Consigli a una scrittrice seria (seconda parte)

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Tutto quello che una scrittrice seria deve sapere (e nessuno dice)

Scrittrice seria si nasce o si diventa? Di sicuro ci sono cose che una scrittrice seria non farebbe mai. Il problema è che non te le dice nessuno. Avevo già descritto 6 delle 10 (+1) cose essenziali per essere considerata una scrittrice seria. Non che parli per esperienza personale: non mi prendo sul serio io e dubito che lo faccia chiunque altro. Sia per la scrittura che per il resto. Ho però conosciuto anche da vicino qualche scrittrice seria, da quando questa avventura è cominciata. Osservando loro ho desunto il decalogo di cui vi parlo (qui la prima parte, ché tutto insieme sarebbe stato troppo lungo! https://annaporchetti.it/…/una-vera-scrittrice-prima…/).

Una scrittrice vera se ne frega (a fin di bene)

Appena è uscito il mio libro, una delle mie preoccupazioni principali era capire se fosse piaciuto o no. Come tutte le persone che si ritrovano a scrivere per una serie di circostanze fortuite (le mie sono qui: https://annaporchetti.it/2022/10/18/mi-faccio-un-blog/). Sentivo di non avere nessun talento e nessun titolo per essere una scrittrice vera e ritenevo che molto dipendesse dall’opinione dei miei lettori. Per questo, se intravedevo qualche titubanza o qualche critica, andavo decisamente in crisi. Poi ho capito una cosa.

Una scrittrice vera è così intimamente convinta della legittimità dei suoi libri, che di tutto il resto se ne frega. Se riceve lodi e complimenti, ringrazia con eleganza, ma di fronte alla critiche fa spallucce. Arriva a dire frasi meravigliose del tipo: “Ognuno ha i suoi gusti”, “Grazie per il commento” (negativo). O addirittura, quello che per me è il segno più autentico e profondo che è una scrittrice vera e non un’impostora come me. Il commento straordinario: “il mio libro non è per tutti”. Ovvero se ti piace, ben venga. Altrimenti non mi faccio mica mettere in crisi. Si vede che il mondo si divide in due: quelli che adorano i miei libri e quelli per cui non sono fatti. E tu, improvvido lettore, appartieni a questa seconda sciagurata metà. Chapeau a tanto distacco e autostima! io mi sarei macerata nell’amarezza per tre giorni.

Una scrittrice vera ha sempre copie del libro con sé

A me è successo un sacco di volte. Invitata a qualche evento, presentata a qualcuno che conta, avvicinata da persone interessanti, tutti che ti chiedono: “hai con te il libro?”. Mesi fa una giornalista molto carina mi intervistò in video. Prima di andare in onda mi disse: “tira fuori il libro, che lo facciamo inquadrare per bene”. Peccato che non lo avessi. Invece, una scrittrice vera ha sempre una o più copie del libro con sé. Intonse, perfette, immediatamente disponibili alla distribuzione o al più pronte per essere dedicate e autografate.

Non certo come me che, anche ammesso che abbia una copia (con la copertina ammaccata, i fogli con le orecchie alle pagine e qualche patacca di cibo o di trucco appiccicata sopra), non ho comunque una singola penna che scriva, nelle ventisette che mi porto appresso in borsa. Al supermercato a comprare i pelati, in fila in posta, dal parrucchiere, al cinema, la scrittrice vera ha sempre un corredo minimo di copie del suo libro, da dispensare agli aventi diritto.

Si porta il cambio scarpe (e poi non se lo dimentica)

Qualche settimana fa, sono stata intervistata in TV. Ho quindi realizzato quello che è il sogno proibito di noi ragazze piccolo borghesi, cresciute negli anni 80: la TV. Poco importa che oggi giorno la televisione non la veda più (quasi) nessuno. O che la comunicazione mainstream si sia spostata su altri canali e altri territori. Per una come me, la TV è in non plus ultra. Questo implica portarsi un paio di scarpe di ricambio. Ma che dico un paio? Le scarpe. Due esemplari straordinari, con tutte le cosine al posto giusto (tacco dieci, a stiletto, punta lunga e sinuosa, cuoio nero spazzolato).

Quel genere di scarpe che ti fanno sentire una regina. O una scrittrice vera, all’apice della popolarità. Scarpe però ingestibili nel tragitto fino allo studio televisivo. E quindi che si fa? Si avvolgono le preziose creature scarpifere in un porta scarpe di stoffa. Le conserva nello zaino, stando pronta a un veloce cambio scarpe, al momento di andare in onda. Questo farebbe una scrittrice vera. Quindi non io. Che le scarpe da urlo me le sono portate da Milano a Roma. E poi mi sono dimenticata di metterle, prima di entrare in scena. Con l’aggravante che la telecamera ha zoomato per benino sulle mie snickers, mentre le decolleté stavano quatte quatte, nelle profondità oscure dello zaino. Ora sarò ricordata non come una scrittrice vera, ma come una sfigata che calza scarpe con la suola a carro armato!

Sempre perfetta!

Una scrittrice vera è sempre perfetta. Ha sempre la battuta giusta. Sfoggia sempre il trucco perfetto. Nelle inquadrature ha sempre la postura perfetta. Ecco, questo mi scoccia parecchio. Perché, per qualche ragione che non capisco, le inquadrature, che siano video o foto, hanno il potere di imbruttirti parecchio. Ti fanno sembrare grassa, come minimo. Pallida. Piena di rughe. La verità è che per venire bene in foto o in video devi possedere una importante qualità. Devi essere fotogenica. La fotogenia è un’alchimia straordinaria, tale per cui sei sempre raffigurata al meglio delle tue potenzialità. Il problema è che la fotogenia non s’impara.

E’ una attitudine terribilmente innata. E ogni scrittrice vera la possiede. Al punto che, dopo averla vista sulla terza di copertina, se la incontrate per strada, non la riconoscete mai. Vi piglia quello sbigottimento della serie: “ma allora è lei in carne ed ossa” e un secondo dopo, il retro pensiero severo ma involontario “la credevo migliore”. Ecco, questo con me non lo rischiate. Perché io sembro la vostra vicina di casa sia al naturale che in foto.

L’ultima cosa

Eccoci all’ultima caratteristica irrinunciabile per essere classificata una scrittrice vera. Bisogna aver scritto un libro. Non dico un libro essenziale per l’umanità. (diciamo che Omero ci ha fatto terra bruciata intorno. Dopo di lui non è così facile illudersi di scrivere qualcosa di memorabile). Per lo meno un libro utile. Bello. Un libro che dia tante emozioni. Un po’ estasi e un po’ attacco di colite. Un libro così fa di te una scrittrice vera. Quando lo scrivo, vi avviso!

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