E vissero felici e contenti
E vissero felici e contenti. Quante volte lo abbiamo sentito? Forse da bambine lo davamo per scontato. Adesso che siamo adulte, questa frase ci lascia molte più perplessità. Ma come felici e contenti? E in che modo ci sono riusciti? Non si fa così e che diamine! Non si interrompe la narrazione proprio sul più bello. Quando viene la fase più avvincente. Perché noi donne adulte lo sappiamo. Il matrimonio non è un incantesimo. Non c’è una fatina con bacchetta magica omologata, che rende gli sposi felici e contenti per sempre. Per quello, invece che delle varie peripezie amorose dei protagonisti della storia, vorremmo parlare del dopo.
Va bene, i due si trovano, si perdono, si ritrovano. Si amano, ma ancora non lo sanno. Non se lo sono ancora confessato. Per adesso si annusano. Poi ci sarà una scena rivelatrice, in cui cadono tutti i veli e tutte le maschere. E decideranno di sposarsi.
Come si fa a vivere felici e contenti?
Adesso, non per essere cinici, ma noi lo sappiamo benissimo come andrà a finire. È ovvio, fino dalla prima riga della favola, dal primo fotogramma del film romantico, che l’uomo che entra in scena sia il Mr Giusto. È lui che la principessa, la Cenerentola, la Biancaneve, la brava ragazza della fiaba sposerà. Non è prevista alcuna variante della trama. Noi già ce lo immaginiamo, che finiranno all’altare. Quello che non riusciamo a immaginare è come i due riusciranno a vivere felici e contenti dopo.
Perché raccontarci con tutti questi dettagli della scarpetta, della mela, del fuso avvelenato che – con rispetto parlando- non interessano a nessuno e poi non una parola su quello che ci sta a cuore davvero: far funzionare a meraviglia il matrimonio? Nessun consiglio, istruzione per l’uso, esempio pratico, usato per scopi didattici.
Il matrimonio è un duro lavoro (ma può rendere felici e contenti)
A dare retta alle fiabe, sembrerebbe che il matrimonio sia un diploma, Un titolo di studio. Complimenti, ti sei aggiudicato il matrimonio. Col massimo dei voti. Un trofeo sa tenere in bella mostra in salotto, ché tutti lo vedano bene. Invece noi lo sappiamo bene, che in un matrimonio non c’è nulla di definitivo, di granitico, di completamente compiuto. Il matrimonio è conquista, cammino, duro lavoro. Non si può liquidare con un vissero felici e contenti, glissando su tutto il resto. Per questo ho decido di condividere gli 7 consigli che ho appreso dalla mia vita matrimoniale, per vivere felici e contenti nel matrimonio. Visto che, dal giorno del “sì” sono passati un po’ di anni e si sono accumulate un po’ di esperienze.
Consiglio numero uno: i complimenti sono gratis
Per qualche ragione che non conosco, ci lamentiamo sempre delle cose che non ci piacciono ma non esprimiamo quasi mai apprezzamento per quello che ci è piaciuto. Anche ci fosse un unico motivo di lamentela e dieci aspetti positivi, parleremo di più di cosa è andato storto, rispetto a ciò che è andato benissimo. È la natura umana, lo so. Ma in fatto di rapporti umani, non è una gran strategia. Nel matrimonio, conviene invertire la tendenza. Complimentarsi ogni volta che se ne presenta l’occasione.
I complimenti sono gratis, non c’è motivo di essere avari. Impegniamoci invece a esprimere apprezzamento per l’altro. Per quello che fa. Per come si comporta. Ricevere lodi e riconoscimenti è una esperienza molto piacevole e rinforza un elemento essenziale del rapporto matrimoniale: la gratitudine. Se marito e moglie imparano ad apprezzarsi l’un l’altro, allora sì che sono destinati a vivere felici e contenti!
Consiglio numero due: esaudire desideri
Tutti abbiamo piccoli o grandi desideri. Non sempre i nostri sogni si avverano, ma quando accade, siamo felici. Cosa c’è di meglio in un matrimonio, che cercare di esaudire i desideri dell’altro? Non sempre si tratta di desideri complicati o costosi. A volte, il marito vuole solo vedere la finale di champions senza essere interrotto. O la moglie vuole essere accompagnata al centro commerciale per un po’ di shopping. Spesso questi desideri sono realizzabilissimi e farlo è un gesto di generosità e attenzione che non passa inosservato.
Consiglio numero tre: Abbandonare il giudizio
Gli esseri umani sbagliano. Chi ci garantisce che l’aitante principe azzurro, smessa l’alta uniforme non indossasse un buffo boxer con gli elefantini? Chi può escludere che l’algida Cenerentola, sfilate le scarpette di cristallo, non rivelasse una pedicure lacunosa? Il più grande gesto d’amore che si può immaginare è abbandonare il giudizio sull’altro. Smetterla di criticare questa o quella mancanza. Evitare di sottolineare questo o quell’errore. Ho un segreto per voi: criticare i limiti dell’altro, non li fa sparire. In compenso, crea tensioni, alimenta il senso di inadeguatezza, fa crescere il risentimento.
Ma allora non bisogna mai far notare all’altro che ha sbagliato? Così non si rischia che non migliori mai? Qualche pacata osservazione ci può stare. Se è costruttiva. Se è ben contestualizzata e riferita a quello specifico episodio. Mai se è una critica indiscriminata, generalizzata e distruttiva. Non serve davvero a niente e a nessuno.
Consiglio numero quattro: manifestare i propri sentimenti
Tipico esempio di conversazione fra marito e moglie.
“ma tu mi ami?”
“perché me lo chiedi?”
“non me lo dici mai”
“non è vero. Te l’ho detto il ventitré aprile del duemilauno. Se qualcosa fosse cambiato, te lo avrei comunicato”
Gli uomini in particolare (ma non solo) fanno fatica a esprimere i loro sentimenti d’amore. Anche se sono forti e veri. D’altra parte, ci sono persone che hanno bisogno di essere coccolate. Non hanno mai davvero temuto di non essere amate. Però, e che diamine, almeno la soddisfazione di sentirselo dire! Far incontrare queste due diverse sensibilità non è semplice, ma, se ci si riesce, il matrimonio ne guadagna moltissimo!
Dire ogni tanto: “ti amo”, “ti voglio bene” “sei la donna (l’uomo della mia vita)” è un gesto semplice e permette essere felici e contenti.
Consiglio numero cinque: evitare di trattare il coniuge come un punching ball
Cos’è il punching ball? È il sacco dei pugili, quello che prendono a pugni per allenarsi. Avete presente? Ecco, una cosa che aiuta molto a vivere felici e contenti è non usare il coniuge come un punching ball. Ovvero non sfogare su di lui (o di lei) la rabbia, l’aggressività, la frustrazione causate da altri. È vero, il coniuge ci ama e capisce i nostri stati d’animo. Ma scaricare su di lui (o su di lei) una serie di negatività, solo perché ci aspettiamo che non reagisca, è un gesto sleale.
Il matrimonio non è il bidone dell’indifferenziato della vita. Non possiamo né dobbiamo rovesciare al suo interno tutte le emozioni negative accumulate nel corso della giornata. Specie se si tratta di situazioni su cui né il coniuge né noi abbiamo capacità di intervenire. Al marito (alla moglie) bisogna invece mostrare il lato più bello di noi. Come possiamo altrimenti mettere le basi per vivere felici e contenti per tutta la vita?
Consiglio numero sei: Costruire un’alleanza
Per vivere felici e contenti insieme, è importante costituire una solida alleanza. Che vuol dire sostenersi a vicenda e rappresentare l’uno per l’altra il miglior alleato, il più fedele sostenitore, l’ammiratore più entusiasta. Bisogna lasciare il mondo fuori, non permettere a terzi di mettersi fra gli sposi (questo, d’altro canto lo diceva già Gesù e mi pare una garanzia).
L’alleanza prevede l’abilità di confortare, accogliere, sostenere. Tutti comportamenti essenziali, per consolidare il rapporto nelle difficoltà della vita. In questi casi, vince la coppia che si comporta da squadra, rispetto a coloro che si chiudono in sé stessi e si isolano dal partner.
Consiglio numero sette: Mostrarsi disposti all’ascolto
Non tutti i problemi si possono risolvere, purtroppo. Tuttavia, sentirsi ascoltati e compresi è spesso molto confortante. Se non possiamo mettere a nudo i nostri sentimenti con la persona che amiamo, con chi potremo mai farlo? L’attenzione nei confronti del coniuge è una vera prova d’amore. Anche e soprattutto quando siamo impegnati, stanchi, a nostra volta preoccupati da altro, trovare tempo e spazio per l’ascolto è essenziale, perché la persona amata non si senta sola. Perché non rischi di sentirsi fraintesa o sottovalutata.
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