Grandi pulizie dell’anima

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La tradizione stagionale delle grandi pulizie

Le grandi pulizie di primavera: cosa vi evoca questa espressione? State già preparando secchio, ramazza e straccio? Per me è un ricordo d’infanzia. Nelle domeniche di primavera, quando il tempo cominciava a essere tiepido e le giornate luminose, mia madre si dedicava a una radicale opera di riordino e pulizia. Cambiava le tende, lavava il rivestimento del divano, svuotava i pensili della cucina. Riordinava e puliva e soprattutto ribaltava tutto. Non c’era angolo della casa che sfuggisse alle pulizie di primavera. Né rimaneva una superficie che non venisse pulita e lucidata a dovere.

Soprattutto, si svuotavano gli armadi. Le grandi pulizie di primavera erano un’ottima occasione per sbarazzarsi di tutto quello che non volevamo più tenere. Buttavamo via i vestiti che non ci andavano più, gli oggetti che si erano troppo rovinati per essere utilizzabili. Tutto ciò che ormai avesse fatto il suo tempo. Era una grande fatica, ma anche una enorme soddisfazione.

Per qualche ragione che non so spiegare, eliminare carte dai cassetti, abiti dagli armadi e altre cose inservibili, ci dava un gran senso di serenità. Sembrava che, senza quegli oggetti, non solo lo spazio fisico, ma anche lo spazio dei nostri cuori fosse più libero.

Il rischio dell’accumulo

La tradizione delle pulizie di primavera a casa mia non si è persa. Anche se sono meno efficiente ed energica di mia madre e ho molto meno tempo di lei. (chi ha tempo per qualunque cosa, coi ritmi odierni?). Ciononostante affronto ancora con gioia il momento in cui liberare mobili e cuore. In entrambi si trova un mare di superfluo che si è accumulato in brevissimo tempo. Non so se succede anche a voi. La mia casa, la mia borsa, il mio armadio e ovviamente la scarpiera si riempiono velocemente di un sacco di cose.

Possedere oggetti, sceglierli, collezionarli, è una esperienza gradevole. Mi ci dedico con un certo impegno. Direi anzi che sono piuttosto brava. Sono la regina delle carabattole. L’unica che trova sempre qualcosa da comprare, ovunque. Nel negozietto più scrauso, in qualunque mercatino, persino nei piccoli autogrill. Qualcosa che mi è sembrato indispensabile solo nel breve tragitto dal negozio a casa. Poi, il mio acquisto è stato dimenticato dimenticato in qualche mobile. Da cui fortunosamente emerge, mesi o anni dopo. E dire che, sul momento, mi era sembrato così utile, così desiderabile. Avevo creduto che rappresentasse la realizzazione di qualche mio antico desiderio! Capita anche a voi? Anche voi non riuscite a resistere allo shopping compulsivo di oggetti inutili?

La pesantezza degli oggetti

Non ditelo a me! Compro libri che non avrò mai il tempo di leggere, io che mi addormento a metà della terza riga. Colleziono sciarpe che non metto (perciò ho sempre la faringite). Ho soprammobili orrendi che si riempiono di polvere, copriletti etnici brutti e troppo colorati, rimediati su bancarelle improbabili, di mercati di mezzo mondo. In questa società troppo piena di oggetti, è un attimo ritrovarsi circondati di cose che nemmeno ricordavamo di possedere.

Alla lunga, tutti questi oggetti apparentemente così indispensabili o fortemente voluti, ci appesantiscono soltanto. Arriva il momento, almeno una o due volte all’anno, in cui sento il bisogno di riempire qualche sacchetto di plastica da quaranta litri di cose da regalare, da buttare, da cedere alle vendite di beneficienza. (l’oratorio ringrazia).

Perché le grandi pulizie si fanno al cambio di stagione?

Perché le grandi pulizie si fanno in periodi specifici, di solito ai cambi di stagione? Cosa ci impedirebbe di fare grandi le grandi pulizie di mezza estate o quelle di pieno inverno? O anche le piccole, piccolissime pulizie mensili? Nessuno ha stabilito una regola per cui queste operazioni debbano avvenire in certi momenti e non in altri.

Eppure, le grandi pulizie hanno assunto il carattere di riti di passaggio. Come ogni rito di passaggio, sottolineano e celebrano il susseguirsi delle stagioni. È possibile estendere questa abitudine anche alle grandi pulizie dell’anima? Lo dice anche la Bibbia: Ecclesiaste 3:

1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
(…)
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

Le grandi pulizie dell’anima

Come avviene per i cassetti, i ripiani degli armadi, le scrivanie di lavoro, anche l’anima si riempie di cose inutili o dannose. Si tratta di pensieri negativi, rabbia, tristezza, risentimento, delusione. Sono zavorre emozionali che con il tempo si accatastano nella nostra anima. Come gli oggetti inutili, questi sentimenti nascondono le cose più belle, seppellendole sotto la loro negatività. Sottraggono spazio a ciò che veramente conta, ammassandosi tutte nel nostro cuore.

L’anima così assomiglia a un mobile stipato di ciarpame. Una vita spirituale piena e una vera serenità richiedono l’eliminazione periodica di tutti questi inutili bagagli. dobbiamo esercitarci con regolarità a fare spazio, a potare, a scegliere. A lasciar andare senza ripensamenti ciò che per noi non va bene. E mettere ordine in tutto il resto, dopo una pulizia profonda dell’anima.

Come e quando

La nostra anima dispone di spie luminose che si accendono in caso di emergenza. Come quelle sul cruscotto dell’auto. (quelle che io non guardo mai, ma non ditelo a mio marito).

Queste spie ci danno segnali di malessere, che è meglio non ignorare. Dobbiamo allenarci a riconoscere il momento in cui cominciare delle profonde, accurate e grandi pulizie dell’anima.

Decluttering dei sentimenti

Si chiama decluttering. Significa “sgomberare”. La parola è tratta dall’inglese americano, ma è stata una donna giapponese a renderlo popolare qui da noi. E’ Marie Kondo, la riordinatrice e sgomberatrice per antonomasia. Almeno fino a ieri. (Ne ho parlato qui: https://annaporchetti.it/2023/02/02/marie-kondo-si-arrende/)

Come si fa, quando in gioco ci sono sensazioni, sentimenti, emozioni?

Mettiamoci in ascolto dei nostri sentimenti. Siamo stanchi? Preoccupati? Quali sono i nostri motivi di paura o di delusione?

Se abbiamo problemi concreti, invece di macerarci emotivamente, è meglio affrontarli. Se quello che ci turba è fuori dal nostro controllo, dobbiamo invece cercare di accettarlo, riducendo al minimo gli effetti negativi che può avere su di noi. La preghiera è un formidabile aiuto ad alleggerire l’anima dai suoi pesi. Per questo, pregare ogni giorno fa bene all’anima e al cuore.

Decluttering organizzativo

A volte ciò di cui dobbiamo liberarci è un eccesso di impegni. Che sia lavoro, famiglia, amicizie, conoscenze o sport, può accadere che le nostre giornate siano troppo piene per lasciarci il tempo necessario alla nostra vita spirituale. Invece, è salutare svuotare un po’ il programma della giornata. Bisogna dedicarsi a un decluttering organizzativo, eliminando un po’ di impegni che ci affannano, senza darci benessere. Bisogna tenere del tempo libero dalle cose da fare. Tempo da destinare alla vita spirituale: alla preghiera, alla lettura dei testi sacri (o altre letture edificanti), alla Messa e a nutrire la relazione con Dio. Lo dice la Bibbia, a proposito del profeta Daniele.

Daniele 6, 10

Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima

Anche piccoli gesti di altruismo e di carità fanno sentire meglio, liberandoci dall’inquietudine. Fare del bene agli altri, fa del bene anche a noi. Ci permette di sviare l’attenzione da noi stessi e dalla negatività, per aprirci agli altri e alle loro necessita. Lo dice il Vangelo di Matteo (6,19-20):

Non accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.

Allora, che le grandi pulizie dell’anima abbiano inizio!

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