Si può andare in viaggio con i bambini (e sopravvivere?)
Cosa significa andare in viaggio coi bambini? Ne parliamo fra un attimo. Ma è necessaria una premessa. In principio, ero una viaggiatrice spartana. Vacanze in capeggio, treni scalcagnati. Vacanze on the road, piccole pensioni e street food. Quindici giorni di viaggio e mai due notti di seguito nello stesso posto. Poi ho sposato mio marito. Che più che il tipo da vacanze in tenda, era il viaggiatore da quattro stelle. Il frequentatore di Spa. L’estimatore di ristoranti. Le vacanze dei primi tempi sono state di alto livello. Mai pensato si potessero fare vacanze così comode. Poi sono arrivati i figli, ma questa è un’altra storia. Perché in viaggio coi bambini cambia tutto. Cambiano le destinazioni, il tipo di vacanza, le necessità.
In viaggio coi bambini: (quasi) tutto quello che può capitare
Ogni genitore lo sa. Quando ci sono i bambini, i viaggi diventano un’impresa. Se si va in viaggio coi bambini, ci si muove con un sacco di bagaglio. Con tutto l’indispensabile corredo di passeggini, seggiolini auto, giocattoli preferiti, giocattoli meno preferiti, ma comunque amati, tricicli, biciclette, skate board, tavolette, canotti, ciambelle gonfiabili, retine per i pesci, occhialini per il mare. E chi più ne ha, più ne metta.
Spostare una famiglia con bambini equivale a un mini-trasloco. Se poi la famiglia è anche minimamente numerosa, i metri cubi di bagaglio si moltiplicano. Comunque qualcosa manca sempre.
Dove lo trovi, su una piccola isola greca, un orsacchiotto della buona notte, se il peluche titolare è stato dimenticato a casa? E come si dirà in croato: “set da cucito con ago e filo per riattaccare un bottone”?
Portarsi dietro la casa non è comunque garanzia di comfort. Perché poi molto dipende se il posto sia a misura di bambini. Se ci siano coetanei con cui fare amicizia. Se ci sia qualcosa di divertente da fare.
C’è chi giura che in viaggio coi bambini non sia il caso di andare. Almeno fino a che non avranno la barba o la patente. Prima dell’età della ragione sarebbe troppo complicato, troppo stressante, assolutamente proibitivo muovere tutta la famiglia, minori compresi. Addirittura, ci sono persone convinte che i viaggi facciano male ai bimbi, che si troverebbero in un ambiente a loro sconosciuto. Meglio le vacanze sempre nello stesso posto. Stessa spiaggia e stesso mare, come cantava la canzone. Ché chi lascia la spiaggia vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non quel che trova.
E allora? È davvero possibile andare in viaggio coi bambini? Come si fa a evitare che la vacanza estiva (o la vacanza in generale) diventi un incubo o una sfacchinata? Io vi racconto cosa questa esperienza mi ha insegnato finora.
Regola 1: In viaggio coi bambini sì, ma leggeri
Quante volte, dopo aver portato con voi qualunque cosa, vi accorgete che più della metà del contenuto dei vostri bagagli non è stato estratto dalla valigia? Poi è arrivata Ryan air, che ci ha insegnato che il massimo della valigia consentito era poco più che un beauty case. Lì ci stava meno dell’indispensabile, e anche pigiato bene. (chi non si è mai imbarcato su una low cost con tre maglie addosso a giugno, alzi la mano).
Da allora ho imparato: quando siamo in viaggio con i bambini, permettiamo un solo libro a figlio. Al massimo un giocattolo a testa. Meglio se si tratta di un gioco da tavolo (a casa andiamo matti per il monopoli o per indovina chi) o di un mazzo di carte. Assolutamente banditi i-pad, play station, Nintendo e diavolerie simili, ne facciamo già uso durante l’anno. E poi basta. Bisogna resistere alla tentazione di portarsi dietro tutto. In vacanza è bene cercare di divertirsi con quello che c’è o che la località può offrire. Viaggiare coi bambini si può, ma leggeri. E’ anche un esercizio di sobrietà, non dico di misticismo (non esageriamo!). Tuttavia ci mostra come, in definitiva, possiamo vivere benissimo con molto meno di quello che riteniamo indispensabile.
Regola 2: Stare all’aria aperta
Passiamo gran parte del nostro tempo fra quattro pareti. Almeno in vacanza, è bello trascorrere del tempo all’aria aperta. Fare sport, camminare, visitare le tante fiere, sagre, festival e feste di piazza che in estate non mancano (e spesso nemmeno in inverno). I bambini hanno bisogno di sfogarsi anche fisicamente, di giocare con la terra, con la sabbia, di arrampicarsi sugli alberi.
In viaggio coi bambini si può andare per boschi o stare sulla spiaggia. Tutte cose che, al rientro in città non saranno più possibili. Le ore all’aria aperta passano velocemente, fanno bene al corpo e al morale.
In viaggio coi bambini ho sempre dato ampio spazio alla loro voglia di giocare in mezzo alla natura. Ho accettato che mi portassero a casa rappresentanti del mondo animale, vegetale e minerale: conchiglie, radici, sassi colorati, funghi, fiori, lumache. Con grande divertimento dei miei figli. Mio un po’ meno.
Regola 3: Seguire i propri ritmi
Il bello delle vacanze è che si torna completamente padroni del proprio tempo. Questo è rilassante per noi e ancora di più per i bambini. Di norma, i bambini devono marciare secondo ritmi abbastanza serrati: la sveglia, la scuola, i compiti, le attività sportive, il catechismo. Potersi svegliare liberamente o fare un pisolino pomeridiano, giocare più a lungo del solito, fare più tardi la sera, avere molti meno doveri e impegni fa parte della vacanza. E aiuta tutti a goderne.
Per questo, quando ero in viaggio con i bambini, ho sempre improvvisato. Il programma della giornata non era mai fisso. Seguivamo ispirazione del momento. Questa libertà e lentezza rendono le vacanze un’avventura meravigliosa. In questa ottica, ben venga anche qualche breve momento di noia. La noia ormai è un privilegio sconosciuto, nelle nostre vite iper-organizzate e scandite da numerosissimi impegni. Un poco di noia permette al cervello di vagare, di creare, di uscire dagli schemi. Se troppa noia uccide, un pizzico di noia sgombra la mente.
Regola 4: Tenere un diario di viaggio
Quando ero piccola, tenevo un diario di viaggio. Annotavo le cose che mi colpivano, incollavo cartoline del luogo, foglie, conchiglie, biglietti di musei. Conservavo tutto quello che mi avrebbe ricordato il periodo appena trascorso. Sin dalle prime volte in cui andavo in viaggio con i bambini, ho stimolato le mie figlie a fare altrettanto. Ora tengono regolarmente un diario di viaggio, adatto ai tempi. Il loro diario è virtuale, un’app che raccoglie foto, video e animazioni. In qualunque modo si decida di farlo, credo che tenere traccia della vacanza sia uno stimolo per i bambini a guardarsi intorno.
Regola 5: Fare qualche escursione artistica
In viaggio con i bambini, ho sempre organizzato visite alle bellezze artistiche. Chiese, castelli, piazze, sono destinazioni ideali per gite di un giorno o a volte solo qualche ora. Google maps (o cartine), guida alla mano o anche solo wikipedia, è bello scoprire insieme ai bambini la storia e la bellezza dei luoghi visitati. In molte località si organizzano anche visite con guide turistiche, che spiegano tutte le curiosità e le tradizioni del luogo. I bambini sono naturalmente curiosi. Per loro niente è più affascinante che scoprire storie e leggende nuove. Le mie figlie accettavano persino di camminare, senza lamentarsi. E dire che, in condizioni normali, non muovono un passo!
Regola 6: In viaggio coi bambini bisogna accettare l’imprevisto
Non tutto andrà come ci aspettavamo. Un temporale inatteso ci terrà in casa un pomeriggio di agosto. Uno stabilimento con tutto esaurito ci porterà a scoprire un’altra spiaggia, appena più lontana. Un autobus perso o cancellato, ci darà l’opportunità di visitare qualcosa di diverso. L’imprevisto in vacanza è molto diverso dall’imprevisto nella vita quotidiana.
In vacanza non dobbiamo rendere conto ad altri del nostro tempo. Perciò gli imprevisti sono opportunità. In viaggio con i bambini bisogna accettare l’imprevisto e tirarne fuori tutto quello che c’è di positivo. Senza perdere il buonumore!
Regola 7: Fare amicizia
Fare amicizia non sempre è facile. Nemmeno per i bambini. Le vacanze creano molte occasioni di incontro che altrimenti non sono possibili. In viaggio coi bambini si incontrano famiglie simpatiche, che vivono a centinaia di chilometri da casa nostra e che, senza la vacanza comune, non avremmo mai incontrato. Proprio per il loro carattere di incontri brevi e senza pretese, le amicizie delle vacanze sono prive di quelle tensioni e di quella fatica delle amicizie normali. Quelle nate per durare.
Per frequentazioni vacanziere bastano meno affinità, meno prove di lealtà e fiducia, meno impegno. L’importante è condividere esperienze e passare del tempo in compagnia. Per questo anche i bambini più timidi riescono a socializzare. Quando ero in viaggio con i bambini, li incoraggiavo sempre a fare gruppo con altri coetanei e giocare tutti insieme. Con alcune di quelle amicizie estive, ci facciamo ancora gli auguri di Natale!
Regola 8: Avere spirito di adattamento
Un ingrediente essenziale per godersi le vacanze, è adattarsi. Che si sia a poche centinaia di chilometri da casa o dall’altra parte del mondo, comunque tutto sarà diverso. Le nostre abitudini, i nostri cibi preferiti, la stazione radio che ascoltiamo la mattina davanti allo specchio, non si possono mettere in valigia. Inutile irrigidirsi. Tutto questo in realtà non ci serve.
Possiamo goderci moltissimo quello che il luogo di vacanza ha da offrire, se abbandoniamo l’aspettativa di ritrovare nella nuova destinazione esattamente ciò che abbiamo lasciato a casa. Il bello è anzi scoprire cose tipiche, ricette nuove, uno stile di vita diverso.
Questo vale a maggior ragione quando si è in viaggio con i bambini. I piccoli amano le abitudini e i rituali. Tuttavia se stimoliamo la loro curiosità e li sorprendiamo, non rimpiangeranno le abitudini di prima. In ogni caso, le ritroveranno puntualmente al rientro.
Andare in viaggio coi bambini si può e possono essere vacanze meravigliose!
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