Il porno uccide l’amore

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Il porno è morto?

Il sesso non è mai stato così pervasivo. Molta della comunicazione in cui siamo immersi è sessualizzata. La pubblicità è piena di ammiccamenti sessuali, nudità, doppi sensi. I film sono ricchi di situazioni sessuali scabrose. Esse spesso non sono necessarie alla trama. Servono però a catturare l’interesse di una parte del pubblico. Il sesso lava più bianco e vende moltissimo. Non meraviglia che, in questo contesto culturale, il porno prosperi.

(ne avevo già parlato qui: https://annaporchetti.it/2023/03/14/la-pornografia-e-un-affare-privato/)

Negli anni della liberazione sessuale, c’era chi accusava la società bigotta di ostacolare l’espressione libera dei desideri sessuali. Si diceva che la morale, molto restrittiva, spingesse al ricorso alla pornografia. Ciò permetteva di sfogare istinti che non potevano essere soddisfatti in altro modo. C’è chi ha persino sostenuto che il porno fosse una forma d’arte. Non inferiore alla pittura, alla fotografia, ad altre arti figurative.

La morale non c’entra

Cosa è successo poi? Il porno è morto? Assolutamente no. L’industria del porno tutt’ora fa grandissimi affari. La liberalizzazione dei costumi e la morale permissiva non hanno fatto sparire la pornografia, né l’hanno resa obsoleta o inutile. Le forme di perversione sono persino aumentate.

Fai il pieno di porno in pochi click

Procurarsi materiali espliciti e farne uso è semplice e veloce. Quasi come fare la spesa su una delle tante app dei supermercati. I contenuti porno possono essere oggetto di acquisto di impulso, come ci succede con le caramelle, quando siamo in coda al supermercato. Come le caramelle, il porno è esposto, offerto, messo lungo il percorso della vita quotidiana. Quasi a dire: non c’è niente di male. E’ un prodotto come un altro. Se ti va, compratelo! Ora basta un click, per accedere a qualunque contenuto porno. La vendita on line, su siti specializzati, ha smaterializzato l’atto di acquisto.  

Oggi si può visionare pornografia comodamente dal divano di casa. Facilità del gesto e anonimato sembrano aver allentato la percezione della gravità fatto. Il consumo di pornografia, specie se abituale e massiccio, è dannoso. Non si tratta di una questione moralistica. La pornografia promuove un modello di sessualità malata e innaturale. Utilizzare porno con regolarità, non è privo di effetti.

Porno e salute mentale

Il problema non è affatto se la pornografia sia o meno brutta. E non è nemmeno solo una questione di morale. L’esposizione al porno crea danni tangibili nella sfera psicologica, sessuale, sociale, relazionale. Danni che non si possono liquidare con una scrollata di spalle. Ho fatto una piccola indagine, da cui sono emerse montagne di dati scientifici sugli effetti del consumo di porno. Qui mi limito a indicarne solo alcuni. La bibliografia completa si trova in calce all’articolo. Tutti i testi citati sono open access e quindi consultabili gratuitamente su Pubmed.

Studi pubblicati su riviste scentifiche

Sintomi di salute mentale

Uno studio, svolto su un campione di oltre 1000 adulti, ha rivelato che le persone dedite alla visione di porno erano più inclini a sviluppare depressione o ipotesi di suicidio. (K Noel et al., 2023).

Stress, ansia e depressione sono stati confermati anche in un altro studio, pubblicato nel 2021. Anche in questo caso su un campione di oltre 1000 giovani (C Camilleri et al., 2021)

Normalizzazione di perversioni

Inoltre, esistono vari studi che mostrano come il materiale pornografico influenzi chi ne fa uso:

  • nell’attitudine a ritenere normali i comportamenti osservati (Tsitsika et al., 2009).
  • nell’aumentare la tolleranza o l’accettazione di comportamenti sessuali degradanti, aggressivi, violenti. Fra essi c’è lo stupro e l’aggressione sessuale. (Gerger et al., 2007), (Foubert et al., 2011) (Norris et al., 2004).

Un altro studio è stato condotto in Svezia su circa 13.000 persone (età media 18 anni). I soggetti erano utilizzatori di pornografia deviata (contenente violenza, bambini o animali). Molti dei giovani partecipanti mostravano una scarsa salute mentale (L Blinkal et al 2022).

Assuefazione al porno e disfunzione erettile

Un articolo del 2022, mette in luce un meccanismo di dipendenza psicologica verso il porno. La maggiore frequenza di uso di materiali spinti, ha desensibilizzato gli utenti. I fruitori abituali hanno rivelato una progressione verso contenuti gradualmente più osceni. Essi erano portati a cercare stimoli sempre più intensi. Le rappresentazioni di rapporti sessuali normali si sono presto rivelate insufficienti a ottenere eccitazione. Ciò ha comportato la ricerca di contenuti feticisti e focalizzati su parafilie: zoofilia, stupro, sesso violento e sadomasochismo. Inoltre, molti degli intervistati hanno ammesso di aver rinunciato ad altre forme di socializzazione o di intrattenimento, per dedicare il tempo libero alla visione di contenuti porno (Svedin et al., 2022).

Tutto questo è confermato anche da un’altra indagine, condotta su 3419 uomini sotto i 35 anni. Il 22% del campione ha indicato di avere la necessità di vedere sia una quantità maggiore di porno, sia progressivamente più estremo, per raggiungere lo stesso livello di eccitazione. Inoltre, lo studio mostra che l’uso del porno è correlato a una riduzione della capacità sessuale. Uno su cinque (21%) degli uomini che avevano avuto rapporti sessuali nelle 4 settimane precedenti allo studio, hanno riferito una qualche forma di disfunzione erettile. Oltre la metà (56%) degli uomini con episodi di disfunzione erettile, trovavano più eccitante la visione di contenuti pornografici, rispetto a veri rapporti sessuali (Jacobs et al., 2021).

Minimizzare è sciocco e pericoloso

Una quantità crescente di dati scientifici evidenzia che il porno non è affatto uno svago innocuo. Non si tratta di qualcosa di goliardico, giocoso, senza conseguenze. È al contrario un veleno che rovina il corpo, la psicologia e la sana visione dell’amore negli adulti. La situazione è particolarmente preoccupante per i giovani. Secondo le statistiche, essi sono esposti a contenuti espliciti sin dalla prima adolescenza.

Chiesa e derive pornografiche

La Chiesa è critica nei confronti della pornografia. La sua posizione non è dovuta a moralismo, bigottismo o sessuofobia. La condanna del porno intende proteggere gli esseri umani. E preservare il vero significato dell’amore e di una sessualità piena e degna.

Il Catechismo dice:

2337 la sessualità, nella quale si manifesta l’appartenenza dell’uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell’uomo e della donna.

2339 La castità richiede l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L’alternativa è evidente: o l’uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. 

La schiavitù delle passioni, priva l’uomo della vera libertà. La pornografia non è espressione di libertà. Al contrario, rende l’uomo schiavo delle sue passioni, con i risultati che sono evidenti a chi da anni si occupa di studiare l’effetto della sua diffusione nella nostra società.

BIBLIOGRAFIA

R I Med J (2013) . 2023 Apr 3;106(3):29-34. Pornography: A Concealed Behavior with Serious Consequences JK Noel et al.,

Front Psychol . 2021 Jan 12;11:613244. Compulsive Internet Pornography Use and Mental Health: A Cross-Sectional Study in a Sample of University Students in the United States C Camilleri et al.,

Cyberpsychol. Behav. 12, 545–550. (2009). Adolescent pornographic internet site use: a multivariate regression analysis of the predictive factors of use and psychosocial implications. Tsitsika, A., et al.,

JMIR Public Health Surveill. 2021 Oct; 7(10): e32542. Associations Between Online Pornography Consumption and Sexual Dysfunction in Young Men: Multivariate Analysis Based on an International Web-Based Survey Tim Jacobs, et al.,

The acceptance of modern myths about sexual aggression scale: development and validation in German and English. Aggress. Behav. 33, 422–440. Gerger, H., et al., (2007).

Sex. Addict. Compulsivity 18, 212–231.Pornography viewing among fraternity men: effects on bystander intervention, rape myth acceptance and behavioral intent to commit sexual assault. Foubert, J. D., et al (2011)

Psychol. Women Q. 28, 59–69. (2004). Victim’s response and alcohol-related factors as determinants of women’s responses to violent pornography. Norris, J., et al.,

Eur Child Adolesc Psychiatry . 2022 May 7. Associations between adolescents watching pornography and poor mental health in three Swedish surveys C G Svedin 1, et al.,

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