Chi crede non è mai solo: viaggio al centro della fede

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I miei articoli:

Un viaggio al centro della fede

“Chi crede non è mai solo”, libro firmato da Benedetto XVI ha come filo conduttore un viaggio al centro della fede. Ho letto e recensito altri libri del Papa: https://annaporchetti.it/2023/02/10/il-mio-consiglio-di-lettura/ https://annaporchetti.it/2023/05/11/joseph-ratzinger-e-leuropa/.

Il libro ha una natura e una genesi diversa dagli altri. Questo testo non nasce come trattazione sistematica di un tema teologico o storico, com’è stato per altri scritti di Benedetto XVI. Si tratta di una raccolta di discorsi, tenuti dal Papa, durante un viaggio in Baviera dal 9 al 14 settembre del 2006. Il tema di questo piccolo libro (poco più di 130 pagine) è un viaggio al centro della fede, vista da ogni possibile angolo.

Fede e violenza

Il libro si apre con il discorso in aula magna, all’università di Revensburg. Se avete buona memoria, ricorderete che quelle parole infiammarono polemiche e suscitarono reazioni. Nel testo si parla dell’Islam e di Maometto. Qui viene ripreso un episodio storico e filosofico: la disputa fra Michele Paleologo, imperatore bizantino e un dotto persiano. Dialogo interreligioso ante litteram, avvenuto nel 1394. Ovvero di molto in anticipo sulla nostra società multietnica e senza memoria, che si comporta come se la convivenza e il confronto fra culture e religioni lo avesse inventato lei, negli ultimi trent’anni. Il dialogo è un viaggio al centro della fede: la fede in Cristo e l’Islam.

Benedetto XVI commenta un solo concetto, dell’intera disputa: quello della natura spontanea e pacifica delle conversioni. Il Papa Ricorda che la diffusione della fede non può procedere grazie alla violenza, perché quest’ultima è contraria alla natura di Dio.

Una dicotomia religiosa e filosofica

Si confrontano due visioni diverse del divino e della fede. Da un lato c’è la concezione cristiana di una natura di Dio comprensibile con la ragione. Dall’altro, la concezione islamica di un Dio totalmente trascendente. Un Dio che non può essere compreso secondo le categorie umane.

La Bibbia, nella sua traduzione greca, si apre con la frase “il principio era il logos”, termine che ha un duplice significato. logos vuol dire “parola” e “ragione” ed è per questo che la fede biblica non prescinde dalla ragione, anzi, la ragione permette di comprenderla e la Natura di Dio a questa ragione si ispira.

La fede ebraico-cristiana incontra il pensiero filosofico greco e lo integra, assimilandolo. Per tale motivo il cristianesimo, assorbendo la filosofia greca e la cultura romana, trova la sua impronta decisiva in Europa. Queste sono le radici cristiane dell’Europa che in tanti, troppi, si sforzano di negare. Un discorso troppo intellettuale troppo sottile, per arrivare alle masse, che Fu infatti pesantemente strumentalizzato. Ciò causò al Papa non poca amarezza.

Il mondo ha bisogno di Dio

Il viaggio al centro della fede prosegue, nell’omelia alla Spianata del Neue Messe. Qui Benedetto XVI riflette su un tema che gli è caro: la “sordità” contemporanea alla voce di Dio. Le nostre società cercano di spingere ai loro margini l’idea di Dio. Noi moderni riteniamo che il progresso sia fatto di cose solo umane. Vogliamo basarci solo su invenzioni e scoperte nel campo tecnico, scientifico. Riteniamo di poter fare affidamento unicamente negli strumenti e nelle abilità, ma tutto questo non basta all’uomo.

Nel testo si legge una delle riflessioni più lucide sulla pseudo cultura moderna: “la vera minaccia [è] nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio. (…) La tolleranza di cui abbiamo urgente bisogno comprende il timore di Dio: il rispetto di ciò che per l’altro è sacro. Il rispetto di ciò che per l’altro è sacro, presuppone che noi stessi impariamo nuovamente il timore di Dio”

La fede è semplice

Mi hanno colpito le riflessioni contenute nella omelia dell’Islinger Feld. Qui il viaggio all’interno della fede, tocca una tappa fondamentale. La fede è semplice, si dice. E’ un pensiero incredibile, se teniamo conto che Papa Benedetto XVI aveva nutrito la sua fede di teologia dottissima. Eppure, il messaggio che egli trasmette in questo scritto è che la fede non è per pochi eletti, a motivo della loro cultura o dei loro studi. “La fede è semplice. Crediamo in Dio, principio e fine della vita umana. Dio che entra in relazione con noi, che è la nostra origine e il nostro futuro. Così la fede è contemporaneamente anche speranza, è la certezza che abbiamo un futuro e non cadremo nel vuoto”

Altre tappe del viaggio al centro della fede

Il libro si snoda scorrevole. Contiene 14 riflessioni. Testi dedicati alla fede, dai più svariati punti di vista. Testimonianza, speranza, forza nella fede, sono alcuni dei temi affrontati negli altri capitoli, ciascuno tappa del viaggio al centro della fede in cui questo libro ci accompagna. Ci sono ben tre discorsi dedicati alla figura della vergine, a riflessioni sulla madre. Lei è la madre che intercede, perché prima e meglio di tutti noi ha capito che non si deve dettare l’agenda di Dio, ma affidargli le cose e lasciare che sia Lui a decidere.

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