Provare invidia e suscitarla: prevenzione

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Provare invidia rovina la vita

Provare invidia è un peccato gravissimo. Dio ci mette in guardia, già nella Legge, data a Mosè. Il decimo comandamento parla chiaro: “non desiderare la roba d’altri”. E’ da questo desiderio che nasce l’invidia. Il messaggio è ribadito altre volte nelle Sacre Scritture.

Nel libro dell’Esodo troviamo questa raccomandazione:

«Non desiderare […] alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo » (Es 20,17).

E nel Deuteronomio, il concetto è ancora più chiaro:

«Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo  schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo» (Dt 5,21).


Ai tempi della Bibbia, gli oggetti da invidiare erano soprattutto beni materiali. Oggi, invece, l’uomo può provare invidia in molte altre forme. Si può invidiare il successo di una persona, le sue qualità, le sue amicizie, la sua famiglia. Si può invidiare la cultura, la bellezza, la capacità di farsi benvolere.
L’invidia è un pericolo da cui guardarsi con attenzione, in tutti i modi in cui può presentarsi.

Rifuggire l’invidia non vuol dire rinunciare ai propri sogni!

Rifuggire l’invidia non vuol dire rinunciare a realizzare i nostri sogni. Il decimo comandamento non vieta la legittima ambizione. Se desidero quello che ha un altro e voglio darmi da fare per ottenerlo, non faccio alcun male. La vera invidia è dispiacersi della fortuna altrui. L’invidioso vorrebbe toglierti quello che hai. Egli desidera appropriarsene ingiustamente e senza merito. Provare invidia può scatenare odio per le persone.
Sant’Agostino vedeva nell’invidia «il peccato diabolico per eccellenza».

E San Gregorio Magno spiegava: «Dall’invidia nascono l’odio, la maldicenza, la calunnia, la gioia causata dalla sventura del prossimo e il dispiacere causato dalla sua fortuna».

Provare invidia è male per la nostra anima. Inoltre, può riempirci di risentimento e di tristezza.


Evitare di provare invidia

Come evitare di provare invidia? Ecco alcuni atteggiamenti che possiamo praticare in modo regolare.


Mantenersi obiettivi

Prima di pensare a ciò che hanno gli altri, apprezziamo davvero le cose belle della nostra vita? Tendiamo spesso a concentrarci su quel che ci manca. Così perdiamo di vista quello che abbiamo. Per stroncare l’invidia, bisogna invece conservare la consapevolezza di tutto ciò di buono che possediamo. Dobbiamo mantenerci obiettivi, invece di farci annebbiare dall’invidia!

Spesso, coloro per cui proviamo invidia hanno ottenuto qualcosa che noi non abbiamo avuto, perché non possedevamo quello specifico talento (ma magari ne avevamo degli altri). Invece di provare invidia, mettiamo al frutto i talenti che abbiamo ricevuto!

Coltivare la gratitudine

Riconosciamo dunque la ricchezza e la bellezza dei doni ricevuti. Coltiviamo la gratitudine per tutto ciò che c’è di bello nella nostra esistenza. La gratitudine è un è un sentimento meraviglioso. Pacifica il cuore. Se impariamo ad essere grati per la nostra vita, i nostri affetti, i nostri risultati, avremo meno occasione di invidiare gli altri.


Apprezzare con sincerità le qualità altrui, invece di provare invidia


Invece di provare invidia, riconosciamo i meriti che hanno portato gli altri a ottenere ciò che posseggono. Una persona ha fatto carriera, perché si impegna ed è competente. Se ottiene risultati sportivi, di solito si allena ogni giorno. Ha tanti affetti grazie a un buon carattere e perché coltiva con cura i rapporti personali.
Raramente il successo della vita è solo frutto del caso o della fortuna. Molto spesso, chi lo ha ottenuto, ha dovuto lavorare sodo. Siamo tentati di guardare solo il risultato e invidiarlo. Dobbiamo essere consapevoli dell’impegno che lo ha portato lì. Ammettiamo onestamente che si è meritato tutto. Ammiriamo e riconosciamo ciò che la persona ha fatto. E’ dalle sue azioni e dai suoi sforzi che è dipeso il suo successo. Spesso, quei risultati a noi sono mancati perché non abbiamo potuto o voluto metterci in gioco nello stesso modo.


Praticare l’umiltà invece che provare invidia o avidità


A volte sopravvalutiamo l’importanza che hanno alcune cose. Non abbiamo bisogno di essere ricchi, famosi, ammirati dagli altri, per essere felici. Il desiderio di emergere, la tensione al successo sono sentimenti onorevoli, se vissuti con moderazione e realismo. Le persone più felici sono spesso quelle che hanno un atteggiamento umile verso la vita. Non desiderano smodatamente una condizione privilegiata. Sono persone che si accontentano. Qui vorrei chiarire che dobbiamo dare al termine “accontentarsi” il giusto significato. Abbandoniamo l’accezione negativa che ha assunto oggi questa parola.

Accontentarsi significa riuscire a essere contenti di quello che si è e che si ha. Non vuol dire puntare al ribasso, rinunciare ai propri sogni. Vuol dire solo mantenere il giusto discernimento sul valore delle cose. Riuscire a moderare l’ambizione, nei limiti del ragionevole. È una virtù molto preziosa, sapersi accontentare.
Invece, chi troppo vuole, spesso va incontro a delusione. Rischia di passare buona parte della vita ad addolorarsi di quello che non riesce a ottenere.  L’umiltà è una grande maestra di vita. Il Vangelo di Luca ci ricorda che: “Chiunque si esalta sarà umiliato, enchi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11).  

Non c’è bisogno che ci sbracciamo, per farci notare. Se saremo umili, i nostri pregi risalteranno in modo chiaro e ci saranno riconosciuti. Meglio fare un bagno di umiltà, che provare invidia per chi ci circonda.


Sostituiamo l’invidia con l’empatia


Invece di provare invidia per il prossimo, mettiamoci nei suoi panni. Proviamo a immaginare la gioia che gli deriva dal suo risultato. Alleniamoci a essere contenti per lui. La felicità del prossimo non ci toglie nulla. Al contrario, rallegrarsi per il successo altrui, ci permette di goderne indirettamente.


Come evitare di essere motivo di Invidia

E se ci troviamo dalla parte opposta della barricata? Ovvero, sono altri a provare invidia per noi? Non siamo responsabili dei sentimenti degli altri, Non dobbiamo farcene una colpa. Possiamo però evitare di creare occasioni di invidia. Ecco alcuni consigli.


Tenere un basso profilo


Si, lo capisco. E’ bello condividere la gioia per un successo, di qualunque tipo. Un’auto nuova, un figlio che si laurea con il massimo dei voti e cose simili, ci rallegrano e ci inorgogliscono. Tuttavia, annunciarli pubblicamente potrebbe attirarci qualche invidia. Possono dare la sensazione che vogliamo vantarci del successo ottenuto. O che ci consideriamo superiori, più bravi, più in gamba. Meglio tenere un profilo basso. Questo non vuol dire rinunciare a celebrare i successi. Significa però gioirne soprattutto in privato, nella cerchia degli affetti più intimi. Annunciamo il risultato brillante a chi sarà contento per noi e con noi. Evitiamo di attirare l’attenzione di persone con cui non abbiamo un vero rapporto di stima e affetto. Lì può annidarsi l’invidia.


Offrirsi di aiutare gli altri

Siamo particolarmente bravi in qualcosa? Abbiamo superato una prova difficile? Mettiamo le nostre esperienze a disposizione degli altri. Se qualcuno sta ancora lottando con una difficoltà che abbiamo superato, offriamogli aiuto. Invece di goderci il successo in solitudine, mostriamogli generosità. Tendiamogli la mano e condividiamo i nostri talenti con lui. Eviteremo che possa provare invidia per noi.

Esprimiamo la nostra stima per gli altri (anche coloro che potrebbero provare invidia per noi)

Talvolta si instaura un circolo vizioso. Chi ci invidia, prova ostilità nei nostri confronti. Questo ci induce a un atteggiamento difensivo oppure altrettanto ostile. Rompiamo questa dinamica! Se notiamo comportamenti poco amichevoli, non ricambiamoli. Esprimiamo stima sincera per l’altro. Mostriamogli che non siamo interessati alla contrapposizione. Invece lo consideriamo una persona di valore.

Non importa se l’aspetto che stimiamo in lui (o in lei) sia piccolo o grande. Cerchiamo qualcosa di positivo nell’altro. Facciamogli sapere che apprezziamo quel suo lato o quella sua caratteristica. Questo farà sì che lui (o lei) smetta di provare invidia nei nostri confronti. In definitiva, tutti vogliamo essere amati e ammirati. Specie da chi invidiamo!

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