Sant’Elena, imperatrice e madre

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Sant’Elena, la seconda madre santa di maggio

Maggio è dedicato alla Madonna e alle madri. Per tutto il mese, una volta alla settimana, racconterò la storia di una madre e santa. Una donna autrice di opere a favore dei figli e della fede. La volta scorsa ho parlato della madre santa per eccellenza: la Vergine. (trovate l’articolo qui: https://annaporchetti.it/2023/04/30/maria-le-madri-la-maternita/)

Oggi mi occupo di Sant’Elena imperatrice.

La seconda madre santa da ricordare a Maggio: Sant’Elena

Sant’Elena nasce in Bitinia, forse nel 248, ma non ne abbiamo certezza. Era di umili condizioni. Sant’Ambrogio dice che faceva la stabularia, ovvero la locandiera. La giovane Elena sposa Costanzo Cloro. Dall’unione, nel 274 dC, nasce un figlio: Costantino. Il matrimonio naufraga presto. Diocleziano obbliga Costanzo Cloro a ripudiare Elena. Costanzo sposerà la figliastra dell’imperatore Massimiano, Teodora.

Questo nuovo matrimonio ha un grande potenziale dinastico. Costantino viene tolto alla madre. Verrà allevato alla corte di Diocleziano. Nel 306, morto il padre, Costantino diviene imperatore. Il giovane vuole la madre con sé. Fra i primi atti del suo regno, la eleva alla condizione di augusta.

L’influenza di Sant’Elena sul figlio

Elena lo raggiunge a Roma, dove lui ha stabilito la sua residenza. Elena si è convertita al cristianesimo. Come ogni madre, si preoccupa per il figlio. Non teme solo per la salute del corpo. A lei interessa anche quella dell’anima. Non vuole solo che il figlio metta la maglia di lana (come facciamo noialtre). Lei desidera soprattutto che abbracci il cristianesimo. E il figlio la ascolterà.

L’editto di Costantino: la libertà religiosa, diciassette secoli fa

Nel 313, a Milano, Costantino promulga l’editto della tolleranza religiosa. Tutt’oggi lo ricordiamo come un imperatore di aperte vedute. Con l’editto di Costantino, si stabilisce la libertà religiosa per i cittadini dell’impero. Non è più necessario mostrare devozione agli dei romani. Chiunque può credere nella propria divinità e adorarla. Le sanguinose persecuzioni contro i cristiani, praticate dagli imperatori precedenti, finiscono.

Costantino Simpatizza per i cristiani. Diventerà uno di loro, Pur senza privilegiarli. In modo equo, lascia a ognuna delle popolazioni che si trovano sotto l’impero romano, di praticare il proprio credo.

I diritti civili non sono una invenzione moderna. La libertà religiosa nasce diciassette secoli fa. La dobbiamo a un imperatore romano di occidente, un cristiano. E all’influenza di una madre amorevole.

Altre imprese di Sant’Elena

Il merito più grande di Sant’Elena è la conversione del figlio, ma non l’unico. In età avanzata, Elena intraprende un pellegrinaggio in Terra Santa. A Gerusalemme, individua tre croci. Una di esse potrebbe essere quella di Cristo. Secondo la leggenda, una di esse resuscita un cadavere, rivelando quale sia la vera croce.

Sant’Elena ne fa staccare varie parti. Questi frammenti saranno destinati a chiese in vari luoghi. La vera croce sarà oggetto di culto per secoli.

Sant’Elena rinviene anche i tre chiodi della crocifissione. Decide di donare queste reliquie al figlio Costantino. Con un chiodo, farà costruire il morso per il suo cavallo. Un altro verrà montato nell’elmo del figlio, per proteggerlo in battaglia. La corona ferrea accoglierà Il terzo chiodo. Si tratta della corona con cui sono stati incoronati molti sovrani del medioevo, oggi conservata a Monza.

Sant’Elena vuole che le reliquie trovate vadano a beneficio del figlio. Spera di garantirgli il favore e la protezione divina. Questo è quello che avverrà, almeno secondo la ricostruzione di Eusebio di Cesarea. La conversione dell’imperatore è il frutto della paziente opera della madre. Sant’Elena è un modello di religiosità intima e tenace.

L’esempio di questa madre

Sant’Elena dà un esempio di fede semplice e di atteggiamento umile. Non desidera visibilità oppure onori per sé. Quando il figlio diviene imperatore, la sua p. Lei non la usa per soddisfare le proprie ambizioni personali. Ha obiettivi più generosi, che gloriarsi del titolo di augusta.

Quello che le importa davvero, è diffondere il cristianesimo. Desidera salvare l’anima del figlio. Grazie alla sua mediazione, risparmierà il martirio a molti cristiani. Sant’Elena usa il potere e il prestigio di cui gode, per fini grandi.

Sant’Elena spende tutta la sua vita nella missione di consigliare e indirizzare il figlio, facendone un buon cristiano.

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