Per parlare di pornografia fra i giovanissimi, ho interpellato la Dr.ssa Manuela Deidda, psicologa e psicoterapeuta, specializzata in Analisi transazionale e EMDR. La Dr.ssa Deidda insegna sociologia generale presso l’istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari. Ha un sito: www.manueladeidda.it
Pornografia fra i giovanissimi, qual è la sua esperienza clinica?
Quello della pornografia fra i giovanissimi è un problema comune. Non è raro trovarsi a seguire giovani che abbiano avuto un primo contatto molto precoce con immagini o video porno. Spesso già a 10 o 11 anni, sono stati esposti a materiali di questo tipo, generalmente in formato digitale. Le fonti principali sono siti web che contengano pornografia e che abbiano un accesso non protetto o blandamente protetto. Ci sono siti in cui i ragazzi possono facilmente aggirare eventuali limiti legati all’età. Così accedono a immagini o video porno (Youporn). Un ruolo rilevante lo hanno anche i social network.
Nella mia esperienza clinica, il 70-80% dei preadolescenti ha avuto un qualche contatto con contenuti espliciti, siano essi immagini o video porno. In alcuni casi i ragazzi visionano il materiale in gruppo. Spesso scambiano fra loro immagini e video sessuali, di cui sono venuti in possesso.
Esposizione alla pornografia fra i giovanissimi e differenze fra maschi e femmine
Nella mia esperienza, il problema della pornografia fra i giovanissimi riguarda in massima parte i maschi e questo non stupisce. La sessualità maschile si nutre fisiologicamente di un aspetto visuale e quindi trova gratificazione nella visione di immagini e video espliciti.
Come capire se il proprio figlio fa uso regolare di immagini e video a sfondo sessuale?
Non è semplice, perché i ragazzi oggi trascorrono sempre più tempo con il cellulare in mano. Purtroppo, in molte famiglie manca il dialogo in generale e in particolare non si affronta il tema della sessualità. Si tratta di una difficoltà che hanno molti genitori, per imbarazzo o pudore. Il problema è che i ragazzi cercano altri modi per soddisfare le curiosità sul sesso, che naturalmente si manifestano con l’inizio dell’adolescenza e le prime pulsioni fisiche.
Nei casi più gravi il genitore potrebbe notare una certa ansia e tensione del ragazzo e anche un disturbo masturbatorio frequente. In casi rari compaiono comportamenti violenti o aggressivi, ma di norma solo in presenza di altri fattori predisponenti.
Molti genitori pensano che la pornografia fra i giovanissimi sia un inconveniente spiacevole ma innocuo dell’età. È davvero così ?
Assolutamente no. Purtroppo, la pornografia fra i giovanissimi crea problemi agli utilizzatori. L’uso di immagini e video porno altera la visione della sessualità. La partner viene concepita come un oggetto che serve a soddisfare i propri istinti sessuali. La dipendenza da pornografia genera l’abitudine a una soddisfazione rapida e immediata del bisogno sessuale. Questo atteggiamento diventa un vero e proprio ostacolo nelle relazioni interpersonali, dove la fiducia del partner va conquistata e la relazione implica lavoro e fatica. I ragazzi che si abituano a concepire il sesso attraverso immagini e video espliciti, spesso diventano masturbatori compulsivi, con grave danno della loro vita relazionale.
Il consumo di pornografia fra i giovanissimi è un fattore di maggior rischio per lo sviluppo di danni o problemi, o l’età non influisce?
Si, esistono profonde differenze fra le conseguenze della pornografia fra i giovanissimi e quelle di chi abbia contatti in età più adulta. La pornografia plasma il cervello dell’utilizzatore e lascia tracce a lungo termine. Esistono meccanismi neurofisiologici che entrano in gioco in queste circostanze. I neuroni del preadolescente o dell’adolescente cominciano a scatenare un’attività neurochimica che porta alla gratificazione e questo processo è difficile da far regredire.
Pornografia fra i giovanissimi e dipendenza
I ragazzi che sviluppano dipendenza da immagini e video pornografici, ne fanno uso più volte alla settimana o addirittura ogni giorno. Si crea una sorta di comportamento ossessivo rispetto alla pornografia, al punto che il ragazzo le dedica una quantità enorme di tempo ed energie, che sottrae ad altro. Molti giovani incontrano difficoltà scolastiche, perché fanno fatica a concentrarsi, in quanto spesso distratti da pensieri legati al sesso.
Come deve comportarsi un genitore che scopra che il figlio o la figlia è un consumatore abituale di pornografia?
Come accennavo sarebbe meglio prevenire, con un dialogo aperto coi figli sul tema della sessualità. In ogni caso, parlare apertamente è la strategia migliore. Evitiamo un comportamento sanzionatorio o giudicante, anche perché spesso il ragazzo ha già una componente di ansia e stress. Anche nelle scuole e negli ambiti comunitari che i ragazzi frequentano bisognerebbe parlare di sesso ed affettività. Mi riferisco alla scuola, ma anche all’oratorio e alle forme di associazionismo, anche sportivo, a cui i giovani aderiscono. Solo nel caso di una dipendenza conclamata consiglio di far ricorso allo psicologo. Nelle fasi iniziali, non si può prescindere da una onesta comunicazione in famiglia.
Esistono dei fattori predisponenti sia caratteriali che ambientali, predittivi di una maggiore probabilità che l’adolescente ricorra alla pornografia?
Spesso la pornografia fra i giovanissimi miete più vittime fra chi ha anche altri tipi di fragilità. Non di rado sono ragazzi con insicurezze, bassa autostima. Possono essere stati oggetto di bullismo. Spesso hanno una sintomatologia ansiosa e/o depressiva.
Che differenza c’è fra il porno di oggi e quello utilizzato dalle generazioni precedenti?
A volte c’è il rischio di una sottovalutazione del porno, da parte dei genitori. Esso viene scambiato per un momento goliardico e innocuo. Alcuni padri, memori delle loro esperienze adolescenziali, ritengono la pornografia fra i giovanissimi una sorta di rito di passaggio che non comporta seri rischi per i figli, così come non ne ha avuto per loro.
Tuttavia, non è la stessa cosa. Bisogna prestare attenzione perché il porno oggi è molto più pervasivo. Una volta il materiale esplicito consisteva principalmente in foto o disegni. Oggi ci sono immagini e video che permettono una identificazione più completa fra l’osservatore e la situazione. Inoltre, la visione di immagini e video così realistici, può traumatizzare chi guarda.
Pornografia fra i giovanissimi e traumi
Mi è capitato, nella pratica clinica, di dover sottoporre i miei giovani pazienti a una tecnica particolare chiamata EMDR (Eyes movement and desensitization reprocessing, di Francine Shapiro, cfr: www.emdr.it). Si tratta di una strategia sviluppata per desensibilizzare persone che si siano trovate in circostanze molto traumatiche, per esempio i veterani di guerra. Questo la dice lunga su quanto il contatto precoce con la pornografia fra i giovanissimi possa causare veri danni psicologici.
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