Non di solo pane…

Vai al blog

I miei articoli:

La moda è il nostro vero pane quotidiano

Se siete una donna dai 3 ai 100 anni, la moda è il vostro vero pane quotidiano. Naturalmente è anche il mio. In principio c’era lei. Mademoiselle. Coco Chanel. Tutta colpa sua. Lei che predicava che una donna non è mai abbastanza ricca. E fin qui, potremmo anche starci. Il problema viene dopo. Perché, secondo Chanel, una donna non è mai abbastanza magra. Questa seconda cosa ci ha rovinato la vita. Ma non subito. Fra il punto vita e la vita è passato un po’ di tempo. Di mezzo c’è stata una guerra mondiale e un bel po’ di fame. Questa cosa dell’essere disperatamente magre, ce l’eravamo quasi dimenticata.

“Grassezza mezza bellezza” diceva mia nonna. Se è vero che il canone di bellezza di ogni epoca ne incarna i desideri, è normale che nel dopoguerra, le icone della bellezza fossero Sophia Loren e altre ragazze rotonde. Bei tempi, quelli! È che io sono nata nell’epoca sbagliata. Io sono nata negli anni settanta, cresciuta negli ottanta, epoca di benessere economico e di pance piene. Quindi, inevitabilmente, la mia epoca e le successive hanno eletto la magrezza a elemento essenziale dell’avvenenza. Così sono arrivate le Twiggy, le Kate Moss eccetera eccetera.

Da allora, per dimagrire, abbiamo fatto di tutto. La dieta del minestrone, quella della zucca, quella dell’anguria. La dieta a zero carboidrati, la zona, la Dukan. La dissociata. Via la pasta. E il pane. Le patate. E l’olio. e il riso. Chi più ne ha più ne metta. Ciascuna ci è stata presentata come la dieta risolutiva, l’unica in grado di mantenere le promesse. E noi le abbiamo provate tutte, che non si dica che ci tiriamo indietro.

La mania per la dieta

Tutto questo è stato vero anche per me. Per un certo tempo. Poi ho scoperto che avere un lavoro a tempo pieno, tre figlie, un marito, una casa da mandare avanti, erano un ottimo sostituto della dieta e dell’attività fisica messe insieme. La battezzerò “dieta della madre di famiglia”. E fra corse vere, pranzi saltati, spuntini arrangiati, stress che ti chiude lo stomaco, fai la dieta senza quasi volerlo.

Uno degli effetti collaterali del non riuscire quasi mai a fare pasti regolari (che sia voluto o imposto dalle necessità del caso), è che poi al cibo ci pensi sempre. Meno mangi e più ci pensi. È inutile dirsi che va bene così, che il pranzo è sopravvalutato, che anche solo mezz’ora seduta a tavola con qualcosa nel piatto è un lusso che non puoi permetterti. Quello che ti manca, ti torna sempre in mente. Lo sa bene, chi fa diete abitualmente.

Non di solo pane

In questi momenti, io ripenso sempre all’episodio evangelico di Gesù nel deserto. Ne parla più sinteticamente Marco e con più dettagli Luca e Matteo. Gesù è stato battezzato e si trova nel deserto. Per quaranta giorni e quaranta notti non mangia. Terminati i quaranta giorni, però avverte la fame. Questo noi lo capiamo bene. Soprattutto noi donne, perennemente a dieta. Perennemente in arretrato di pasti e calorie. Sappiamo bene che il pensiero di mangiare occupa gran parte della tua attenzione, non ti dà tregua. Eppure, in una prova così forte, cosa dice Gesù? Lui riesce a dire: non di solo pane vivrà l’uomo. (Lc 4,4).

E il Vangelo di Matteo aggiunge: “ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Matteo 4,4).

Anche in questa situazione così estrema (quaranta giorni di digiuno!) Lui non perde di vista le priorità. Non basta la fame né il diavolo a tentarlo. Gesù ha ben salde le sue priorità, i suoi valori, la sua fede in Dio. Non baratta la fede e la lealtà a Dio, per un pezzo di pane. E nemmeno per tutti i regni del mondo.

Il benessere spirituale e il cibo per l’anima

E noi? Siamo certi di fare altrettanto? Di fronte alle tentazioni della vita, sappiamo tirare dritto per la nostra strada? Le tentazioni, i desideri, la tendenza a deviare sono parte della natura umana. Tutti le sperimentiamo. La nostra virtù, la fede, la forza d’animo si misurano non per l’assenza di desideri, ma per la capacità di dominarli. Di resistere. Di mantenersi fedeli.

Il deserto di Gesù somiglia al deserto in cui ci troviamo a vivere anche noi. Non un deserto fisico, ma un deserto spirituale. È proprio in una condizione di desolazione che il maligno si fa avanti e cerca di piegarci. Fa leva sulla nostra fragilità, sulla nostra ambizione, sull’avidità e cerca di convincerci ad adorarlo. Magari in cambio di quel pezzo di pane così fortemente desiderato (o di quella promozione al lavoro o di quella bella avventura sentimentale non proprio legittima, eccetera eccetera).

Il pane per l’anima

D’altro canto, la felicità dell’uomo non dipende solo da quello che mangia, da come vive. Oggi ci concentriamo molto sul benessere del corpo. Sembra che quella sia l’unica dimensione in cui possiamo essere felici e realizzati, ma, come Gesù insegna, il corpo è solo una parte di noi. Occuparsi solo di soddisfare gli appetiti materiali, non nutre la nostra componente spirituale. Per quella, c’è “ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il nostro bisogno di sostentarci non riguarda solo il pane, nutrimento del corpo ma non dello spirito.

Dedicare ascolto alla parola di Dio è fondamentale per la nostra pienezza di esseri umani e non bisogna rischiare che i molti impegni, le continue corse, gli incastri millimetrici ci distolgano da quello di cui abbiamo reale necessità. Per questo, è utile imparare a preservare uno spazio dentro di sé, nell’arco della giornata, da sottrarre al mondo esterno e dedicare a Dio. Non è detto che debba essere sempre un tempo molto lungo. Non è nemmeno detto che si possa praticare ordinatamente, sempre alla stessa ora o luogo.

Occorre però tenere caro questo tempo, seppur con tutti gli aggiustamenti del caso, perché solo questo ci rende persone felici e pienamente realizzate. Forse la preghiera non fa sparire i morsi della fame, ma aiuta a riempire il cuore.

Se non avete pane, mangiate le barrette

E comunque consiglio vivamente di fare scorta di mandorle e di barrette energetiche, per le emergenze. Non si sa mai quando arriva il calo di zuccheri, conviene essere pronti. Sconsiglio di scegliere le barrette ai frutti rossi. Tutti quei semini si infilano fra i denti e non è un belvedere! Meglio quelle al cioccolato, che fra l’altro sono anche più gustose.

Seguimi sul Blog: www.annaporchetti.it

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu

per ricevere gli aggiornamenti su blog e podcast, iscriviti al canale Telegram: https://t.me/annaporchetti

pane