Pride dell’inclusione o Pride della discordia?

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Un Pride della discordia?

Come sarà ricordato il 2023? Sarà il Pride dell’inclusione o il Pride della discordia? Oggi vi porto in Michigan, per raccontarvi di un Pride controverso. Avete presente il Michigan? Se la risposta è no, non fatevene un cruccio. Si tratta di uno stato americano del nord, al confine con il Canada.

Secondo la classifica di Forbes, il Michigan è solo al trentacinquesimo posto (su cinquanta) per attrattività economica. Conta meno di dieci milioni di abitanti. La capitale, Detroit, non supera i 900.000.

Come avrete intuito, non è un posto memorabile.

Hamtrack, cittadina di questo stato, è da poco al cento delle cronache americane. Hamtrack è un posto tranquillo: alle porte di Detroit, 28.000 abitanti, il 40% dei quali sono immigrati. Per la prima volta nella sua storia, nel 2015, la città ha eletto una giunta completamente musulmana. Sul momento, ai residenti era parso un gesto di grande accoglienza, in risposta alla retorica islamofoba di Donald Trump.

L’evento

Cosa è successo ad Hamtrack? Il 13 giugno, la giunta ha approvato all’unanimità un provvedimento che riguarda le bandiere che è permesso issare sugli edifici pubblici della città. Secondo l’ordinanza, le uniche bandiere consentite sono: la bandiera americana, quella dello stato del Michigan, quella della città, e un paio di altre bandiere ufficiali.

Vietato ogni altro simbolo, riconducibile ad una appartenenza etnica, religiosa, politica o di natura diversa. Anche se la delibera non menziona direttamente la bandiera arcobaleno (quella del pride), è chiaro che anch’essa rientra fra quelle non ammesse. Quindi non la si potrà esporre, su nessun edificio pubblico. Qui trovate la notizia: https://eu.usatoday.com/story/news/nation/2023/02/24/pride-flag-ban-lgbtq-symbol-vanishes-more-cities-schools/11325450002/ https://www.theguardian.com/us-news/2023/jun/17/hamtramck-michigan-muslim-council-lgbtq-pride-flags-banned

La comunità LGTB protesta, accusando la giunta di discriminazione e di bigottismo islamico. Invece, i diretti interessati giurano che la religione non c’entri e che il loro comportamento sia inclusivo.

La questione politica

Anche sul fronte politico, c’è chi non l’ha presa bene. A quanto pare, Karen Majewski, ex sindaco, ha dichiarato al giornale “The Guardian” che il suo partito si sente tradito. Queste le sue parole: “noi abbiamo supportato voi [musulmani] quando eravate minacciati e ora i nostri diritti sono minacciati e proprio voi siete quelli che li minacciano”.

Per circa un secolo, ucraini e polacchi hanno governato la città di Hamtrack. A partire dal 2013, in città è arrivata una grande quantità di immigrati di fede islamica. Nel 2020, l’anagrafe ha rilevato che circa 30% dei residenti in città è yemenita. Del 24% dei residenti asiatici, la maggior parte è di origine bengalese. Entrambe le comunità provengono da paesi abbastanza conservatori.

Botta e risposta

I membri della giunta di Hamtrack, accusati di omofobia, si difendono. E fanno appello proprio all’inclusività. Spiegano che non c’è la volontà di escludere o discriminare un gruppo in particolare. Al contrario, il provvedimento sarebbe obiettivo, visto che vieta l’uso di ogni bandiera che non sia strettamente governativa.

Le bandiere ufficiali sarebbero le uniche davvero inclusive, visto che rappresentano tutti i cittadini americani. Questa è la posizione del sindaco Ghalib, 43 anni, eletto nel 2021, grazie a una maggioranza schiacciante di voti. Infatti, con un 67% di preferenze, Ghalib è il primo sindaco americano di origini yemenite.

I più inclusivi del reame

Ghalib ci tiene a spiegare che lui non fa favoritismi. Quelli poco inclusivi sarebbero i membri della comunità LGBTQ+. Egli dichiara: “stanno tentando di alzare la tensione, forzando le loro agende sugli altri”. Non è mancata la stoccata all’ex sindaco Majewski. Ghalib ha commentato ai giornali: c’è una reazione spropositata alla situazione. Alcuni non sono disposti ad accettare che hanno perso”.

Mohamed Hassan, membro della giunta, rinforza il messaggio, dichiarando alla CNN: “la città non darà un trattamento speciale a nessun gruppo di persone.” Gli amministratori locali ritengono che esibire la bandiera del Pride creerebbe un precedente. Altri gruppi potrebbero chiedere di esporre le loro bandiere.

Ecco la dichiarazione: https://edition.cnn.com/2023/06/15/us/hamtramck-michigan-ban-pride-flags-public-property/index.html

Chi sono i più inclusivi del reame? I governanti di Hamtrack, che reputano la bandiera del Pride sia un ingiusto favoritismo verso un gruppo, rispetto agli altri, o gli LGTBQ, che lamentano la discriminazione nei loro confronti?

In mezzo a questo scambio di accuse, c’è da chiedersi quale sia l’autentica cifra dell’inclusività.

Il pride conteso

Il sindaco non è preoccupato per le pressioni politiche, né lo spaventa la minaccia di una manifestazione pro LGTBQ+. Anche se questa protesta potrebbe riunire in città attivisti provenienti da tutto il paese. Al contrario, ribadisce che i residenti sono tutti ugualmente importanti per lui. Per questo intende trattarli tutti allo stesso modo e ha dichiarato che vuole porsi nei confronti dei concittadini: “senza discriminazioni favoritismi o trattamenti preferenziali di qualunque gruppo. Il governo della città rimarrà neutrale e imparziale verso i suoi residenti”.

https://www.fox2detroit.com/news/hamtramck-mayor-fires-back-at-critics-over-citys-pride-flag-ban

Un altro membro della giunta, Nayeem Choudhury ha detto: “voi [gay] siete i benvenuti. Perché far sventolare la bandiera sugli edifici pubblici, per essere rappresentati? Siete già rappresentati”.

https://apnews.com/article/hamtramck-michigan-no-pride-flags-c380f8cdad592d69af9b2080ab4cc9cd

Proteste per il mancato pride

La comunità LGTBQ aveva annunciato proteste. Una manifestazione si è tenuta sabato 26, in un parco cittadino. Alcuni giornali parlano di dozzine di partecipanti, altre di duecento. A giudicare dai video che circolano, non sembra ci sia stata grande affluenza.

(qui le immagini: https://www.clickondetroit.com/news/local/2023/06/24/michigan-ag-others-protest-hamtramck-move-to-ban-pride-flags/). https://www.lansingcitypulse.com/stories/nessel-joins-hamtramck-protest-over-city-banning-lgbtqplus-pride-flags,59996

Un teatro locale, il Planet Ant Theatre, ha dichiarato di voler organizzare un festival, a sostegno della comunità LGTBQ+. Le attività dovrebbero essere finanziate attraverso donazioni.

https://eu.detroitnews.com/story/news/local/wayne-county/2023/06/20/hamtramck-theatre-plans-lgbtq-festival-in-response-to-gay-transgender-bisexual-pride-flag-ban/70338095007/

La raccolta di fondi, avviata il 13 giugno, non sembra avere successo. Lanciata con l’obiettivo di raccogliere 15.000 dollari, è ancora ferma a poco più di 2000. Finora hanno contribuito solo 32 donatori.

(qui il conteggio: https://www.patronicity.com/project/support_lgbt_programming_at_planet_ant#!/

Non solo Hamtrack

La situazione di Hamtrack non è però un caso isolato. Infatti, anche altre città hanno deliberato provvedimenti simili. In questi casi, le giunte delle città non erano a maggioranza musulmana. Tutti gli amministratori hanno usato le stesse argomentazioni di inclusività. Ad Huntington Beach, località turistica della California, la risoluzione è stata approvata prima che a Hamtrack: a febbraio di quest’anno.

La proposta è arrivata da Pat Burns, un membro della giunta. Egli ha dichiarato: “La questione non è sbarazzarsi della bandiera del pride. Ho un nipote e una nipote gay, e li amo profondamente. Restiamo con la nostra bella bandiere americana e niente altro”. La votazione si è conclusa con una maggioranza risicata (4 voti a favore e 3 contrari).

ecco il testo: https://www.latimes.com/socal/daily-pilot/news/story/2023-02-08/huntington-beach-councilman-seeks-to-remove-lgbtq-flag-at-city-hall

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