Le opere di Dio, riflessioni sulla quarta domenica di Quaresima

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La domanda dei discepoli, nella riflessione sulla quarta domenica di Quaresima

Per questa quarta domenica di Quaresima, è interessante riflettere sulla domanda che i discepoli fecero a Gesù all’inizio del lungo brano di Giovanni del cieco nato. “… i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».

Al tempo di Gesù, ancor prima della sua venuta, il pensiero ebraico-farisaico del buon credente, era che se una persona che viveva agiatamente, stava bene economicamente e nel corpo, ben vestita, era il segno della sua fedeltà e quindi della benevolenza di Dio, in quanto osservante della sua Legge. Contrariamente, se l’uomo era povero, cieco, disabile, era nello stesso tempo un reietto della società e la colpa era dovuta al fatto che non viveva nella fedeltà; era un peccatore.

E la risposta di Gesù

Ma ancora più importante è la risposta di Gesù: Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.

Scaturiscono alcune domande: soltanto in lui devono manifestarsi le opere di Dio? O in tutti gli uomini? Non siamo noi l’opera di Dio?

La mia risposta alle domande è affermativa. Dio si manifesta in tutti noi e nelle nostre opere, quando decidiamo di rispondere alla sua chiamata che è da sempre.

Le parole di San Paolo, nella riflessione della quarta domenica di quaresima

Un tempo eravamo tenebra, ci ricorda S. Paolo nella lettera agli Efesini: “… ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità”. Ecco quando manifestiamo le opere di Dio.

L’uomo è Adamo fatto di terra, che disobbedisce. Scarica la sua responsabilità sugli altri, egoista, prepotente, che vuole diventare un dio. In questa condizione, non può manifestare le opere di Dio nella sua vita, ma di se stesso. L’uomo ha bisogno della luce, che sgombra le tenebre dal suo cuore, permettendogli di vedere ciò che è bene da ciò che è male. Questa luce ci viene donata nel Battesimo, che ci ammette nella vita nuova in Cristo, dopo essere stati lavati dal peccato.

Tocca ai genitori accompagnare i figli verso l’incontro con Gesù.

Il Vangelo di Marco

Il vangelo di Marco ci offre le coordinate per vivere secondo Dio. Allo scriba che si avvicina per interrogarlo su «Qual è il primo di tutti i comandamenti?», Gesù risponde: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

Chi mette in atto questo comandamento doppio, risvolto dell’unica medaglia, non fa altro che manifestare la vita di Dio e del suo Cristo. La conclusione di Gesù, dopo aver avuto il placet dallo scriba, sono queste parole: «Non sei lontano dal regno di Dio».

Dov’è il regno di Dio?

Quante volte ci siamo domandati dov’è il regno di Dio? Quando viene? Senza accorgercene che esso era ed è già presente in noi, ed è con noi e opera per noi. Il Regno è Gesù!

Ancora S. Paolo ci ricorda: “Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Conosciamo già le opere delle tenebre, le abbiamo vissute tutti, e pur essendoci liberati, grazia al Suo amore, continuano a serpeggiare intorno a noi.

Dio, Padre, autore di ogni bene

Non sto nemmeno ad elencarle, ma sono argomenti quotidiani di coloro che si definiscono ‘progressisti’ mentre ci stanno portando sempre più verso il baratro dell’innaturalità.

Se ci siamo svegliati dal sonno e siamo risorti nel Battesimo, viviamo nella luce di Cristo il quale ci aiuterà a compiere le opere per rendere presente al mondo il Padre, autore di ogni bene.

Un caro saluto don Filippo

quarta domenica di quaresima

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