Nel nome di Dio Padre
Che fine ha fatto Dio Padre? Rischia davvero di sparire, persino dal Padre nostro? Il Sinodo Generale, l’assemblea legislativa della Chiesa di Inghilterra, è iniziato venerdì. Ed è stata subito polemica.
L’arcivescovo di York, il reverendo Stephen Cottrell, ha pronunciato il discorso di apertura del Sinodo. Un discorso che ha fatto storcere il naso a molti. Leggiamo il passaggio incriminato:
For if this God to whom we pray is ‘Father’ – and, yes, I know the word ‘father’ is problematic for those whose experience of earthly fathers has been destructive and abusive, and for all of us who have laboured rather too much from an oppressively, patriarchal grip on life – then those of us who say this prayer together, whether we like it or not, whether we acknowledge it or not, even if we determinedly face away from each other, only turning round in order to put a knife in the back of the person standing behind us, are sisters and brothers, family members, the household of God.
Che si potrebbe tradurre più o meno così:
Perché, se questo Dio a cui rivolgiamo le nostre preghiere -e sì, so che la parola “padre” è problematica per coloro la cui esperienza di padri terreni è stata distruttiva e violenta, e per tutti noi che nella vita abbiamo faticato sin troppo a causa di una stretta oppressivamente patriarcale – dunque quelli di noi che dicono questa preghiera insieme, che ci piaccia o no, che lo riconosciamo o no, anche se deliberatamente sfuggiamo il confronto a viso aperto gli uni verso gli altri, e ci voltiamo solamente per accoltellare alle spalle la persona che è dietro di noi, siamo fratelli e sorelle. Membri di una famiglia, la famiglia di Dio.
La questione di Dio Padre
La prima critica è arrivata da The Guardian. Si tratta di un quotidiano storico, fondato nel 1821. The Guardian è di area progressista (l’80% dei suoi lettori sono laburisti). Un giornale che conta oltre centomila lettori ogni giorno. https://www.theguardian.com/world/2023/jul/07/lords-prayer-our-father-opening-may-be-problematic-archbishop-of-york-stephen-cottrell
The Guardian commenta:
L’arcivescovo di York ha suggerito che la frase che apre il Padre Nostro, recitato dai Cristiani di tutto il mondo, per oltre 2000 anni, possa essere problematica per via dell’associazione d’idee con il patriarcato.
Le critiche arrivano anche dal Daily Mail. Quotidiano di tutt’altra corrente. Il Daily Mail è di gran lunga il giornale più letto in Inghilterra. E fa riferimento ai conservatori. Fondato nel 1896, oggi è letto da circa un milione e mezzo di inglesi. Daily Mail spiega che:
“L’arcivescovo di York ha detto che alcuni lottano con la tradizionale espressione biblica “padre nostro”. Sua Eccellenza il reverendo Stephen Cottrell ha definito l’espressione padre nostro – usata per secoli all’inizio del Padre Nostro – problematica, per le vittime di genitori violenti. Egli ha anche detto che “padre nostro” è un problema per chiunque soffra all’interno di una società dominata dai maschi”
Qui il testo: https://www.dailymail.co.uk/news/article-12276651/Archbishop-York-Rev-Stephen-Cottrell-says-Father-problematic.html
Ovviamente, tutti sono intenti a vivisezionare le parole, le virgole, gli incisi. Gli osservatori di ogni area politica sono alla ricerca del vero intento di questo intervento così controverso.
Dio Padre e i cattivi padri
Non sono mancati commenti in area anglicana. La voce più critica è quella di Chris Sudgen. Sudgen è Canonico e Direttore del sito Anglican Mainstream. L’Anglican Mainstream è un organo di informazione che raccoglie gruppi cristiani con una comune visione ispirata da una lettura ortodossa del Vangelo.
Sugden ha ricordato l’origine evangelica del Padre nostro. Questa antica preghiera è un insegnamento di Gesù: “Quando preghi, dì Padre nostro -ricorda il reverendo – L’arcivescovo di York sta dicendo che Gesù era in errore? O Gesù non era consapevole dal punto di vista pastorale? Non posso credere che [l’arcivescovo] lo stia facendo consciamente. Però questa è l’impressione che dà. Sembra emblematico l’approccio di alcuni leader religiosi, che s’ispirano alla cultura [contemporanea], piuttosto che alle Sacre Scritture”.
L’argomentazione di Cottrell non lo convince per nulla. Infatti: “Se la gente ha avuto un rapporto difficile con il suo padre terreno, allora ha la possibilità di riscoprire la vera natura della paternità, attraverso Cristo”.
Commenti oltreoceano
L’analisi più caustica su Cottrell, arriva da Anglican ink. Il sito è un servizio dell’AnglicanTV Ministries. Appartiene a una TV anglicana fondata in Connecticut diciotto anni fa. L’editorialista Murray Campbell spiega che le riserve di Cottrell sulla frase “Dio Padre” sono discutibili, per due motivi.
Il primo, è legato al fatto che così come ci sono padri terribili, esistono anche madri terribili. Pur ammettendo che si abbiano dei genitori crudeli, aggressivi, difficili, questo non c’entra nulla con Dio. Dio è Perfetto nell’amore, nell’affidabilità e nella bontà.
Campbell dice: “In questa prospettiva, pregare Dio Padre non è problematico. E’ l’estrema soluzione a ogni necessità e a ogni desiderio di avere un buon padre.”
Tuttavia è la seconda motivazione che lo preoccupa maggiormente. Legare Dio Padre al patriarcato, equivale ad accusare Gesù di complicità nel sostenere una società ingiusta.
Campbell dice: “Il patriarcato è diventato sinonimo di sessismo, misoginia, disuguaglianza e maltrattamenti. Delineare una connessione così stretta fra le parole di Gesù e il patriarcato è pericolosamente prossimo a dare a Gesù del blasfemo”
https://anglican.ink/2023/07/07/listen-to-jesus-and-not-the-archbishop-of-york/
Altre reazioni nella comunità anglicana inglese
Ci sono opinioni più concilianti, riguardo al discorso del Reverendo Cottrell. È il caso di un altro vescovo del Sinodo, il Reverendo Ian Paul . Egli ha ammesso: “Stephen ha ragione nel dire che molte persone sono in difficoltà con la parola “padre”, a causa delle esperienze avute coi padri.” . Tuttavia Paul non si è sentito di condividere il discorso di Cottrell fino in fondo. Ha infatti specificato: “Ma questo è il modo in cui Gesù ci rivela Dio. Non abbiamo la discrezionalità di respingere questo insegnamento chiaro e coerente delle Scritture.”
Una delle poche voci a favore è stata quella della Reverenda Christina Rees. E’ una donna, visto che la chiesa Anglicana ammette il sacerdozio femminile. La Rees, attivista per un maggior peso femminile nella Chiesa, ha invece osservato che Cottrell: “Ha messo il dito nella piaga, su una cosa che riguarda i cristiani da molti anni. Siamo davvero sicuri che Dio creda che i maschi rappresentino la sua immagine in modo più completo e accurato delle donne? La risposta è assolutamente no”.
Dio Padre o Dio genitore 1?
Dopo il discorso del Reverendo Cottrell, molti hanno ricordato un recente annuncio. Meno di sei mesi fa, la Chiesa inglese ha sconvolto molti fedeli. Ha infatti reso nota l’attività di una speciale commissione. Una commissione incaricata di valutare l’idea di non usare più pronomi maschili, per citare Dio Padre. Pare che questa valutazione sia conseguenza della richiesta di alcuni sacerdoti. Essi volevano essere autorizzati a usare pronomi neutri, per riferirsi a Dio.
Questa modifica segnerebbe un allontanamento da un insegnamento millenario. I richiedenti si giustificano dicendo che permetterebbe un linguaggio “più inclusivo”.
All’annuncio, c’era chi aveva commentato:
It is unclear what would replace the term Our Father in the Lord’s Prayer, the central Christian prayer that Jesus is said to have instructed his followers to say together down the generations.
ovvero:
Non è chiaro cosa sostituirebbe l’espressione “padre nostro” nella preghiera più importante, lasciata da Gesù ai discepoli, perché la recitassero insieme di generazione in generazione.
Il reverendo Ian Paul ha detto qualcosa di ovvio (ma mai abbastanza):
“il fatto che Dio sia chiamato “padre” non può essere sostituito da “madre” senza che cambi significato, né può essere neutralizzato con un “genitore”, senza che perda di senso.“
Divorzio all’inglese?
E’ evidente che la Chiesa anglicana stia vivendo grandi divisioni. Cottrell stesso lo ha ammesso. In un altro passaggio del controverso discorso, il vescovo di York ha rivelato di aver rassicurato il Cardinale svizzero Kurt Koch. Gli ha detto che la Confederazione Anglicana non subirà scismi. Ciononostante, Cottrell ha riconosciuto che la Chiesa Anglicana è davanti a enormi sfide.
Cottrell ha dichiarato: “riconosco che nella comunità anglicana ci sono movimenti che sono a favore del cambiamento e altri che preferiscono che la prassi non cambi.”
L’oggetto del cambiamento è la celebrazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Questo argomento crea frizioni e dibattiti almeno da febbraio. Sarà probabilmente di nuovo affrontato, all’interno del Sinodo di questi giorni. Questo dice York press, il quotidiano locale dello yorkshire. Un giornale fondato nel 1882 e stampato proprio a York, la diocesi di Cottrell. https://www.yorkpress.co.uk/news/23641851.stephen-cottrell-archbishop-york-calls-unity/
Avevo già parlato di notizie dal mondo qui:
https://annaporchetti.it/2023/06/27/pride-dellinclusione-o-pride-della-discordia/
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