Come evitare discussioni inutili
Confronti e discussioni sono comuni in una coppia. Non c’è niente di grave né di male in due sposi che discutono, anche animatamente. Tuttavia, ci sono confronti costruttivi e utili all’equilibrio familiare e altri che aumentano solo il livello della tensione. Come si fa a distinguerli e a evitare di scatenare discussioni inutili?
Ognuno può restare serenamente della propria opinione
Mio marito è uno dei maggiori fruitori di film d’azione. Ditene uno, che lui lo ha già visto. E più sono splatter, pieni di morti ammazzati, stragi e scene truculente e più gli piacciono. Io, invece, adoro i film umoristici, le commedie francesi e le storie romantiche. Chi di noi ha ragione? Pur essendo marito e moglie, pur amandosi moltissimo, non necessariamente si hanno le stesse opinioni su tutto. Già solo perché siamo uomo e donna, inevitabilmente avremo una diversa visione delle cose.
È giusto confrontarsi e capire il punto di vista dell’altro. Serve però sempre ricordare che una conversazione non è una partita di tennis. Non necessariamente ci sarà un vincitore e un perdente. E’ sciocco mobilitare tantissima energia nel cercare a tutti i costi di portare l’altro dalla propria parte. Non è utile lottare finché l’altro si arrende o noi cambiamo idea. Queste sono solo discussioni inutili. Ci sono questioni su cui possiamo rimanere ciascuno serenamente della propria opinione.
Per questo a casa mia non si discute sulla semiotica dei film d’avventura o sugli archetipi delle commedie di costume. Io gli faccio compagnia, mentre assiste a queste sparatorie televisive da salotto, sperando che fra l’eroe della storia e l’immancabile eroi donna, scocchi la scintilla.
Cambiare le persone è impossibile
Un’altra causa di litigi inutili nasce dal nostro tentativo di cambiare l’altro. Diciamocelo, è impossibile. Io sono disordinata nel DNA. Mio marito è un metodico. Non ha mai provato a cambiare la mia indole entropica. Forse perché, essendo un uomo intelligente, sa che sarebbe fatica sprecata. Da parte mia, ho tentato più volte di migliorare le capacità affabulatorie di mio marito, per poi constatare che fargli pronunciare frasi di più di quattro o cinque parole è un’impresa praticamente impossibile.
A volte ci convinciamo di poter far modificare allo sposo (o alla sposa) qualche suo tratto caratteriale, dimenticando che questo non è possibile. Un adulto non cambia nella sua natura profonda. Al massimo può modificare qualche abitudine. Ma anche questo non è così facile. Ed è possibile solo se l’altro è realmente, seriamente interessato a cambiare. Quindi il temperamento delle persone va preso per quello che è.
Quando si è nervosi, meglio tenere la bocca chiusa che fare discussioni inutili
Una cosa che ho imparato negli anni di matrimonio (un bel po’ di anni, a dire il vero) è che quando si è nervosi, è meglio tenere la bocca chiusa. A volte può risultare naturale sfogare rabbia o frustrazione con la persona che ci è più vicina al mondo. Ci diciamo, a nostra discolpa, che l’altro ci ama e quindi capirà. Però non è una buona idea. Quando si è emotivamente scombussolati, si vede tutto molto più serio e tragico di quello che è. Spesso si dicono cose che non si pensano davvero, ma, una volta dette, sono contundenti come un colpo di mazza ferrata. Non basta, per annullarne l’effetto, semplicemente scusarsi. Le emozioni sono una cosa bellissima, non per questo possiamo farcene travolgere, perdendo lucidità.
Se non impariamo a controllare le emozioni, le emozioni controlleranno noi. Quindi, se siamo stravolti o irritati, che sia per via del partner o indipendentemente da lui, meglio non dire niente. Aspettiamo che il momento di tensione sia passato, che le emozioni si siano sfumate. Chiediamoci se quello che avremmo voglia di dire va davvero nella direzione di un miglioramento come coppia e come persone. Se così non è, se c’è anche solo un dubbio, meglio rimandare le riflessioni ad alta voce a un secondo momento.
Non fare la domanda, se sai che non ti piacerà la risposta
Io in questo errore sono a dire poco recidiva. Perché, pur avendo capito da parecchio tempo come funziona, ci casco sempre. Io lo so che lui, a domanda risponde, come si fa negli interrogatori di pubblica sicurezza. Dovrei quindi sapere che non è una mossa molto furba chiedergli se sono ingrassata. O se quel vestito giallo senape mi sta bene. Perché noi donne siamo fatte così. Quando abbiamo il dubbio di essere effettivamente ingrassate, o che il giallo senape ci sbatta di brutto, facciamo una domanda di conferma.
Ma attenzione, mica è una domanda vera. È una sorta di artificio retorico che, nelle nostre intenzioni, dovrebbe fruttarci una serie di rassicurazioni. Cose assolutamente false ma deliziosamente consolanti come: sei più magra che mai. Oppure: “questo colore ti sta d’incanto”. Perché, anche se l’ho chiamata domanda di conferma, la verità è che noi non vogliamo affatto la conferma che la nostra intuizione sia vera. Manco per niente. Noi vogliamo la conferma che colui a cui abbiamo chiesto, ci ami abbastanza da mentire spudoratamente per noi.
E la comunicazione nella direzione contraria non è meno priva di equivoci. Perché al contrario di noi, se un uomo ti fa una domanda, lui vuole proprio una risposta. Non qualcosa di consolatorio, motivazionale, metaforico. Se tuo marito ti chiede qualcosa – ammesso che lo faccia- si aspetta una risposta esatta. Asciutta. Realistica. Non fare come me, che snocciolo inutili frasi di incoraggiamento, quando mio marito vorrebbe solo che lo aiutassi a cercare il metro o un cacciavite. Io non lo metto in pratica, ma voi siete più bravi di me: non fate una domanda al coniuge se sapete già che la risposta non vi soddisferà.
Tenere a portata di mano la mappa dell’altro
Anni e anni di vita insieme, permettono di mappare il carattere dell’altro, come faremmo con un territorio. Si lo so, le mappe non si usano più. Le mie figlie generazione Zeta, se ne avessero in mano una, non saprebbero usarla. Ma noi che siamo ragazzi degli anni 70, le mappe ce le ricordiamo bene. Del marito (o della moglie) conosciamo reazioni, punti forti e deboli, come conosceremmo a memoria il quartiere in cui siamo nati o il posto in cui andiamo in vacanza sin da bambini. Sappiamo perfettamente dove sono gli inneschi e cosa serve a farli detonare.
È bene evitare di andare a stuzzicare l’altro nei suoi punti sensibili. A casa mia lo sport (soprattutto il calcio e il basket) sono gli hot topics (gli argomenti più affrontati) ma io so di non dover parlare di partite, classifiche e risultati, alla vigilia o durante una qualche partita più importante di sempre, valevole per il titolo sa il Cielo. Perché quando i nervi sono tesi, è inutile creare altri motivi di frizione. Per lo stesso motivo, mio marito ha imparato a non superare la soglia della cucina, quando mi ci chiudo, per sfogare ai fornelli qualche tensione di troppo al lavoro o qualche preoccupazione di qualunque tipo.
Evitiamo le discussioni inutili e parliamo di cose che ci arricchiscono
Visto che si passano insieme solo poche ore al giorno (sempre troppe, secondo mio marito) è bene non sprecarlo in discussioni inutili. È preferibile godere della compagnia dell’altro e discutere solo di argomenti che ci rendono più ricchi.
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