Il blog compie 6 mesi

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I miei articoli:

6 mesi di blog

Incredibile, signori e signore, il blog compie 6 mesi. Era il 18 ottobre, quando tutto è cominciato. Ho aperto i battenti della mia villetta virtuale, rigorosamente vista mare. Ve lo ricordate?

Mi proponevo di creare uno spazio tutto per me, in cui dare voce, spazio e ordine ai miei pensieri. Sull’ordine si potrebbe discutere -d’altro canto io ordinata non lo sono stata mai- ma la voce e lo spazio li ho trovati.

La sindrome del nido vuoto

Avevo finito di scrivere il libro e qualcosa mi mancava. Dire addio a un proprio libro è come lanciare un figlio nel mondo: ti viene la nostalgia del nido vuoto. Mi serviva la possibilità di continuare a dire quello che pensavo. La scrittura ha grandi poteri, primo fra tutti quello di permettere al cuore di liberarsi dalle scorie, dai malumori, di tutto quello che, se non trova una chiara espressione, finisce col fermentarti dentro.

La mia villa virtuale (il blog) con la sua terrazza sul mondo, mi ha dato gli strumenti per continuare a interrogarmi sulla realtà, a esplorare e riflettere, sottraendo qualche briciola di tempo e concentrazione alle giornate frenetiche.

6 mesi di aggiornamenti regolari

Certo, non pensavo che sarei riuscita a tenerlo vivo in modo regolare, da lunedì a sabato inclusi, per sei mesi. Lo sappiamo tutti, coi blog è come con la Ferrari, il grosso investimento non è tanto comprarla, ma mantenerla. Anche se il blog non è proprio una Ferrari (non gli assomiglia manco da lontano) è vero che la sfida principale restava riuscire ad aggiornarlo con una frequenza regolare e non una volta ogni era geologica. A un certo punto mi è stato chiaro che non era il blog ad avere bisogno di me, per l’aggiornamento, ma io che avevo bisogno di lui, per stare bene.

Per questo ho continuato a frequentare il ripostiglio delle scope ogni notte, per 6 mesi, con il computer sulle gambe.

Nuovi luoghi di scrittura

In questi 6 mesi ho anche colonizzato nuovi luoghi di scrittura. Quadernetto, penna e iPad, ho cominciato a frequentare i bar di Milano. Penso che potrei stilare la lista dei migliori bar della città in cui è possibile appartarsi e scrivere.

Ho scritto anche in treno, in una tratta Milano Roma e ritorno, resa ormai molto breve dal treno ad alta velocità, ma non abbastanza breve da impedire all’estro del momento di dare forma a un paio di articoli. D’altro canto, con l’ispirazione funziona come dice la pubblicità per il Natale: quando arriva arriva.

Ho scritto anche nella celeberrima biblioteca Sormani, una specie di sancta sanctorum per studenti e studiosi milanesi. Una biblioteca monumentale, in un edificio solenne a due piani, piena di scaffali traboccanti di libri di ogni argomento. Una vera sfida per chiunque abbia la pretesa di avere qualcosa da scrivere. Di fronte a quell’allineamento sterminato di libri, viene da chiedersi se abbia davvero senso scrivere anche solo un’altra riga, perché, e che cosa ci sia da aggiungere, che valga il tempo di chi legge.

Fra i posti più strani in cui mi è capitato di scrivere, devo poi aggiungere il bagno di un volo Milano Parigi. Mi era venuta un’idea. Temevo di vederla evaporare, se avessi atteso un momento più convenzionale. Per questo tengo in borsa sempre un minuscolo taccuino, per non farmi cogliere di sorpresa, quando mi viene l’ispirazione di scrivere.

Le idee più intriganti sono come l’amore, arrivano quando non le cerchi. Sono loro che ti vengono a cercare. Proprio come per l’amore, devi farti trovare pronta. Perciò le idee mi sono venute mentre passeggiavo, al supermercato, sotto la doccia, in attesa al call center.

6 mesi di sperimentazione e un sogno che si avvera

Ho anche sperimentato varie tecniche: la scrittura su iPad e quella su carta, che rimane la mia preferita, specie se e quando poi riesco a rileggere i miei scarabocchi di disgrafica mal compensata. Mi sono avventurata anche per strade tecnologiche, utilizzando varie app di dettatura, devo dire con profitto, ché la tecnologia è sempre utile, anche se questa smaterializzazione della scrittura non mi dà poi questa grande soddisfazione.

La cosa più bella è che ho coronato un sogno. La sera torno a casa e penso: “dopo cena scrivo un articolo” e questa parola, “articolo” è davvero il coronamento di un antico desiderio. Io che sognavo di fare la giornalista e poi mi sono persa per strada, alla fine mi sono creata un mio piccolo mondo, in cui è stato possibile realizzare quello che la vita non mi ha voluto dare o io non ho saputo prendermi. Questa grande magia che è la parola, la scrittura, mi ha travolto, come un ritorno di fiamma fra vecchi amanti, degno dei più sdolcinati romanzi d’amore.

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