Navigare le incertezze del vivere
Cosa sono le stagioni incerte? Sono quei periodi in cui il nostro equilibrio e le nostre certezze sono scosse dagli eventi. Eventi imprevisti e difficili da contrastare. In questi momenti è come se una tempesta si abbattesse su di noi. È qualcosa che non possiamo controllare, al quale bisogna resistere.
Le stagioni incerte in famiglia
La mia amica C è preoccupata. Il figlio si è laureato quasi un anno fa e non trova lavoro. Ha fatto qualcosa qua e là. È un ragazzo volenteroso. Però non salta fuori niente di stabile. Niente di nemmeno lontanamente adeguato al suo corso di studi. Il ragazzo comincia a essere sfiduciato. Non ci sono prospettive all’orizzonte. Lui parla di andare all’estero e fa vaghi progetti di partenza. La mamma, non sa come convivere con le preoccupazioni opposte di saperlo lontano, ma sistemato, o averlo vicino ma precario.
Le stagioni incerte sul lavoro
Il marito di un’altra amica è rimasto senza lavoro. La sua azienda, andata in crisi dopo la pandemia, non si è mai ripresa. A maggio hanno annunciato il ridimensionamento. Lui ha cinquant’anni. È troppo vecchio per cercare un nuovo lavoro, troppo giovane per la pensione. In compenso ha tre figli a casa che studiano e dipendono da lui.
Preoccupazioni di salute
La mia amica P. ha un problema di salute. Mi sembra incredibile, lei che, da quando la conosco (almeno trent’anni) non ha mai avuto nemmeno un raffreddore. Anche lei quasi non ci crede. E invece ci sono le carte: analisi, referti, diagnosi. E lei comincia a preoccuparsi per sé e per le persone che le sono affidate. Perché quando hai una famiglia da mandare avanti, non puoi permetterti di star male. (ogni mamma lo sa).
Come comportarsi nelle stagioni incerte
Una malattia, un problema di lavoro, la preoccupazione per un figlio. Ognuno, prima o poi, deve fare i conti con uno spiacevole imprevisto. E ciascuno reagisce a suo modo. C’è chi rimuove l’idea che gli fa paura. Chi tenta di esorcizzarla, ripetendosi che va tutto bene. Qualcun altro di dispera e c’è chi reagisce con fermezza. Purtroppo è impossibile prevedere come ci comporteremo, quando la vita ci metterà alla prova. Come affrontare le stagioni incerte? Non è possibile dare formule magiche, valide per tutti o per tutto. Però ci si può scambiare opinioni su come comportarsi. Ecco le mie ricette per le stagioni incerte.
Avere sempre un piano B
Quando avevo i figli piccoli, la mia preoccupazione era mantenermi il lavoro, malgrado la mia famiglia oversize. In un mondo competitivo come quello lavorativo, in cui tutti sgomitano e si danno da fare per emergere, avere una famiglia è una sorta di handicap. Sottrae tempo, energie, disponibilità al lavoro. Se hai figli non puoi accettare il venerdì sera un incarico che ti costringerà a lavorare a testa bassa tutto il fine settimana. Con una famiglia non puoi fare tre settimane consecutive di trasferta, né trasferirti dall’altra parte del mondo per sei mesi, per seguire la filiale asiatica. Per questi motivi, pur facendo tutto quello che mi era umanamente possibile, ho spesso temuto di non farcela.
Nelle mie stagioni incerte, la paura era quella di non riuscire a conciliare, di dover mollare il colpo. O di essere scaricata, a favore di una collaboratrice con un’agenda molto più libera della mia. Quando mi assaliva il panico (fra mutuo prima casa e rette degli asili, il lavoro era una necessità di sopravvivenza), cercavo di immaginarmi un piano B. E mi dicevo che avrei potuto diventare la personal shopper, lavorare il fine settimana al McDonald, fare la dog sitter o la traduttrice.
Ovviamente non ho mai veramente considerato nessuna di queste ipotesi. Tuttavia, avere un piano B, mi faceva sentire sollevata. Mi dicevo: se tutto il resto va male, farò questo. E funzionava. Mi calmava l’ansia. Questo lo dice anche il Vangelo. I versetti di Matteo sono meglio del Prozac: “Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.” (Mt 6, 31-32)
Imparare a vivere alla giornata
Sono sempre stata abituata a programmare, prevedere, preparare in anticipo. Ebbene sì, vostro onore, come ogni donna maniaca del controllo e apprensiva, ho bisogno di organizzare la vita nei minimi dettagli! Mi appello alla clemenza della corte, signor giudice, sono pronta a scommettere che tante donne mi capiscano perfettamente. Pianificare è una gran bella cosa, ma ha un rovescio della medaglia. Il fatto è che, per quanto tu ti sforzi di fare piani, esiste sempre l’imponderabile. Ci sono eventi che sono fuori dal tuo controllo. Accadono cose assolutamente imprevedibili e inarrestabili.
Cosa fare quando un imprevisto grosso manda tutto a pallino? E se, con tutta la buona volontà, non c’è niente che possiamo fare? Io ho imparato che, quando proprio non puoi opporti agli eventi né modificarli, allora conviene vivere alla giornata. Quando le prospettive sono troppo incerte o dolorose, si riesce a sopportare solo vivendo un giorno alla volta.
Questo piccolo obiettivo quotidiano: svegliarsi, fare le proprie cose, andare avanti, arrivare a fine giornata senza incidenti, pare poco, ma è moltissimo. Gli ostacoli fanno meno paura, se sono piccoli e brevi. E così, io, programmatrice compulsiva, ho imparato che, nelle stagioni incerte, è meglio non pensare al futuro e affrontare invece il presente. D’altro canto, lo dice anche il Vangelo, che preoccuparsi troppo del domani non è opportuno! “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.” (Mt 6,34)
Pensare positivo
Questa ricetta me la diede mia nonna. Lei che di stagioni incerte ne aveva viste parecchie: nata prima delle due guerre, colpita da lutti dolorosissimi e in fine malata. Quello che ripeteva mia nonna era che se l’era cavata in questa, quella e quell’altra situazione. Ce l’avrebbe fatta anche stavolta.
In effetti, se ci guardiamo indietro, tutti abbiamo battaglie dure che abbiamo vinto. Se ripensiamo a quelle e alla forza che abbiamo tirato fuori da noi stessi per affrontarle, ci sentiamo rassicurati. A volte, pensare al passato è il modo migliore per recuperare la fiducia in sé stessi. In fondo, come diceva Churchill, nessuna sconfitta è mai definitiva.
Se il Signore ci ha permesso di superare tante sfide, non c’è motivo di temerne di nuove. E se non riusciremo a superarle, almeno ci darà la forza di accettare le difficoltà. “Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il SIGNORE, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà.” (Deut 31, 6)
Trovare conforto nella preghiera
Fin qui abbiamo parlato di metodi umani per affrontare le difficoltà. Metodi umani che sono importantissimi. Io sono dell’idea che l’uomo ce la deve sempre mettere tutta. Il metodo migliore, la vera arma segreta resta però l’aiuto che viene dall’altro. Il primo grosso aiuto nelle stagioni incerte viene dalla preghiera.
Lo ricordava San Paolo ai Filippesi e direi che ci possiamo fidare: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. (Filippesi 4, 6-7)
Chi lo ha provato lo sa: poche cose infondono coraggio come pregare.
Pregando, possiamo affidarci a chi conosce le pene del nostro cuore. Se glielo chiediamo, il Signore ci dà immediatamente forza. Lo dice il profeta Isaia che: “Ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.” (Is 40-31)
La Bibbia ci invita a non farci turbare dalle stagioni incerte!
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