La miopia amorosa e la felicità coniugale
Avete mai sofferto di miopia amorosa? Forse sì e non lo sapevate. A proposito: come va la vostra vista? Io ho sempre sofferto di miopia. Sin da quando ero alle elementari e i segni sulla lavagna erano per me illeggibili. E quindi gli occhiali mi accompagnano da allora. La mia relazione con gli occhiali è una delle più lunghe della mia vita. Persino più del matrimonio. Quando ho passato i quaranta, tutti profetizzavano un miglioramento. Ovvero, alla miopia si sarebbe aggiunta la presbiopia. Detta così sembra una ulteriore fregatura. Eppure, secondo amici bene informati, non lo era affatto. Perché la nuova presbiopia avrebbe in parte corretto l’antica miopia. A me sembrava incredibile.
Infatti, non è successo. Ho ancora la cara vecchia amica miopia, alla quale sono ormai affezionata. E ho dovuto far posto anche alla presbiopia. Così adesso non ci vedo bene né da lontano (miopia) e neanche da vicino (presbiopia).
Capisco che a questo punto vi stiate chiedendo il motivo del mio sproloquio sui difetti visivi. Il fatto è che oggi vorrei parlarvi di miopia amorosa. Un difetto percettivo comunissimo, che rovina le giornate, coppie e matrimoni. Non so se quaranta e passa anni di miopia visiva mi accreditino a sufficienza come esperta di difetti percettivi sentimentali, ma voi fate finta di sì e seguite il mio discorso.
I difetti percettivi in amore
Per qualche misterioso motivo, la nostra attenzione va spesso a concentrarsi su un singolo particolare negativo, dimenticando tutto quello che c’è di buono e di bello attorno. Succede anche fra marito e moglie. Magari abbiamo al fianco un brav’uomo, che ci vuole bene, è un gran lavoratore, si dà da fare per i figli. Noi dimentichiamo tutto questo e ci infuriamo, perché lui ha lasciato la tavoletta del water alzata ancora un’altra volta. Perché, radendosi, non ha tolto tutta la schiuma dal lavandino. Perché non ha ancora imparato a far andare la lavastoviglie. Ci lamentiamo con la mamma, con la sorella, con l’amica, con le colleghe. Che gli costerebbe fare questa cosa? Niente, non c’è da sperarci, non ce la fa!
Ed è vero anche nell’altro senso. Un marito ha una moglie gentile, premurosa, che ogni giorno s’impegna a mandare avanti l’organizzazione familiare, ma s’irrita perché la consorte ha appena avuto un attacco di nervi. Oppure, perché lo ha trascinato in un centro commerciale di domenica pomeriggio, quando lui pregustava un sonnellino sul divano. O ha invitato amici a cena, dimenticando che in TV quella sera c’è una partita importantissima. E anche lui mugugna dentro si sé. Cos’avrà mai questa benedetta donna, che non sta ferma un attimo? Per forza poi sbrocca: sembra che ogni giorno voglia vincere i mondiali specialità: milioni di cose da fare nelle ventiquattro ore!
Cos’è la sindrome della miopia amorosa
Sapete come chiamo io questo meccanismo? È la sindrome da miopia amorosa, ovvero, come vederci benissimo su ciò che abbiamo sotto il naso. Così bene da perdercisi. E allo stesso tempo, essere incapaci di vedere un campo visivo più ampio, da una certa distanza.
Perché è un disturbo visivo, questa miopia amorosa. Ti fa vedere bene da vicino, così metti a fuoco tutti i piccolissimi difetti della persona amata. In compenso, ti fa vedere male (molto male) da lontano. Quindi ti perdi il quadro d’insieme. Rischi di non vedere con chiarezza quanto quella persona sia buona, degna di ammirazione, devota all’obiettivo comune di mandare avanti la baracca. Invece, vederci bene da lontano è fondamentale, in un matrimonio.
Attenzione, perché spesso unioni solidissime si deteriorano sotto lo stillicidio quotidiano di tavolette del water fuori posto, attacchi di nervi e partite di campionato saltate per altri impegni. Mai sottovalutare i rischi di una errata percezione della realtà.
L’ottimo è nemico del buono
Ve lo ricordate quel vecchio proverbio? Quello che recita: “l’ottimo è nemico del buono!”. Secondo me è una massima fondamentale nel matrimonio. Specie se soffriamo di miopia amorosa. Perché magari tendiamo a fissarci sui dettagli e vorremmo correggerli a ogni costo. Ma perseguire questo ideale di ottimo, potrebbe essere a scapito del buono. Intestardirci a sottolineare particolari di poco conto, impegnarci a combattere difetti irrilevanti, può compromettere l’equilibrio familiare e introdurre tensioni inutili. È vero, ciascuno dei due può impegnarsi a fare di più. I mariti possono imparare a riabbassare la tavoletta e le mogli a verificare gli impegni dell’altro, prima di organizzare cene e ritrovi. Ogni cosa e ogni persona può migliorare, ma noi non dobbiamo mai perdere la visione d’insieme.
Come disinnescare gli effetti della miopia amorosa
La buona notizia è che la miopia amorosa, come ogni difetto visivo, si può correggere. Non guarire del tutto, intendiamoci. Perché quel piccolo tarlo, quello che di attorciglia le budella quando l’altro fa qualcosa che odiamo, lo sentiremo sempre. Possiamo però imparare a disinnescare il meccanismo che ci porta a ingigantire il singolo incidente di percorso. Come? Ecco i trucchi che uso io.
Regola numero 1: se ti salta all’occhio un particolare, allontanati e guarda la scena da lontano
E quindi: la prossima volta che scopri la tavoletta del water sollevata, respira. Ti do una dritta che ti impedirà di trasformati nell’incredibile Hulk in gonnella, (per inciso, quel verde non sta bene a nessuna, ti sbatterebbe di brutto). Invece, apri bene gli occhi e visualizza la tua vita, vista da lontano. Da molto lontano. Così vedrai una donna fortunata, con un marito amato e che la ama, una bella famiglia, una vita serena, anche se faticosa. Vedrai il rispetto, la lealtà reciproca, la solidarietà. Ti ricorderai perché hai lasciato tuo padre e tua madre, per essere con quell’uomo una carne sola. Ah, sì, lì in basso a destra, nell’angolino, c’è ancora quella tavoletta alzata. Ma scommetto che nemmeno l’avevi vista, vero? (PS: vale tutto anche per i mariti)
Regola 2: quando un comportamento del tuo consorte ti irrita, ricordati cosa hai fatto tu
Appena ti monta il nervoso per l’incapacità della tua metà di fare o di capire quella cosa lì che a te sembra semplicissima, fermati. Anche questa è miopia amorosa. Smetti di guardare quella cosa e invece, guardati allo specchio. Guarda te stessa. Annota mentalmente tutte le cose che tu non hai mai capito di lui (o di lei). E già che ci sei, pensa a tutte le volte che senza di lui (o di lei) non avresti saputo cavartela, ai guai che hai combinato e lui (o lei) ha rimediato.
Ricorda a te stessa le volte in cui non sei riuscito a capire le ragioni dell’altro. Ora che hai rammentato, non vedi quanto è piccola la cosina che vorresti rimproverare all’altro, rispetto a tutti i tuoi errori presenti e passati? Hai ancora lo spirito di irritarti con l’altro? Non hai piuttosto un senso di gratitudine per quello che finora ha accettato di te? Correggi la miopia amorosa con cui hai guardato all’altro, in questa singola. Invece, mantieni una visione chiara di tutta la vostra storia insieme, non solo di quello che ti irrita oggi.
Regola 3: correggi la miopia amorosa, sforzandoti di guardare lontano
Non arrenderti alla miopia amorosa. Cerca di guardare più lontano che puoi. Anche se ti costa un po’ di sforzo. Cerca di guardare questo destino comune, tutta una vita insieme, da qui fino a che morte non vi separi. Non lasciarti distrarre dal piccolo inciampo vicino, solo perché si vede meglio. Fai vagare lo sguardo, comprendi che, alla distanza, nessun piccolo inciampo conterà davvero.
Seguimi sul Blog: www.annaporchetti.it
il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu
per ricevere gli aggiornamenti su blog e podcast, iscriviti al canale Telegram: https://t.me/annaporchetti