Possiamo restare amici?
Una lettrice del blog mi racconta del suo fidanzamento finito e mi chiede: io e lui possiamo restare amici? Purtroppo, il “e vissero felici e contenti” non sempre scatta. Anche storie che sembravano promettenti, talvolta si incagliano. Le persone capiscono che non c’è nessun futuro.
In qualche (fortunato) caso se ne rendono conto entrambi. Altre volte, invece, uno dei due raggiunge questa consapevolezza e mette l’altro di fronte alla sua decisione di chiudere. Comunque vada, si pone a un certo punto la questione: si può rimanere amici, (o almeno in buoni rapporti) quando storia è finita?
Dalle ceneri di un amore, può sbocciare un’amicizia? O è meglio che ognuno vada per la sua strada, senza voltarsi indietro?
Una domanda semplice, una risposta difficile
Sono stata molto incerta sulla questione. Ho persino lanciato un sondaggio, sul mio profilo Instagram e Facebook. Ho chiesto se sia possibile restare amici, se sia da escludere o se dipenda dalle circostanze. Non c’è stata una prevalenza netta di una possibilità sulle altre. Segno che la questione è troppo complessa, per poter essere affrontata in modo netto.
Ho deciso di rifletterci. E ho elaborato una opinione. Ovviamente non vedo l’ora di raccontarvela. Almeno quanto voi non vedete l’ora di leggerla. Altrimenti cosa staremmo qui a fare, io e voi, invece di smaltarci le unghie, marinare l’arrosto per il pranzo di domani, farci un pisolino sul divano?
I rischi di voler restare amici dopo la rottura
I film sono pieni di ex che riescono a restare amici. L’ex diventa il miglior confidente, il deus ex machina che risolve i problemi dell’altro, la spalla su cui può piangere. Niente ambiguità né gelosie. I due si fidanzano con altri. Però si frequentano ancora. Parlano con serenità dei nuovi fidanzati o consorti.
Nella vita vera, questo si vede molto meno. Una relazione spesso lascia strascichi dolorosi. Talvolta il solo pensiero dell’altro fa soffrire, figuriamoci se ci si dovesse vedere e sentire con regolarità. Oppure, uno dei due prova qualcosa di più profondo e l’amicizia gli serve solo per rimanere vicino alla persona che ama. Ci vuole saggezza, realismo e prudenza, in modo da evitare situazioni spiacevoli, per sé stessi e per l’altro.
La matrice che ci aiuta
Per fare le cose per bene, costruiremo una matrice. Sapete di che si tratta? Sono quei grafici quadrati, in cui collocare le situazioni, in base a fattori vari. Se non avete mai usato una matrice, poco male. Adesso la costruiamo insieme.
Come prima cosa, bisogna che rispondiamo sinceramente ad alcune domande. Sulla base delle risposte, creeremo la nostra matrice. Ovviamente la matrice non è una scienza esatta e non è infallibile (l’attributo di infallibilità spetta solo al Signore). Diciamo però che le matrici ci aiutano ad analizzare le situazioni complesse.
Il coinvolgimento emotivo
Chiediamoci:
Quanto sono emotivamente coinvolta dalla persona con cui è finito l’amore?
Provo ancora dei sentimenti nei suoi confronti?
Spero che ci ripensi o di fargli cambiare idea?
O, se ci siamo lasciati per circostanze esterne, spero che queste circostanze si modifichino?
Sotto sotto penso che ci amiamo ancora e che non è davvero finita, è solo un momento di pausa? Oppure, al contrario, sono stata io a lasciare l’altro, perché non lo amo più?
Forse non sopporto più certi suoi comportamenti o tratti caratteriali?
O magari la nostra storia non cresce, non riesce a darmi quello di cui ho bisogno?
Non mi dà alcun fastidio pensare che il mio ex incontri un’altra donna, se ne innamori, e magari la sposi?
Segnali del coinvolgimento emotivo sono: gelosia, forte attrazione, incapacità di immaginare la vostra vita senza di lui. A seconda di quanto è profondo il coinvolgimento che avvertiamo verso l’ex fidanzato, ci possiamo dare un punteggio “alto”, “medio” oppure “basso”.
Possibilità di (ri)formare una coppia
La seconda domanda è: quanto è probabile che il mio ex ed io torniamo insieme? La domanda è davvero delicata e richiede la massima sincerità. Qui l’aspetto da comprendere è se i motivi che hanno portato alla rottura siano irrisolvibili e ci tengano irrimediabilmente separati o no. Al di là dei nostri desideri.
Perché, se ci siamo lasciati perché lui vive in Australia, a ventiquattro ore di volo e dodici di fuso orario dalla villetta in Brianza in cui viviamo coi nostri genitori, è poco probabile che riformeremo una coppia. Certo, non è impossibile. Ma questo richiede che lui molli tutto e torni. Oppure che noi facciamo i bagagli, per trasferirci dall’altra parte del mondo. Altrimenti questa distanza fisica diventa un ostacolo insormontabile.
Se, invece, il motivo della rottura è una divergenza che si può risolvere, magari con un po’ di buona volontà da entrambe le parti, allora le probabilità di tornare insieme potrebbero essere medie o addirittura alte.
Se lui (o lei) vi ha lasciato, perché attratto da un’altra persona, le vostre chance dipendono molto dalla natura di questo nuovo legame e dalla vostra capacità di perdonare l’altro.
Anche in questo caso, in base alla risposta ci possiamo attribuire un punteggio “alto”, “medio” oppure “basso”.
Disegniamo la matrice del restare amici
Abbiamo risposto con la massima sincerità a queste domande spinosissime. Abbiamo calcolato un punteggio. Ora che che ne facciamo? Queste informazioni ci servono per la matrice. Una matrice che da un lato misura il nostro coinvolgimento emotivo e dall’altro quanto grandi sono gli ostacoli a tornare insieme. L’incrocio di queste due variabili ci dirà se sia possibile e opportuno restare amici alla fine di una storia.
Il primo quadrante (possiamo restare amici)
Se ci troviamo nel primo quadrante, allora abbiamo un basso coinvolgimento emotivo e grandi ostacoli a rimetterci insieme. In queste condizioni, pensare di restare amici non presenta rischi enormi. Si tratterebbe di un’amicizia priva di secondi fini e retropensieri, perché non ci sentiamo attratte da lui né è probabile che si torni insieme.
Certo, bisogna accertarsi che il coinvolgimento emotivo sia basso anche per l’altro, per evitare che, da parte sua, questa amicizia sia motivo di aspettative irrealizzabili. Se così fosse, meglio lasciar perdere. L’ambiguità causa solo guai.
Secondo quadrante (bye bye)
Nel secondo quadrante, il coinvolgimento emotivo è alto, mentre gli ostacoli per tornare insieme rimangono grandi. Situazione decisamente pericolosa. Probabilmente provate ancora dei sentimenti per l’ex. Però siete ben consapevoli che questa storia non vada da nessuna parte. In queste condizioni, meglio una prudente distanza.
Non potrete quindi restare amici? Mai nella vita? Né mai potrete rivedervi? Potrete restare amici solo se e quando i sentimenti che provate l’uno per l’altra si saranno affievoliti. Vent’anni dopo, quando entrambi vi sarete sposati felicemente con altre persone, potreste incontrarvi per caso, nel cortile della scuola dei vostri figli. In quella circostanza, probabilmente prenderete un caffè insieme, conversando del più e del meno. Ma senza andare a disseppellire le vostre vicissitudini passate. Insomma, potreste essere amici – con cautela -solo se tutto quello che c’è stato fra voi è stato elaborato, digerito e messo da parte. Altrimenti, meglio far finta di non conoscersi.
Terzo quadrante (una seconda chance?)
Il terzo quadrante è semplice. Il coinvolgimento emotivo è forte. Gli ostacoli a tornare insieme sono poco rilevanti. In questo caso, più che di un’amicizia, la nostra frequentazione può assumere l’aspetto di una seconda chance. E’ ovvio che se vi frequentate e riuscite a rimediare agli errori della prima parte della relazione, potrebbe esserci un lieto fine.
In questo caso va bene tornare a frequentarsi, sapendo che non si tratta solo di amicizia. Se entrambi state nello stesso quadrante, una relazione più neura e meno impegnativa, più amicale, può darvi il tempo per aggiustare il tiro e tornare insieme.
Qui più che restare amici, vi trovate in un limbo temporaneo, in cui darvi modo di riallacciare la storia. Forse è solo questione di tempo e di capacità di compromesso. Guai se uno dei due si trova qui, e l’altro nel secondo quadrante!
Quarto quadrante (potete restare amici)
Il quarto quadrante è caratterizzato da un basso coinvolgimento emotivo, e da pochissimi ostacoli che impedirebbero di ridiventare una coppia. Perché magari avete molte affinità, coltivate dei progetti in comune, lavorate nello stesso posto e avete molte amicizie e conoscenze in comune. Andate d’accordo e stare insieme per voi piacevole. Forse non vi siete lasciati per problemi insolubili, ma per noia.
Se dall’amore volete di più, è giusto che cerchiate un’altra persona. Potete però restare amici con l’ex. Molto probabilmente, lo siete davvero. Può darsi che, nel tempo, l’amicizia avesse già sostituito un iniziale innamoramento. Può essere che esista rispetto e sincero affetto fra voi. Difficilmente questa frequentazione vi farà soffrire.
Ultimo suggerimento
Esiste poi un ultimo suggerimento. Le storie finiscono. Il fidanzamento è una sorta di periodo di conoscenza. È sano, anche se doloroso, che certe relazioni si rivelino fragili in questa fase. Sarebbe peggio non cogliere segnali di difficoltà. Trascinare il rapporto per anni, talvolta addirittura sposandosi, nell’illusione che che le nozze compiano il miracolo.
Nel matrimonio opera la grazia dello spirito santo, ma perché l’unione finzioni, ci vuole la vera buona volontà e l’impegno di entrambi. Se mancano, il sacro vincolo non può sostituirli. Non tutti i fidanzamenti sono destinati a trasformarsi in unioni per la vita. Riconoscerlo, in modo obiettivo e maturo, fa risparmiare tante sofferenze.
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