La sindrome dell’uomo che non risponde ai messaggi
Ricevo una e-mail da Rosaria, una lettrice del blog, che ha problemi con i messaggi che invia al suo quasi fidanzato. Voi lo sapete bene che le mail modello “posta del cuore” sono le mie preferite. Infatti, mi precipito a rispondere.
Rosaria, ventisette anni, frequenta questo ragazzo e le cose pare vedano bene. Lei è convinta che la loro sintonia si trasformerà presto in un fidanzamento e poi in un matrimonio. Tuttavia, non sa spiegarsi come mai il suo amato si comporti in modo così strano con i messaggi WhatsApp che lei gli manda. Il giovanotto spesso non risponde ai messaggi.
Rosaria è la vittima da manuale della sindrome dell’uomo che non risponde ai messaggi. Calma, si chiama sindrome ma non è contagiosa. E nemmeno incurabile.
L’evoluzione della comunicazione da remoto
Quando ero ragazza, la telefonia funzionava in modo diverso. Avevamo un telefono solo in casa, di cui si serviva tutta la famiglia. Ricordo ancora, durante l’adolescenza, le corse per rispondere, se c’era la possibilità che, dall’altra parte, ci fosse una persona che mi interessava. Degli scatti in velocità, che nemmeno Bolt, nei suoi momenti di migliore forma.
Poi è arrivato nelle case il secondo telefono. i più tecnologici e facoltosi avevano un cordless, un telefono senza fili. Sembrava l’estrema frontiera della tecnologia. La gloria del cordless però è durata poco. A metà degli anni novanta sono arrivati i telefonini, i cellulari, i portatili, ovvero dei cordless ancora più estremi. Telefoni che ti mettevi in tasca e ti portavi con te. Oddio, forse metterli in tasca non era così facile, visto che erano grandi come citofoni.
I messaggi, croce e delizia
All’inizio, i telefoni servivano solo per telefonare. Poi sono arrivati i messaggi. I messaggi erano un poco più economici delle tariffe per chiamare, e per questo abbiamo cominciato a usarli. Sempre però con moderazione, perché erano a pagamento anch’essi. Poi sono arrivati i contratti a “messaggi illimitati” e infine le chat: whattasapp, telegram, chi più ne ha più ne metta. Abbiamo cominciato a scrivere sempre di più e a telefonare sempre meno.
Ci siamo scontrati col fatto che il linguaggio non verbale non ha modulazione del tono, spesso non ha contesto e si presta ad interpretazioni pericolose, a seconda di chi legge. Abbiamo capito che i messaggi erano la croce e delizia della comunicazione moderna.
Perché non risponde ai messaggi?
Come ulteriore strumento di tortura, whattsapp ha introdotto il sistema delle due spunte blu. Prima, se un uomo non ti rispondeva, potevi illuderti che il messaggio non fosse stato recapitato. Che si fosse perso da qualche parte nell’etere. O che il destinatario non lo avesse letto. Magari era stato impegnato. Forse era andato in una zona in cui non c’era sufficiente banda. Oppure lo avevano rapito gli alieni, gli era caduto il cellulare in un tombino, lo aveva ingoiato un coccodrillo. Per qualche ora o qualche giorno potevi illuderti. Ti dicevi: non c’è intenzionalità, se non risponde ai messaggi.
Con la spunta blu no. Doppia spunta grigia: messaggio recapitato. Doppia spunta blu: messaggio letto. Swipe laterale: orario di recapito e di lettura del messaggio. Adesso la tecnologia inchioda il destinatario e fa precipitare noi nelle domande angosciose. Se lo ha letto, perché non risponde al messaggio? Questa è la domanda di Rosaria e il suo principale cruccio.
5 motivi per cui un uomo visualizza e non risponde ai messaggi
Motivo numero uno: è un argomento complesso
A volte, la risposta al tuo messaggio è un po’ troppo complessa per essere scritta in un messaggio. Forse è più semplice, più efficace, anche più rapido parlarne a voce. Può essere che si riproponga di parlarne di persona, la prossima volta che vi vedete. Chiediti: è un messaggio a cui si può rispondere in modo facile o bisognerebbe scrivere tre tomi di enciclopedia, per rispondere in modo esauriente.
Esempio: che ne pensi dell’interpretazione di Favino nel film Padrenostro?
Come farà a dire tutto quello che pensa in un messaggio, senza slogarsi il pollice opponibile?
Motivo numero due: perché sa che la sua risposta non ti piacerebbe affatto e sta cercando di eludere la domanda.
Chiediti: ho fatto una domanda scomoda? Gli ho fatto capire che gradirei una risposta specifica?
Esempio: secondo te, se mi metto a dieta dalla prossima settimana, riesco a perdere tre taglie entro giugno?
Lui sa che è impossibile perdere 3 taglie in poco più di due mesi. Allo stesso tempo capisce benissimo che dirti di no, ti ferirebbe. E dirti di sì sarebbe una bugia. In entrambi i casi, non si troverà in una bella posizione. Meglio tacere.
Motivo numero tre: perché gli mandi troppi messaggi e troppo spesso.
Questa non è una modalità molto comoda per comunicare. Ci sono persone che non amano mandare molti messaggi. Altre non a loro agio, quando di tratta di scrivere un testo. Rispondere ai messaggi richiede tempo, tranquillità, obbliga magari ad appartarsi, se si è in compagnia di altre persone. Anche l’uomo più volenteroso potrebbe stancarsi di una routine giornaliera in cui tu gli mandi diversi messaggi al giorno, aspettandoti risposte veloci.
Esempio: gli mandi più di cinque o sei messaggi al giorno e per lui è difficile rispondere tempestivamente e appropriatamente a tutti.
Motivo numero quattro: perché ha paura che le sue risposte siano usate contro di lui
Verba volant, scripta manent, dicevano i romani. Ovvero, le parole volano, gli scritti rimangono. E tutti sappiamo quanto sia difficile trasmettere i sentimenti e gli stati d’animo in un testo. Se in passato ti è capitato di equivocare i suoi messaggi e questo ha causato tensione fra voi, potrebbe essere che lui tenti di evitare la stessa situazione. Oppure ha avuto questa esperienza negativa in passato, con altre persone e da allora cerca di lasciare meno tracce scritte possibile che si prestino ad interpetazioni sbagliate.
Esempio: Domani non posso uscire, ho molto lavoro.
Che vuol dire che hai molto lavoro? Il lavoro è più importante di me? Però mercoledì ci vai a giocare a calcetto coi colleghi! Me lo hai detto tu, non salti un mercoledì da due anni!
Motivo numero cinque: non sa cosa rispondere
Non è una scusa. Ci sono domande tipicamente femminili, che sfuggono alla logica tipicamente maschile. Sono le domande-non domande. Le domande retoriche. Quelle fatte non per chiedere e sapere, ma per affermare. Un uomo non sa riconoscerle. Intimamente comprende che sono domande senza risposta, ma non ha idea di come gestirle. Quindi non risponde.
Esempio: Credi che sia troppo un vestito lungo, per un cocktail party nel tardo pomeriggio? Sull’invito si chiede come dress code il lungo. Mi pare una scemenza, tu che dici?
Cosa vuoi che risponda un uomo a una domanda di questo tipo? Non ha idea di cosa sia un cocktail party, né un dress code. Come fa a esprimersi su qualcosa che non sa, di cui non è in grado di capire le implicazioni? Tu vorresti solo una risposta che ti dia ragione. Qualcosa come: “ma certo, mia cara, il lungo nel tardo pomeriggio è una cosa da fuori di testa.” Lui non ci arriverà mai.
Come prevenire i messaggi senza risposta?
Ecco qualche consiglio per evitare di trovarsi e di mettere il fidanzato o marito in queste circostanze?
Usa i messaggi solo per scopi informativi.
Quindi sì a messaggi come:
“vediamoci venerdì alle venti”
“sabato Marta e Paolo ci hanno invitati a cena”
“chiamami quando hai parcheggiato, che butto la pasta”
O per domande che presuppongano una risposta vera, precisa e non speculativa.
“Hai allergie alimentari?”
“a che ora passi a prendermi?”
“ti va di prendere delle pizze?”
Evita botte e risposte, polemiche o messaggi troppo lunghi. Se quello che hai da dire non sta in due righe, piuttosto fai una telefonata.
In questo modo sfuggiamo alla trappola dell’uomo che non risponde ai messaggi
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