Come funziona la mente?
Come funziona la mente umana. Da sempre cerchiamo di capirlo. L’autore del libro del venerdì è Giorgio Nardone, Psicologo e psicoterapeuta. Nardone affronta la questione, in un breve saggio, intitolato: “Cogito ergo soffro” . La domanda fondamentale è: davvero pensare razionalmente è la chiave della felicità? Non sarà che, invece, pensare troppo ci rovina la vita?
L’autore ripercorre brevemente la storia del pensiero filosofico. Emerge che l’uomo si è sempre confrontato col dubbio. Per affrontarlo, prima l’uomo si è affidato alla religione e ai dogmi. Questo approccio gli ha garantito risposte certe e rassicuranti ai suoi dubbi per molti secoli. Col mutare del pensiero, la religione, almeno in occidente, ha perso questo primato rassicurante. Dall’illuminismo in poi, gli uomini hanno messo da parte la religione. Si sono invece affidati al ragionamento, per minimizzare i dubbi e ottenere rassicuranti certezze.
Oltre quattrocento anni fa, Cartesio aveva espresso il postulato fondamentale del suo pensiero: cogito ergo sum (penso e dunque sono). Ma è davvero così?
La componente razionale non è la sola a determinare come funziona la mente umana
Il punto debole dell’approccio razionalistico è stato subito evidente. Non tutto dipende da fattori controllabili. Ci sono circostanze in cui non è possibile determinare gli eventi. Il bisogno di rassicurazione dell’uomo non viene esaudito con la sola razionalità. Pensare troppo fa male. La mente può tendere tranelli nei quali rimaniamo intrappolati.
Le trappole della mente umana
L’autore delinea brevemente i principali meccanismi che intrappolano gli uomini nel loro pensieri. Si parte dalla delega delle decisioni. Un meccanismo frequente, quando le opzioni fra cui scegliere sono troppe. In questi casi, una riflessione su tutte le possibilità, è troppo oneroso. La persona non riesce a prendersi la responsabilità. Non decide. Piuttosto preferisce delegare la scelta definitiva ad altri.
Oppure incorriamo in dissonanze cognitive. In questo caso, dopo ogni scelta, siamo portati a volere conferme continue, sulla bontà della nostra decisione.
Si può cadere vittime di quella che Nardone chiama: “la perversione della ragione”.
Ovvero il bisogno di credere di aver scelto per il meglio. A esso si accompagna spesso il senso di colpa, di inadeguatezza o la sensazione di aver comunque sbagliato. Qualunque sia la scelta fatta.
Esempi concreti tratti dalla pratica
L’elemento vincente di questo libro è la sua brevità. In poco più di cento pagine, l’autore enuncia le tesi sulle dinamiche razionali più comuni e le loro degenerazioni. A ciascuna aggiunge alcuni casi concreti, tratti dalla pratica clinica. In questo modo, rende immediata la comprensione delle diverse sfumature del problema. Con lui è possibile fare un viaggio, che permette di comprendere come funziona la mente umana.
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