La pornografia è un affare privato?

Vai al blog

I miei articoli:

Parliamo di pornografia?

Vorrei affrontare l’argomento pornografia. Lo spunto mi arriva dal festival. A quanto pare manca pochissimo. No, non parlo di quello di Sanremo. Per fortuna quello ce lo siamo lasciato alle spalle, con la sua scia di polemiche. Per un altro anno circa, non dobbiamo preoccuparcene. Quello a cui mi riferisco è un festival diverso. Più inquietante.

Questa settimana, la città di Milano ospiterà un festival dell’erotismo, giunto alla quarta edizione. Tre notti in cui alcuni volti noti dei film e delle piattaforme hard (tutte donne), si esibiranno per i clienti di un locale milanese. Spogliarelli, lap dance e altri spettacoli a sfondo sessuale, per un pubblico pagante. Questo tipo di attività mi stimola qualche riflessione.

La pornografia è divisiva

Oggi, quando si parla di pornografia, di erotismo a pagamento e argomenti simili, l’opinione pubblica di divide. Da una parte ci sono i liberisti, progressisti, permissivisti, coloro che confinano la faccenda a una condotta fra adulti consenzienti e quindi perfettamente legittima, finché rispetta le regole che le persone coinvolte si sono date.

Dall’altra parte ci sono quelli come me, che non la considerano una pratica così innocua e nemmeno una questione così privata da riguardare solo chi ne è coinvolto. Credo possa valere la pena approfondire l’argomento.

Non è questione di moralismo

Metto subito in chiaro una cosa. La mia avversione a questo tipo di manifestazioni e più in generale alla pornografia, non è moralistica. A me non importa affatto cosa la gente faccia nel tempo libero o in camera da letto.

Non ho nessuna voglia di interessarmi della vita sessuale degli altri. In primo luogo, perché ne ho una mia, di vita -sessuale e non solo – piena a sufficienza da non lasciare posto a molto altro. In secondo luogo, perché penso che ognuno, dall’età adulta in avanti, abbia gli strumenti per fare le sue scelte, giuste o sbagliate che si rivelino, alla distanza.

Non ho un’agenzia matrimoniale da mandare avanti. Per questo, non ho intenzione imporre castità e nozze a tutti. Anche se, a voi lettori del blog, come a tutti agli amici a cui voglio bene, consiglio entrambe vivamente, per la vostra felicità.

Ritengo che attendere di consacrare la propria unione con un matrimonio, prima di iniziare una frequentazione fisica, sia il modo migliore per affrontare la sessualità in modo davvero significativo e in grado di arricchire le persone. Per fortuna, la pornografia non è necessariamente accettabile, neanche per coloro che hanno relazioni fisiche, fuori dal matrimonio.

La pornografia non è un diversivo per coppie stanche

Capisco che esistano infinite sfumature, nelle relazioni sentimentali di oggi. Si va dalla castità prematrimoniale (che rimane, per me, l’opzione più giusta e soddisfacente) fino a differenti gradi di precarietà sentimentale e sessuale.

Tuttavia la pornografia e il sesso fini a sé stessi non hanno nulla a che fare con l’amore, in qualunque forma lo si intenda. Non credete a coloro che vorrebbero far passare i contenuti espliciti come una pura e innocua fantasia, per variare la routine. Una specie di ingrediente piccante che dà sapore a relazioni ormai appassite. Un modo per ricaricarsi e portare nuova linfa nel proprio matrimonio.

E’ un grande inganno. L’attrazione, in una coppia di lungo corso, non ha più a che fare con l’aspetto fisico o il gusto della trasgressione. Deriva invece dalla vicinanza affettiva, dalla vera intimità che si è costruita attraverso i sentimenti.

Per questo, le coppie solide continuano ad avere una vita sessuale soddisfacente anche se e quando non sono più giovanissime, bellissime e in formissima. Anzi, nei matrimoni felici, l’attrazione aumenta negli anni, anziché diminuire. Se una coppia funziona, non ha bisogno di aiuti esterni, per vivere una sessualità piena e gratificante.

Perché il sesso non può essere uno sport

Fare uso regolare e frequente di materiale erotico, non fa bene all’amore e nemmeno alla socialità. È un po’ come il fumo passivo: non fa del male solo a chi lo ha scelto liberamente, ma rischia di danneggiare anche chi gli sta intorno.

Il sesso è un aspetto molto delicato della persona e delle relazioni. Avere rapporti sessuali significa condividere una parte molto intima della propria individualità. Non è come mangiare una pizza insieme, andare a ballare o a giocare a bowling. Di solito esiste una ragione che rende speciale la persona con cui si decide di condividere una esperienza così profonda. Se non è ancora amore, gli assomiglia già.

Anche persone disinvolte rispetto al sesso, non andrebbero a letto con chiunque. Né penso avrebbero piacere che compagni di una notte o poco più, commentassero con altri quello che è accaduto in camera da letto. Il sesso non è mainstream. È sempre una relazione privata. La vita sessuale non dovrebbe essere un argomento da salotto, da chat, da bar. Quanto più lo banalizziamo, tanto più ci impoveriamo, tutti.

La trappola dell’oggettificazione

La spettacolarizzazione del sesso, anche se e quando è fatta da adulti per adulti, trasforma l’essere umano in oggetto. Quell’oggetto deumanizzato può essere usato e poi messo da parte, “buttato”, nel momento in cui passa il desiderio, o si decide di spostare il proprio interesse su un altro oggetto.

Non abbiamo più a che fare con persone, di cui ci interessa il valore, ma strumenti attraverso i quali ricerchiamo il nostro piacere. Questa prospettiva dovrebbe impensierire non solo me. Dove sono le femministe che si battono contro l’idea della donna oggetto?  

Gli spettacoli a sfondo erotico, la pornografia in tutte le sue versioni non è forse sfruttamento di esseri umani, o davvero il fatto che ci sia un corrispettivo economico, mette a posto le cose? Il corpo umano può essere venduto e comprato, mostrato a pagamento, a patto che il compenso sia adeguato?

E chi sono i clienti di questo tipo di intrattenimento? Perché cercano erotismo mercenario, invece di coltivare relazioni personali? O, se hanno già moglie o fidanzata, perché la loro vita intima non li soddisfa, al punto che cercano altrove quello che gli manca?

Chi guarda alla donna come oggetto, è capace di amare?

L’abitudine consolidata a considerare un altro essere umano come un oggetto è innocua? Oppure danneggia gravemente i rapporti? Cosa accade quando una persona affettivamente “normale”, incrocia sulla sua strada qualcuno che si è abituato a pensare all’altro come strumento per la propria soddisfazione? Quanta infelicità può scaturire da un rapporto con un compagno o una compagna, la cui affettività sia stata deformata, fino a considerare il sesso materia di consumo?

Ecco i risultati di alcune delle ricerche condotte negli anni sul collegamento fra la pornografia e il comportamento dei soggetti che ne fanno uso:

Ci sono molti studi, che hanno dimostrato che l’esposizione a contenuti espliciti influenza i comportamenti sessuali.1,2

L’uso regolare e frequente di materiale pornografico è stato correlato con un atteggiamento sessualmente aggressivo.3

Ormai si è reso evidente che l’utilizzo di materiali sessualmente espliciti si accompagna ad un atteggiamento più strumentale ed egoistico nei confronti del sesso.4

l’oggettificazione sessuale legata alla pornografia porta all’espressione di atteggiamenti e comportamenti aggressivi, nei confronti delle donne.5  

Come ci si difende dal rischio di essere usati

È inevitabile che chi si sia formato a porno e visione strumentale dell’erotismo, avrà maggiore predisposizione a esperienze in cui si tiene conto solo della performance, della dimensione edonistica.

È vero, può essere che il desiderio di usare l’altro sia reciproco. Può darsi che si incontrino due egoismi, perfettamente complementari. Due cultori del sesso fine a se stesso. Ma non è sempre così. Cosa accade se, invece, uno dei due non ha questa visione?

Dovremmo dichiararcelo in anticipo? Uno dei due dovrebbe avere l’onestà e chiarezza di dire all’altro: “guarda che tu mi attrai e avrò volentieri un rapporto sessuale con te, ma non mi importa nulla di te come persona. Se il giorno dopo incontro qualcuno che mi attrae quanto te, vado sicuramente con lui/lei. Ci stai? Prendere o lasciare?” o più concisamente e cinicamente: “non mi importa niente di te, voglio solo passare una bella serata”. Come si riconoscono le persone così?

Dovremmo girare tutti con una sorta di bollo sulla patente? Tenere con noi un modulo, con tanto di disclaimer, sulle responsabilità che siamo realmente disposti a prenderci nel rapporto che stiamo per avere? Qualcosa tipo:

Firma solo la prima clausola se siamo entrambi d’accordo che faremo del sesso senza implicazioni di nessun’altra natura.

Non mi pare una conquista.

BIBLIOGRAFIA

1 Coyne, S. M., Ward, L. M., Kroff, S. L., Davis, E. J., Holmgren, H. G., Jensen, A. C., . . . Essig, L. W. (2019). Contributions of mainstream sexual media exposure to sexual attitudes, perceived peer norms, and sexual behavior: A meta-analysis. The Journal of Adolescent Health, 64, 430–436. https://doi.org/10.1016/j.jadohealth.2018.11.016

2 Rodenhizer, K. A. E., & Edwards, K. M. (2019). The impacts of sexual media exposure on adolescent and emerging adults’ dating and sexual violence attitudes and behaviors: A critical review of the literature. Trauma, Violence, & Abuse, 20, 439–452. https://doi.org/10.1177/1524838017717745

3 Wright, P. J., Tokunaga, R. S., & Kraus, A. (2016). A meta-analysis of pornography consumption and actual acts of sexual aggression in general population studies. Journal of Communication, 66, 183–205. https://doi.org/10.1111/jcom.12201

4 Peter, J., & Valkenberg, P. (2010). Processes underlying the effects of adolescents’ use of sexually explicit internet material: The role of perceived realism. Communication Research, 37, 375–399. https://doi.org/10.1177/0093650210362464

5 Y Zhou et al Pornography Use, Two Forms of Dehumanization, and Sexual Aggression: Attitudes vs. BehaviorsJ Sex Marital Ther. 2021;47(6):571-590. doi: 10.1080/0092623X.2021.1923598. Pornography Use, Two Forms of Dehumanization, and Sexual Aggression: Attitudes vs. Behaviors: Journal of Sex & Marital Therapy: Vol 47, No 6 (tandfonline.com)

seguimi sul blog: www.AnnaPorchetti.it.

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu