Lunga vita a Cenerentola!

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Cenerentola, icona pop

Io adoro Cenerentola. Per me, a modo suo, è un’icona della cultura pop. Anche qualcosa in più. Le amiche sono deluse. “Ma come -mi dicono – proprio tu! Tu che leggi tanto, che hai studiato, tu che da sempre ti vuoi realizzare anche nel lavoro, come puoi amare Cenerentola? Lei è così anacronistica, così limitata, nella sua vita fra il camino e la cantina. Ha amici così poco stimolanti, quei topini e poi gli uccellini in giardino! Cenerentola, che non ha la minima cura del suo aspetto, una sciattona sporca di cenere. Una che non sa valorizzarsi, ché appena si mette in ghingheri una volta, fa giare la testa a un erede al trono, ma tutto il resto del tempo si trascura!”

Secondo loro, è una donna così priva di ambizioni, una che incastra un principe e si sistema. Una che pretenderebbe di vivere un’intera vita senza fondare una start up nella Silicon Valley, senza battersi contro il pay gap, mai una parola sull’autodeterminazione femminile!

Non sottovalutiamo Cenerentola

Io le capisco, le mie amiche. Se c’è un’anti eroina, un’anti donna moderna, un’anti maliarda è proprio lei. Lei che non è di sangue reale, che, da quel che si capisce, viene da una famiglia normale. La ragazza scalza col grembiule, lei che non ha studiato e non sembra avere curiosità intellettuali, né rivendicazioni di autorealizzazione, è quasi un personaggio negativo, oramai.

Invece io sono sempre stata e resto una grande fan di Cenerentola. Dico di più, per me Cenerentola è un esempio positivo. Se appena appena la si contestualizza e si accetta una lettura un po’ meno mainstream. Cenerentola non è la personificazione della sfigata lustra-fornelli. Non è una miracolata, salvata da un principe che l’ha sottratta a una vita di noiose faccende domestiche. A guardarla da vicino, è una donna solida, che ha dei valori e vive onorandoli. Facciamo attenzione a non sottovalutarla!

Non di sola bellezza vive l’uomo

La storia racconta che il principe, affascinato dalla bella ragazza con cui balla tutta la sera, smuoverà mari e monti pur di ritrovarla e sposarla. I suoi messi girano di casa in casa, con il compito di portare a termine una mission impossible: trovare una ragazza in età da marito con un piede striminzito. Una fanciulla che calzi una scarpetta numero 35, 36 al massimo. Ragazza privilegiata, e che ha tutta la mia invidia. Lei che, ai saldi di fine stagione, probabilmente fa man bassa di scarpe a prezzi stracciati (beata lei!).

Il principe la cerca, scopo matrimonio e questo fa imbestialire tutte le mie amiche moderne. Ma come, che messaggio è? Lui la vede e se la vuole sposare, sulla base della sola attrazione fisica? Il principe è il classico uomo superficiale, che vede una bellona e perde la testa. Crede di innamorarsene, eppure non sa nulla di lei. Non ha idea se le piaccia il mare o la montagna. Ignora se Cenerentola preferisca vino fermo o mosso. Quale sia il suo colore preferito, o il suo segno zodiacale. Lui non sa che genere di film guardi al cinema, che le succeda quando ha la sindrome premestruale.

Non sa niente di lei come persona, a parte quel che si vede, che è una gran bella figliola. Che poi, diciamocelo, con trucco, parrucco e un bel vestito, chi non farebbe la sua figura? Ho sempre pensato che un bel paio di scarpe cambino la vita. Almeno in fatto di autostima. Eppure, la storia sarebbe molto diversa.

La questione non è innamorarsi, ma amarsi

Non sappiamo cosa Cenerentola e il principe di azzurro vestito si dissero, durante quella serata di ballo. Forse scambiarono qualche parola. Lui si dichiarò preoccupato per lo scioglimento delle calotte polari? E lei, di rimando, per i gas propellenti che bucano l’ozono? Oppure lei inveì contro il dominio dei carboidrati nella dieta mediterranea, e lui ammise la sua predilezione per i grassi saturi? Si raccontarono le ultime vacanze estive in bed&breakfast in Romagna, o alle terme in Trentino? Non lo sapremo mai. E manco ci importa.

Qualunque cosa si siano detti quella sera, ammesso che abbiano parlato, è bastato a far scoccare la scintilla. Ma questo, di per sé non significa nulla. Innamorarsi non è amare. E Cenerentola, se volete sapere come la penso, aveva tutte le caratteristiche per convertire l’innamoramento in amore vero. Anche se non volete sapere la mia opinione, ve l’ho detta lo stesso. E sappiate che non potete fermarmi.

A volte la realtà è meglio di come sembra

Io sono profondamente e intimamente convinta che, dopo essersi accaparrata il suo principe azzurro, Cenerentola sia riuscita a tenerselo, creando con lui una unione solida e felice. Dico anche che la sua favola è un messaggio molto più positivo di quel che sembra. E che possiamo continuare a proporre questa favola alle nostre figlie, senza ipotecare il loro futuro sentimentale con storture.

La Cenerentola evangelica: cosa fa durare un matrimonio

Se il principe si è innamorato a prima vista, è poi rimasto con lei per convinzione. Quel che sappiamo di Cenerentola è che è uno spirito quieto. E questa è una grandissima dote.

Il vangelo di Matteo 5,5 (quello delle beatitudini) dice infatti: Beati i miti, perché erediteranno la terra. Io lo so che, nella mentalità corrente, la mitezza non gode di buona stampa. La si considera un segnale di debolezza. Una donna con gli attributi avrebbe mandato a stendere matrigna e sorellastre, invece di continuare a servirle e ad accudirle, senza incassare un briciolo di gratitudine.

Eppure quella matrigna e quelle sorellastre erano tutto quello che le era rimasto nella vita. Se diamo ragione al racconto, cenerentola era un’orfana. Oltre che quieta, Cenerentola secondo me è pure un po’ cattolica. Forse ha uno spirito così quieto, proprio perché è una buona cattolica.

San Pietro raccomanda di rivestirsi di mitezza: cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.

L’istinto porterebbe a mandare quella vecchia megera della matrigna a quel paese. Identica sorte spetterebbe alle sue figlie arcigne e bruttine, ma Cenerentola non cede all’istinto. Forse non conosceva San Pietro, eppure sembra accogliere il suo insegnamento  (1Pietro 5,5): Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani.

Sposare una missione

Lavare, spolverare e riordinare non è l’esperienza più gratificante della vita. Non ditelo a me, che la casalinghitudine, se l’ho presa, doveva essere in forma asintomatica. Cenerentola forse non ama straccio e ramazza, ma vi si adatta serenamente.  È uno sporco lavoro (in tutti i sensi) ma qualcuno lo deve pure fare. Meglio se di buon animo. Come aveva raccomandato San Paolo ai Filippesi: Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità.

Se una cosa non piace, ma bisogna farla, è saggio ricordarsi che non la si fa per gli uomini, che non la meritano, ma per Dio. Cenerentola accoglie la sua missione di aiuto domestico, senza stare a recriminare se i suoi familiari meritino davvero quello che lei fa. Un esempio da imitare (da me in primis)

Cenerentola: la capacità di accettare all’autorità

Oggi siamo tutti insofferenti all’autorità. Vogliamo decidere da soli cosa fare e cosa no, per non farci dare ordini da nessuno. Non sempre chi ha autorità su di noi è una persona apprezzabile o amata. Talvolta è un/una perfetta idiota. Ciò non ci libera da obblighi di lealtà e rispetto. Questo è tipicamente il caso dei genitori. Buoni o cattivi che siano, bisogna riconoscere loro rispetto. Dice Proverbi 6, 20: Figlio mio, osserva il comando di tuo padre, non disprezzare l’insegnamento di tua madre.

Non lasciare spazio al rancore

C’è un’altra cosa in cui Cenerentola è bravissima. Nel non ripagare i suoi odiosi familiari della stessa moneta. Probabilmente avrà avuto più di un motivo per avercela con matrigna e sorellastre, ma non lo fa. Secondo una variante della favola, le invita persino al suo matrimonio principesco. Perché sa che il vero merito morale si dimostra davanti agli avversari.

Proprio come suggerisce Gesù nel Vangelo, per bocca di Luca: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano. Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra, e a chi ti toglie il mantello, non impedire di prenderti anche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e, se qualcuno ti toglie il tuo, non glielo ridomandare. Ma come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro. Ma se amate coloro che vi amano, che merito ne avrete? Poiché anche i peccatori amano coloro che li amano.

Cenerentola mon amour

Cenerentola aveva tutte le carte in regola per amare ed essere amata per tutta la vita. Con le qualità che vengono suggerite, nemmeno enfatizzate nel testo della favola, sembra particolarmente capace di farsi benvolere e conquistare l’amore altrui. Per questo dico che la favola va salvata, è molto più istruttiva di tanti manuali sulle tecniche di conquista e seduzione. Certo, non la propongo come modello di femminilità (ce ne sono tanti, nel Vangelo, nella Bibbia e nelle vite dei Santi). In fondo è solo una favola. Ma una favola in cui ci sono valori più positivi di quel che sembra. E, da parte mia aggiungo: lunga vita a Cenerentola! (mentre del principe azzurro sono assai meno entusiasta)

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