparsi di gravidanza e rispondere a questa domanda: sia esperti pro-vita, sia esperti del tutto impermeabili alla faccenda “vita del nascituro”. Come tra l’altro sono alcuni studiosi della ‘sindrome post-abortiva’, del resto). Quello che è certo, è che dal momento stesso del concepimento, il corpo della donna metta in atto tutta una serie di modificazioni. Esse sono atte alla soppressione del proprio sistema immunitario. Per fare spazio al concepito.
Al momento dell’annidamento dell’embrione nell’utero materno, poi, avviene a livello mentale quello che gli studiosi chiamano “annidamento psichico”. Quel minuscolo esserino si fa spazio nella mente materna, per non lasciarla mai più. Neppure in caso la gravidanza, e quindi la vita del bambino stesso, s’interrompano.
Corpo e mente della donna in gravidanza
Altri avvenimenti interessanti riguardano la migrazione di cellule totipotenti embrionali (le cosiddette cellule staminali) verso distretti anatomici materni “guasti”. Il bambino è come se divenisse “guaritore della madre”. E che dire del cosiddetto “latte endometriale” che produce mamma per nutrire il piccino all’inizio della gestazione?
Insomma: quello che accade è una complessa relazione che nasce immediatamente anche quando mamma non se n’è accorta ancora. E prosegue per tutta la gravidanza (endo-gestazione) per continuare dopo la nascita del bambino (eso-gestazione) sino ai primi mille giorni che, oramai, sono stati individuati come fondamentali per entrambi. Per la mamma perché faccia spazio psichico al bambino, per il bambino perché “nasca” al mondo e trovi il suo spazio nella famiglia.
In gravidanza nasce una mamma
La gravidanza è fondamentale perché la donna concepisca se stessa come madre. Ciò è complesso e spesso non automatico. Facendo pace con la propria identità di figlia, deve costituirsi adulta e genitore, cosa che la spinge ad analizzare il suo rapporto con la madre, per crearsi lei stessa un’idea ipotetica di che madre vorrà essere. Certo: questa mentalizzazione deve poter essere aperta al figlio com’egli sarà, come egli mostrerà il suo carattere.
È sempre un peccato quando una mamma si fa l’idea di avere un determinato tipo di bambino (nel carattere e nel modo di approcciarsi a lei stessa) e poi questi non è chi ella sperava (a partire dal sesso del nascituro che talvolta è una delusione per mamma). Il bambino, a termine di gravidanza, ha i suoi orari, i suoi gusti, persino le sue preferenze sui sapori dei cibi che mamma mangia. Il bambino ha una personalità a se stante rispetto alla mamma.
Comprendere ch’egli è una persona diversa dall’idea che mamma si è fatta è importante per accettare, una volta nato il figlio, le sue proprie caratteristiche, rispettarne le inclinazioni, assaporarne i piccoli pregi e accoglierne i difetti. Per compiere questo passaggio è necessario che mamma stessa rispetti la propria idea su di sé, accogliendo per prima lei stessa in ciò che le piace e in quello che non le piace. È un grande passaggio di vita e 9 mesi sono il tempo che occorre per compiere tutti questi passaggi…
Di cosa ha realmente bisogno una donna in gravidanza? E cosa invece non serve, anche se tanti dicono il contrario?
Una donna in gravidanza ha bisogno di fare il nido. Questo significa che la famiglia, prendendosi cura di lei, si prenda cura anche del nascituro. Soprattutto se la gravidanza non era calcolata, è fondamentale che la famiglia (genitori, compagno – se presente – amici) facciano “scudo” alla mamma che può trovarsi a vivere una fase di ambivalenza nei confronti della gravidanza stessa: è fisiologico nelle donne che cercano la gravidanza, figuriamoci nelle donne che non l’hanno messa in conto.
La gravidanza è un esito fisiologico del rapporto sessuale e accoglierla – nonostante la sorpresa – è importante soprattutto per la donna. Una volta che la gravidanza è entrata nella vita della donna (verso le prime settimane e spesso grazie alla prima ecografia), è tutto più semplice se la donna può viverla sentendosi protetta e tranquilla.
La gravidanza ha bisogno di alleanza fra donne
Certo, nel mondo odierno non è facile, per questo io sono sempre dell’opinione che la donna debba vivere la propria gravidanza, condividendola con altre donne in attesa e con bambini piccoli. Questo le darebbe la dimensione di accompagnamento, di compagnia, di tranquillità. Ecco: la donna ha bisogno di tranquillità, amorevolezza, accoglienza.
Ci tengo a sottolineare che tutte le donne, soprattutto le neo-mamme, hanno bisogno di stare tra donne, di essere spalla una dell’altra, di reciprocità. Quello che sfianca le mamme occidentali è certamente la solitudine. Se essa avviene dopo una gravidanza e un parto magari complicati, possono essere fatali per il rapporto con il bambino.
Vorrei anche sottolineare, ci tengo molto, che la mamma deve essere messa in condizioni di stare bene con il suo bambino. E di godere della propria maternità. Questo lo si può fare se mamma non è abbandonata dalla famiglia. E se il mondo del lavoro femminista non le ingiunge quanto sia squalificante occuparsi dei figli e della casa, affinando interessi anche non remunerativi: passatempi, volontariato…
La gravidanza è la grande assente del dialogo femminile moderno. Perché fa tanta paura?
Perché non siamo più abituate alla gravidanza, alla normalità del vedere una mamma che sferruzza calzini piccolissimi su una sedia a dondolo. Vedere una mamma che allatta serena il suo bambino, ci fa strano. Abituati al vedere la donna lavoratrice indefessa ed integerrima, quasi stacanovista, facciamo fatica a osservare la serenità negli occhi di chi sta facendo tantissimo anche solo riposandosi leggendo un libro.
Scambiamo questa immobilità per pigrizia, crediamo che una mamma entusiasta della propria maternità, che ricerca la gioia nell’essere madre, sia una povera idiota frustrata da decenni di patriarcato che la tiene ben legata al focolare domestico.
Le gioie della maternità: tesori da riscoprire
In realtà non è così: millenni di storia insegnano che le donne trovano piacevole la maternità, quando sono lasciate libere di occuparsene. Quello che si teme è che alle donne piaccia fare le madri. Un po’ di malthusanesimo qua, un po’ di eugenetica là, una spruzzata di egoismo (quella che fa dire alla cultura che si ha diritto ai figli desiderati).
Soprattutto un mondo femminile piegato al maschilismo imperante (che sta mutando in transessualismo maschile: quindi non più “partoriente” ma persona che partorisce), stanno devastando l’essenza stessa della maternità. Tanto che alcune donne la temono. Ci vorrà del tempo e molta “pubblicità progresso” per superare questa china.
Magari sarà necessario che le beghine urlanti dei vari movimenti transessualisti (sostenuti da moltissime donne) vangano a mancare, non lasciando eredi. Poi, la maternità risorgerà: è dentro di noi.
Molte donne passano la metà della loro vita fertile a cercare di evitare gravidanze, e l’altra metà a programmare il concepimento. Ma la fertilità si piega davvero ai nostri comandi?
No, e neppure la salute. Il guaio è aver svenduto la femminilità alla Medicina e alla Farmacologia, dall’epoca di Pincus in poi. Quante influencer donne, medici o ostetriche, attualmente diffondono disinformazioni a livelli altissimi, pur di spacciare ormoni con qualunque scusa (la cancellazione della fertilità o l’incremento della fertilità)? C’è sempre un guadagno dietro e chi paga sono le donne. Affermato questo io credo che un po’ di sana pulizia sarebbe doverosa. La salute delle donne non va sfruttata a proprio piacimento.
Sempre meno gravidanze, sempre più tardi, sempre più condizionate a progetti di altra natura, quali sono i rischi di questo atteggiamento?
I rischi sono di non farcela. Di non essere capaci di stare dietro ai figli, di aver bisogno di delegare esperti di ogni tipo che sostituiscano i genitori nella loro genitorialità. Inoltre il mito del “figlio desiderato” sta demolendo lo status di figli accolti in quanto figli.
Già nei primi anni Ottanta del 1900, una volta che la procreazione medicalmente assistita, la contraccezione e l’aborto si sono diffusi e sono diventati alla portata di tutte le donne, si vedevano i primi problemi dati dall’investire nell’unico perfetto figlio tutte le proprie energie nel momento della vita migliore. Quello che c’è quando tutto il resto si è sistemato: studio, lavoro, casa e coppia: c’è una violenza intrinseca nel pensare che quel figlio agognato e preteso possa realizzare i sogni della vita della coppia e soprattutto di mamma.
La condanna del figlio unico a soddisfare le aspettative dei genitori
Infatti – purtroppo – raramente veniamo a conoscenza di quanta violenza subiscano questi figli quando non sono esattamente quello che la madre voleva. Anche recentemente una donna ha ucciso il figlioletto, avuto dopo tanta fatica e tanti affanni. I bambini sovraccarichi del peso di essere aspettato, desiderato, agognato, è sovraccarico di tutto quello che i genitori pretendono per lui e solo per lui: nel mondo occidentale i bisogni sono materiali, ma siamo certi che il bambino abbia necessità di quello?
Medicalizzazione della gravidanza: oggi le gestanti vengono sottoposte a sempre più sofisticati e frequenti esami di ogni tipo. Serve davvero? Perché trasformare un processo naturale e fisiologico in una malattia?
Non ho una risposta, quello che so è che spostare la salute delle donne dalle ostetriche ai ginecologi (che comunque hanno assorbito molto il modus operandi dei medici), ha trasformato la fisiologia della donna in una performance alla “produzione” di esseri umani perfetti. Anche qui l’eugenetica la fa da padrone.
Come consiglieresti a una donna di prepararsi, durante la gravidanza?
Prima di tutto la fisiologia, assolutamente. Dal concepimento sino al secondamento della placenta, dopo il parto. Dopo di ché il suo essere madre e che tipo di madre vorrebbe essere. Una parte è ovviamente data dalla fisiologia del sonno e dell’allattamento infantili. I primi 1000 giorni del bambino: cosa aspettarsi e cosa conoscere del bambino. Un punto focale riguarda i cambiamenti di coppia, dall’essere coppia, all’essere coppia genitoriale. I ruoli materno e paterno.
Un occhio va dato alla relazione con gli operatori sanitari, la scelta del tipo di parto, quello che si può progettare e quello che bisogna accettare che accada (l’inaspettato c’è sempre: dall’induzione di travaglio di parto dopo la 42esima settimana, al taglio cesareo per problematiche importanti), il luogo del parto e come sopravvivere – letteralmente – a situazioni che non fanno parte del proprio progetto di nascita. Accettare che un figlio nasca in un modo nel quale non si è progettato, non è semplice: per questo bisogna pensare a come ristabilire, in questo caso, la propria fisiologia.
Gravidanze ripetute: come cambia il vissuto dell’attesa, dopo il primo figlio?
Certamente l’arrivo di un secondo-terzo-quarto bambino cambia in quanto, dopo la prima esperienza di gravidanza, nascita e allattamento, la mamma si fa un’idea di che cosa “tenere” e cosa “buttare”.
Il luogo del parto, il tipo di parto, il tipo di operatore sanitario per assistere alla gravidanza e al parto, l’allattamento e le scelte educative. Ogni figlio, oltretutto, è diverso dal fratello precedente. E’ importante ricordare alle mamme che quando giunge il secondo figlio (e oltre), talvolta bisogna cambiare il proprio approccio educativo. Questo anche con il figlio precedente, che cresce e continua ad avere bisogno di mamma e papà.
La maternità aiuta a scoprire i propri talenti
Quello che vorrei sottolineare è quanto la gravidanza e la nascita di un figlio possono mutare gli interessi della mamma. Tantissime donne, con un lavoro stabile e degli interessi rodati, hanno completamente mutato il loro progetto di vita anche professionale quando sono diventate mamme. Questo è magnifico, se ci si pensa! L’elasticità delle mamme è parte integrante del loro modo di essere. Essendo le madri fatte per la relazione, le mamme sono adatte per scoprire – anche grazie alla maternità – anche passioni che pensavano inesistenti.
Quante mamme sono diventate appassionate di allattamento e sostegno tra mamme? Quante mamme hanno capito che il loro percorso di studi era chiamato a essere diverso da quello che avevano progettato?! Tantissime! La maternità apre un sacco di finestre e di porte, basta solo accettare che questo accada, lasciandosi plasmare dalla maternità!
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