Il grande tabù di chiedere scusa

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Il grande tabu di chiedere scusa

Qual è il più grande tabù della cultura moderna? Se state pensando al sesso siete fuori strada. Completamente. Ormai il sesso è argomento da salotto, da sala d’attesa dell’estetista, da aperitivo con gli amici. Nessuno ha più remore a discutere di amplessi, preliminari, pratiche sessuali più o meno ortodosse. Il sesso è sdoganato. Ma, se pensate con questo che sia caduto l’ultimo e più grande tabù del nostro tempo, vi sbagliate di grosso.

L’ultimo tabù della contemporaneità è ammettere i propri errori. Il che, in caso di errore, si traduce in un gesto semplice, eppure difficilissimo: chiedere scusa.

Nessuno chiede più scusa

Nessuno chiede più scusa. Nemmeno quando ha torto marcio. Qualche giorno fa, mentre attraversavo sulle strisce, un tizio che usciva in retro da un parcheggio a momenti mi spiaccicava sull’asfalto. Alle mie proteste, ha replicato, sbalordito: “ma mica l’ho fatto apposta”. Hey amico, io non ti ho fatto niente. Non ti ho rubato la bici né ho fatto allusioni su un presunto secondo lavoro di tua madre. In compenso, tu a momenti mi ammazzavi. Pure apposta lo dovevi fare?

E, pochi giorni prima, una signora distratta da una concitata conversazione telefonica, mi ha urtata con il suo carrello della spesa. Anche qui, mi ha fissata sbigottita, mentre raccoglievo gli occhiali che mi erano caduti a causa dell’impatto. Il minimo sarebbe stato scusarsi. E lei invece, vagamente infastidita: “eh, ma io ero al telefono per un’emergenza”.

Ma certo cara. Perdona se mi sono trovata sulla traiettoria del tuo passo deciso e del tuo temibile carrello della spesa da urban trail, con ruote carenate. L’avvincente telefonata col collega, con l’amministratore di condominio, forse con il presidente della repubblica o con l’ufficio stampa di Bill Gates ti esime dal verificare cosa accade nel mondo intorno a te. Se causi danno a chi ti incrocia. Per inciso, meno male che non c’era una colossale buca per terra, altrimenti ci saresti finita dentro.

Chiedere scusa oltre che essere un tabù, causa attacchi di orticaria

Dopo molti episodi simili, mi sono convinta che si sia diffusa una nuova forma di allergia. Quella alle scuse. La gente è terrorizzata dalla prospettiva che, se si scuserà, si ritroverà coperta di bolle pruriginose. Meglio stare alla larga dalle scuse o eventuali analoghe manifestazioni di contrizione. È preferibile anche evitare di mostrare una qualunque forma di interesse per la salute e l’integrità delle persone eventualmente danneggiate. Peggio per loro se sono stati urtati, feriti, spintonati. Potevano anche smaterializzarsi e nessuno si sarebbe fatto male.

Perché persone apparentemente normali si trasformano in cerberi con l’empatia di un blocco di cemento? Non ho una risposta. L’ipotesi è che scusarsi sia ammettere un errore. Cosa inconcepibile, in una società in cui tutti o quasi si credono infallibili. Questo spiegherebbe anche la reazione sbalordita o irritata nei confronti delle vittime. Il loro atteggiamento sembra dire: “ma che diamine vuoi? Sei il memento della mia défaillance. Vorrei solo che tu sparissi velocemente, invece di inchiodarmi alla sciocchezza che ho fatto.” D’altro canto, se nemmeno bambini di pochi anni sono abituati a scusarsi, spalleggiati da genitori vigliacchi o innamorati della prole, come possiamo aspettarci che gli adulti siano più umili?

Perché le scuse sono un tabù da abbattere

Eppure, scusarsi non comporta alcun rischio di essere sminuiti nella propria intelligenza o prestigio. Al contrario, non c’è modo migliore per far cessare sul nascere un confronto conflittuale. Ho sbagliato, hai ragione, scusa. Che cosa dovrebbe risponderti una persona, dopo aver ricevuto una ammissione di responsabilità così onesta e umile?

Nessuno infierisce su chi riconosce i propri errori. Anzi, di fronte a un mea culpa sincero, il primo istinto è quello di rassicurare l’altro. La reazione più tipica è dire che non c’è problema, che è tutto a posto. Provare per credere. Se scusarsi è l’ABC del vivere comune, probabilmente viviamo in un analfabetismo della socialità.

Le scuse nel rapporto di coppia

Fino a qui ho parlato di un comportamento sociale generalizzato. Il problema è che spesso persino nel rapporto di coppia si tende a negare le proprie responsabilità. A non ammettere errori evidenti. Se ciò è già dannoso in una relazione meno intima, diventa pericolosissimo nei rapporti sentimentali. Lì le scuse, l’oggettività, l’umiltà, sono l’altra faccia dell’affidabilità. Vi fidereste di un fidanzato/a che si sente sempre nel giusto? Una persona incapace di riconoscere i propri errori, persino di fronte all’evidenza? Certamente no. Una persona che tiene più al suo ego che ai sentimenti della persona amata, non mette buone basi per il futuro!

Come comportarsi se si sbaglia

Se commettiamo un errore, impariamo a parlarne. Spieghiamo perché abbiamo sbagliato, senza tentare di difenderci, giustificarci, o minimizzare le nostre responsabilità. Facciamo capire cosa ci ha indotto a comportarci in quel modo e poi superiamo lo sciocco tabù delle scuse. Chiediamo comprensione e perdono per quello che abbiamo fatto. Per il dolore o il fastidio che abbiamo arrecato. O che avremmo potuto arrecare. Nel dubbio, scusiamoci sempre. È una prova della nostra buona fede. Abbiamo sbagliato, ci scusiamo, non era intenzionale. Coraggio, affrontiamo questo annoso tabù e disinneschiamolo!

Come ricevere le scuse

Se la persona amata trova coraggio e onestà a sufficienza da compiere questo gesto ormai anticonvenzionale, una vera e propria violazione di un tabù -scusarsi- accettiamo il gesto con grazia. Con generosità. Non rinfacciamo e non rigiriamo il coltello nella piaga. Non ci si può ragionevolmente aspettare di più o di meglio. Se l’errore è stato fatto, è inutile recriminare. Si incassano le scuse con eleganza e si volta pagina.

E per favore, se l’altro chiede scusa, l’episodio va archiviato per sempre. Bruciate l’x file. Non andate a ripescarlo dagli archivi della memoria (vale soprattutto per le donne) ventisette anni, otto mesi e tredici giorni dopo. Se volete -legittimamente- le scuse, poi non usatele contro l’altro.

Invece perdonatelo davvero. Ricordatevi dell’insegnamento di Gesù, nel vangelo di Matteo (18, 21-22): 

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette».

Se si ama veramente, bisogna avere la forza di superare anche le delusioni causate dall’altro.

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