Siamo anticonformisti. Siamo cattolici romani
Sono anticonformisti, i cattolici romani. E non ci avevo (quasi) mai pensato. Ieri su una bacheca girava una specie di battuta. Alludeva al fatto che la resurrezione fosse contronatura. Non una battuta geniale, diciamocelo. Un intento provocatorio verso il primato della legge naturale, per i cattolici. È possibile partire da una sciocchezza, per interrogarsi più profondamente sul senso della nostra fede? Certo, è possibile trasformare molte cose negative in positive. Questa è una delle migliori caratteristiche dell’avere fede.
La fede come sfida alla natura
Tutto vero. Non esiste nulla di naturale nella resurrezione. La gente non risorge dalla morte, in condizioni normali. La morte è l’unico viaggio senza ritorno. È il game over. Quello per cui ti chiudono in un sepolcro, dopo aver constatato che non ci sei più. Se la resurrezione fosse un evento naturale, l’uomo non avrebbe bisogno di Dio. Si salverebbe da solo. La resurrezione è un evento soprannaturale, che chiama in causa l’intervento divino.
È possibile credere in qualcosa che in natura non esiste? La risposta è sì. Non è facile. Non è per tutti. Lo stesso san Tommaso, è passato alla storia per la sua incredulità, di fronte al mistero e al miracolo della resurrezione di Gesù. È san Tommaso che fa dire al Cristo: “beati quelli che crederanno, senza aver visto”.
Credere a quello che vediamo, che capiamo, che possiamo dimostrare e riprodurre, è la modalità con cui, da sempre, l’uomo apprende. L’uomo comune crede a quel che vede. Al massimo può spingersi a credere a qualcosa che non ha mai visto, ma che è stato ampiamente documentato. Può quindi credere a una realtà che molti altri hanno visto e toccato. Molti uomini non riescono a credere a nulla che stia al di fuori di questo dominio di tangibilità.
Fin qui stiamo nell’apprendimento “secondo natura”. Proprio quella natura che i laici e gli atei rigettano come principio ispiratore della verità, salvo poi attaccarvisi, per spiegare quello che li circonda. Ciò che non è naturale non è vero, sostengono. Ma poi pensano che la legge naturale non sia vera.
Quegli irriducibili anticonformisti, i cattolici romani
Noi, invece, crediamo a qualcosa che non si vede in natura. Noi, gli irriducibili anticonformisti, i cattolici romani. Crediamo che Dio si faccia uomo. Che il figlio di Dio partecipi della natura divina del padre e di quella degli uomini. Crediamo che Dio muoia.
E non ditemi che non sia un pensiero profondamente anticonformista. Perché, da che mondo e mondo, gli dèi non muoiono. L’immortalità è proprio una loro caratteristica. Anzi, è la principale caratteristica che li distingue da noi comuni mortali (appunto!). Pensiamo alle divinità pagane. Gli dèi della Grecia e di Roma non erano necessariamente modelli di virtù. Adulteri, promiscui, rancorosi, invidiosi. In fatto di difetti, partecipavano abbondantemente dei limiti umani. Solo che loro erano immortali.
Già è difficile credere all’esistenza di creature immortali come gli dèi. Figuriamoci che contorcimento mentale ci vuole per accettare l’idea di un Dio che è sì Dio, ma anche uomo e quindi può morire. Anzi, muore proprio per davvero.
E non viene trasformato in spuma, portato via da un angelo, o dissolto come nebbia. No, nessuna scomparsa metaforica e gentile dalla faccia della terra. Il nostro Dio è proprio morto in croce, dopo le torture e atroci sofferenze. Un Dio che sanguina, che suda sangue, che viene trafitto da una lancia. Bisogna essere strani, per credere in tutto questo. Non c’è altro termine per definire questi personaggi anticonformisti, i cattolici romani.
Ma le sorprese non finiscono qui!
Le sorprese non finiscono qui! Direbbe un qualche televenditore di terz’ordine. Uno che vi vuole rifilare un omaggio per ogni batteria di pentole che acquistate. Se già è contro natura credere negli dei, e per di più in una divinità umana e mortale, pensate un po’ a questa storia della resurrezione.
Lo strano caso del Dio tornato in vita. Il Dio che ha vinto la morte. L’ha vinta -capite- dopo averla conosciuta. Chi di noi mai in natura può morire e tornare a nuova vita? E non parlo di morte temporanea, quella dopo un arresto cardiaco, se hai la fortuna di essere rianimato. No, io parlo di un uomo morto, che il terzo giorno torna in vita.
Bisogna avere una grande fede, per credere che tutto questo sia avvenuto una volta. Figuriamoci per credere a tutto il resto. Il giudizio universale. La resurrezione della carne. Il pane che diventa corpo e il vino che diventa sangue. Ogni santo giorno, a Messa.
Come fanno a essere così anticonformisti, i cattolici romani?
Come facciamo dunque a credere? Non basta dire che sono anticonformisti, i cattolici romani. Non basta dire che siamo matti. Ci viene in aiuto San Paolo, il nostro grande divulgatore. E ci ricorda che i Giudei cercano miracoli, e i Greci la sapienza, noi predichiamo il Cristo crocifisso. Colui che è scandalo per i Giudei e stoltezza per i Pagani.
Noi ci stacchiamo da questo buon senso pragmatico giudeo, che vuole un messia re e guerriero, un Dio potente e glorioso. E ci distinguiamo anche dal talento speculativo greco, che sogna di comprendere Dio con l’intelletto. Oggi ci sono tante persone che si aspettano quello che volevano i Giudei, che immaginano un Dio super eroe. Altri che, come i Greci, sono razionalisti e non credono a ciò che non è naturale o spiegabile. Il Dio uomo, il Dio crocifisso è incomprensibile per ciascuno dei due gruppi.
È incomprensibile anche per noi. Ma noi sappiamo che non ci viene chiesto di capire, ma di credere. Di credere contro le nostre categorie mentali. Di credere in ciò che non abbiamo visto. Al di là della logica umana.
Senza questo atto di fede totale, la nostra religione non esiste. O il Dio uomo muore e risorge, o non c’è mai stato. La fede fa da spartiacque. Non possono esserci compromessi o mezze misure. Non ci sono colpi di scena o trucchi magici da svelare. Per questo sono così anticonformisti, i cattolici romani. Perché non sono conformi. Non si conformano alla mentalità del mondo. Pensano che non sia tutto ora. Né tutto qui. Credono a quella promessa:
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;
quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io».
Dio ha detto il vero sulla sua morte e resurrezione, allora manterrà le sue promesse.
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