Cartesio, la manutenzione dei sentimenti e la posta del cuore
Immaginate che una coppia in crisi scriva alla posta del cuore. Ma non una posta del cuore qualsiasi. Una rubrica tenuta da uno bravo, un VIP del pensiero. Magari un Einstein o, meglio ancora, un Cartesio. Se Cartesio gestisse la posta del cuore, ci direbbe che nel matrimonio è tutta una questione di metodo. Che questo marito o questa moglie, quando l’abbiamo conosciuto/a, ci sembrava il vero amore. Poi qualcosa si è rotto. Ma che garanzia c’è che un secondo “vero amore” non sia destinato alla stessa fine? Nessuna in verità.
Perché il “nuovo amore” ha dei difetti, esattamente come il “vecchio amore”. L’unica differenza è che i difetti del nuovo ancora non li conosciamo. Tanto varrebbe cercare di far funzionare il vecchio amore, invece di lanciarsi in uno nuovo, con l’illusione che, quasi per magia, tutto funzioni a meraviglia.
Cartesio ci direbbe che siamo noi come coppia a finire.
Non l’amore. Perché l’amore è un’idea, un’astrazione, non inizia né finisce. L’amore non muta natura né forma. Invece, Iniziano, mutano e finiscono le coppie e i matrimoni, che sono fatti di persone reali. Sarebbe una risposta in perfetta logica cartesiana. In fondo, avrebbe ragione lui. Se come coppia siamo in crisi, è perché non abbiamo fatto la necessaria manutenzione dei sentimenti. Le mogli hanno cominciato a essere rompiscatole e i mariti hanno cominciato a trascurarle per la Tv, gli amici, altri interessi…
Ok, quando ho tirato in ballo Cartesio scherzavo. Lasciamolo alle sue speculazioni matematiche. Non sarebbe una grande perdita, per la posta del cuore. Teniamoci solo l’idea del metodo. Il metodo per mantenere vive le storie e i matrimoni. E comunque -detto fra noi- Cartesio in persona non si sarebbe mai prestato a tenere la posta del cuore. Ve lo do per certo. Uno che per divertimento passa il suo tempo a mettere punti su due assi perpendicolari, cosa volete che ne sappia dell’amore? Suvvia, cosa c’entra la matematica con i sentimenti?
Meglio affidarsi alle Scritture, che conoscono davvero il cuore dell’uomo.
L’infallibile metodo (non cartesiano) per la manutenzione dei sentimenti
Torniamo per un secondo ai due che si confidano, affranti, alla posta del cuore. Sono in cerca di buoni consigli. Scrivono perché non trovano da nessuna parte la risposta a quella sacrosanta domanda. Come uscire dalla crisi? Qual è il vero, infallibile metodo, per far durare un amore per tutta la vita?
Io, credo che, così come i due si sono allontanati, si possano riavvicinare. Magari ricordando a sé stessi perché si erano scelti e si erano voluti bene. Lo so che non è facile, ma nella vita non ho ancora trovato niente di facile, manco la benedetta ricetta del purè di patate. Ha una stellina sola, come livello di difficoltà, eppure, mica mi viene sempre bene.
La manutenzione dei sentimenti è fondamentale. È il vero metodo per far durare un matrimonio. È un po’ come la manutenzione degli elettrodomestici. Non voglio essere cinica, ma se la mia Bosch ha bisogno di ciclo con un cura-lavastoviglie ogni due mesi e un chilo di sale ogni mese e un po’ di brillantante a ogni lavaggio, come possiamo pensare che il matrimonio vada avanti per inerzia, per magia, praticamente da solo, intanto che noi siamo troppo impegnati a fare tutt’altro che prendercene cura?
Dare per scontati i sentimenti
Tutto nasce da quel malefico “e vissero felici e contenti”. Fateci caso. Il baco parte da lì.
Vera e propria mistificazione. Perché noi ci innamoriamo, cullati nell’idea che l’amore, specie nel matrimonio, sia un punto d’arrivo. Che, insieme agli anelli, alle bomboniere agli inevitabili e spesso orrendi regali fuori lista, ci venga consegnato anche l’amore. Un amore da riporre in una vetrinetta. Una conquista fatta una volta e per sempre. Come il diploma di maturità. Una cosa scontata, non più soggetta ad alcuna manutenzione. È pericolosissimo dare per scontati i sentimenti. Perché, come noi, essi cambiano, crescono, riflettono i nostri bisogni e il nostro percorso. Bisogna prendersene cura costantemente. Lo so che sembra un secondo lavoro. Talvolta anche un primo lavoro. Ma chi non lavora, non fa l’amore, si diceva una volta. Lo ricorda Giovanni nell’episodio delle nozze di Canaan.
“Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. (Gv2:10)
In un matrimonio, dobbiamo adoperarci affinché il vino sia sempre buono, dal giorno delle nozze fino all’ultimo istante della nostra vita. Possiamo farlo, chiedendo alla Grazia del Signore di operare in noi.
Ecco i miei consigli per la manutenzione dei sentimenti. Frutto di più di vent’anni di errori, cadute, tentativi, ma anche soddisfazioni, felicità e crescita.
Amare l’altro come vuol essere amato
“E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Ef 5:25)
“Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.” (Ef 5:33)
San Paolo invita i mariti ad amare le mogli e le mogli a rispettare i mariti. Adesso, prevenendo una prevedibile tirata pseudo femminista, conviene spiegare. San Paolo non dice che le mogli devono essere amate ma non rispettate. Né che i mariti devono essere rispettati ma non necessariamente amati.
San Paolo, Vip certo molto più titolato di Cartesio a parlare di matrimonio, ci sta spiegando come funzionano gli uomini e le donne, rispetto all’amore.
San Paolo ci fa osservare che l’amore per le donne è una questione di emozioni, di cura, di tenerezza. Le donne vogliono essere amate, perciò circondate di manifestazioni dei sentimenti. Per gli uomini, di solito meno inclini alle smancerie, l’amore è soprattutto sentirsi rispettati, apprezzati, tenuti in considerazione, in una dimensione più razionale.
Ciascuno dei due sessi ha un modo diverso di vivere l’amore. Per fare una buona manutenzione dei sentimenti, occorre tenerlo a mente. Serve amare l’altro come vuole essere amato. Per questo, io invito le donne a non criticare i mariti, ma a farli sentire stimati e considerati. Fate loro dei sinceri complimenti, mostrate apprezzamento per i loro traguardi e le loro iniziative. Ricordate che Sara chiamava suo marito Abramo “signore”, in segno di rispetto.
Per lo stesso motivo, invito i mariti ad essere più generosi, nelle manifestazioni di affetto con le mogli. Dite alle vostre consorti un po’ più spesso che le amate. Lo so che è una informazione che avevate già comunicato loro il tredici settembre del novantasette, e da allora non sono subentrati cambiamenti. Voi lo date per acquisito e sicuramente anche lei. Ma una donna ha bisogno di sentirsi dire ogni tanto “ti amo”.
Tenete gli altri alla giusta distanza
«ciò che Dio ha unito, l’uomo non divida». (Matteo 19, 6)
Una grande insidia per ogni coppia sta negli estranei, che tentano di insinuarsi fra marito e moglie. Questo vale per uomini che corteggiano le mogli altrui, o per mariti che seducono altre donne. La fedeltà è un requisito essenziale nel matrimonio, al punto che viene ricordato nelle promesse nuziali. Tuttavia, si può tradire l’altro in molti modi.
Si può lasciare che nel proprio matrimonio si insinuino suoceri, cognati, figli, amici e conoscenti. Fare una buona manutenzione dei sentimenti, significa ricordare la centralità della coppia su tutto il resto. Con il matrimonio si diventa una carne sola e bisogna vivere in armonia con il marito o la moglie. Non è saggio permettere a qualcuno di portare disaccordo, sospetto, ostilità nel proprio rapporto con il coniuge.
Imparate a non dare peso a quello che gli altri dicono del vostro matrimonio del vostro sposo o sposa. Imparate anche a rimettere garbatamente al loro posto coloro che si impicciano degli affari di casa vostra. Chi vi vuole davvero bene, non semina zizzania nel vostro rapporto di coppia.
Affidare a Dio la manutenzione dei propri sentimenti
“Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza.” (Tb 8:4-5)
Se volete essere certi della solidità e costanza dei vostri sentimenti, affidateli a Dio. Lo leggiamo nel libro di Tobia: i due sposi si mettono a pregare. La manutenzione dei sentimenti non è solo opera umana. Mettiamoci tutta la buona volontà, tutto l’impegno, senza dimenticare che la nostra unione è un sacramento. Dio si è fidato di noi e ci ha resi ministri del matrimonio. A noi tocca affidarci e fidarci di lui. Il più accreditato, competente manutentore dell’amore è proprio Lui. Lui che riesce ad amarci, malgrado quelli che siamo, può darci la forza per amarci l’un l’altro per tutta la vita.
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