L’eugenetica è morta?
L’eugenetica è la selezione di individui con le migliori caratteristiche. Ci riporta all’oscuro periodo del nazismo. Alla follia della razza superiore. Aberrazioni che credevamo di aver superato. O no? Non del tutto. L’eugenetica si è rifatta il look. Si è travestita da progresso. Sdoganata dalla scienza infallibile. Quell’idolo a cui la nostra società erige altari, ora che il sacro -quello vero – interessa a pochi. La diagnosi prenatale ha strumenti per identificare gli esseri umani più dotati e selezionarli. E siccome la scienza is the new sacro, nessuno tira più fuori scomode analogie col nazismo. Adesso, la selezione è scientifica e fatta a fin di bene. L’eugenetica non è morta. Anzi, ultimamente sta benone.
Il figlio prodotto e il figlio dono
Quando ero bambina, esisteva un detto: “il sogno del genitore è il figlio dottore”. Ogni famiglia sperava che i figli facessero fortuna. Che si conquistassero un posto prestigioso nella società. All’epoca il figlio dottore era al vertice delle aspirazioni genitoriali. Visto che ancora non esistevano gli youtuber, gli influencer e i trader on line. Eppure, a nessun genitore sarebbe venuto in mente di selezionare un figlio con maggiori qualità intellettive, a scapito di altri figli meno dotati.
Non si pensava a un figlio come a un prodotto, da scegliere con le migliori caratteristiche disponibili. Un oggetto simile a una lavatrice o uno stereo. Al di là di sogni e desideri, il figlio lo accoglievi e lo amavi per quello che era. Persino se andava male a scuola. Il figlio era un dono. E meno male che l’avevi avuto, pensa chi non ne ha, che sofferenza.
Eugenetica pret-a-porter
E voi? Immaginate di aver fatto una fecondazione in vitro. C’è un certo numero di embrioni, tutti figli vostri. Avete disposizione una metodica prenatale per scoprire quale dei figli che aspettate abbia le qualità necessarie a un brillante percorso universitario, cosa fate? Grazie a questo test, potete selezionare solo l’embrione o gli embrioni, che totalizzano il punteggio più alto. E buttare via tutti gli altri.
Se lo fate, investirete anni di sacrifici e spese per tirare su figli destinati ad un avvenire brillante. Ci state, o preferite tenervi i figli così come sono, senza sapere in anticipo quanto saranno intelligenti?
Se non vedete nulla di male nell’idea di una diagnosi prenatale di questo tipo, siete in buona compagnia. Secondo un articolo riportato sul MIT Technology Review, la rivista fondata dal Massachusetts Institute of Technology nel 1899, 4 americani su 10 hanno dichiarato che non sarebbero contrari a un test pre-impianto sui propri embrioni. Questo allo scopo di valutarne le potenzialità intellettive e capire quali dei propri figli avrebbero le caratteristiche per essere ammessi in una università prestigiosa. I dati derivano da una indagine condotta nel 2022, su oltre 7000 adulti americani e pubblicata sulla rivista scientifica Science. https://www.science.org/doi/10.1126/science.ade1083
Ma non è tutto. Secondo la stessa indagine, il 28% degli americani intervistati, ovvero 3 su 10, sarebbe disposto persino a sottoporre i feti dei propri figli a processi di modifica genetica, per migliorarne le performance intellettive, se queste tecniche fossero sicure. https://www.science.org/doi/abs/10.1126/science.ade1083?af=R
Se non è eugenetica questa, le somiglia davvero tanto. Eugenetica pret-a-porter. Pronta all’uso. Presto disponibile nel laboratorio di analisi sotto casa.
La politica del reso
Questa eugenetica formato famiglia, non più un progetto mostruoso, operato dal male, ma esamino facile e veloce che tutti possono fare, ha molti aspetti inquietanti. In primo luogo, l’efficacia di tutta una serie di test sugli embrioni resta dubbia. Non ci sono reali evidenze che gli screening prenatali individuino le caratteristiche desiderate.
La scienza può sbagliare?
Questo vuol dire che un genitore pensa di aver selezionato l’embrione più promettente.
Invece ooops, ci scusi, abbiamo sbagliato, il test era attendibile nel 95% dei casi e ci pare che suo figlio ricada proprio nel 5% di percentuale di errore. Il figlio lei lo sognava genio, invece è normodotato, non gli piace la geometria e in seconda liceo lo rimanderanno in latino.
Con un prodotto, ci avvarremo della clausola di reso. Ma un figlio? Lo possiamo rendere, se le sue caratteristiche non sono conformi a quelle che avevamo ordinato? Per quanto lo copre la garanzia?
E’ davvero possibile che la scienza sbagli? Pare di sì. La scienza sbaglia eccome. L’infallibilità è un attributo del divino. Ma la scienza è umana. Completamente umana.
Nel 2022, la rivista Nature ha pubblicato un articolo di alcuni esperti embriologi di otto paesi europei, membri della Società Europea di Genetica Umana. Nell’articolo, questi studiosi hanno definito i test poligenetici nei test genetici pre-impianto una pratica né etica né di efficacia scientificamente provata.
L’articolo lo trovate qui: https://www.nature.com/articles/s41431-021-01000-x
La politica dello scarto
Se, per far spazio a questo unico figlio superdotato abbiamo buttato via altri embrioni? Noi pensavamo di aver fatto l’affare della vita. Abbiamo puntato su un unico cavallo di razza. Coi ronzini rimanenti, il macellaio ci ha fatto salsicce. Ma se il puro sangue nasce con le zampe deformi, a cosa è valso sacrificare tutti gli altri? Abbiamo scelto e scartato, sulla base di criteri del tutto arbitrari. Abbiamo scartato i nostri figli.
Tutta la potenza diventa atto?
Ammettiamo pure che il test sia affidabilissimo. E, senza alcun margine di errore, predica quale sarà il figlio più intelligente. Se il pargolo nasce con un ricco corredo di qualità, predisposizioni e talenti, riuscirà con certezza a realizzare il suo prezioso potenziale?
E se il ragazzo fosse pigro?
E se a vent’anni mollasse tutto e si mettesse a girare per l’Europa col sacco a pelo?
Se emigrasse in India, alla ricerca di sé stesso?
Se diventasse un punk abbestia, che preferisce vivere ai margini della società, perché il mondo gli fa schifo?
Chi si assicura che una giovane promessa diventi un adulto di successo? Quante persone brillanti si sono perse per strada? O hanno scelto di seguire altre priorità? A che serve selezionare e scegliere i figli, se non tutta la potenza diventa automaticamente atto?
La pietra scartata
E sei figli scartati perché non abbastanza intelligenti, fossero eccellenti in altri campi? Magari avrebbero mostrato un’attitudine artistica, la bravura negli sport o un talento musicale. Se solo fossero venuti al mondo. Se i loro genitori si fossero fidati del vero Creatore. Invece di sentirsi creatori essi stessi.
Facciamo una ipotesi ancora più estrema. Immaginiamo che nostro figlio non abbia nessuna caratteristica speciale. Che sia una persona normale. Quante persone assolutamente normali si sono distinte per imprese grandiose? Quanti uomini e donne, grazie all’impegno, alla forza di volontà, alla passione, hanno raggiunto risultati straordinari? Risultati anche migliori di chi, in partenza, sembrava più dotato?
Quanti uomini e donne meravigliosi e assolutamente normali ci saremmo persi, se i loro genitori avessero potuto sottoporli a uno screening prenatale e li avessero scartati, per la loro normalità? Se li avessero scartati, inseguendo un mito di eugenetica “buona” e funzionale?
Lo insegna il vangelo di Marco: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Quello che è mediocre, secondo il nostro metro umano, può compiere opere grandiose, per volontà di Dio.
L’eugenetica non è una scienza esatta
Per tutti questi motivi, l’eugenetica non è una scienza esatta. Selezionare una razza superiore è solo una pericolosa utopia. Non c’è test genetico che, a partire da un embrione, misuri la motivazione, la determinazione, la personalità, la tensione al risultato che un essere umano sviluppa in tutto un percorso di vita. Una vita in cui riceve stimoli dei più diversi. Senza che il suo patrimonio genetico c’entri nulla. Semplicemente perché, come diceva una canzone di tanti anni fa, quello che sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo?
Per fortuna, un essere umano è il risultato di molti fattori. Le predisposizioni e i talenti naturali sono solo parte di ciò che determina la sua riuscita. E forse nemmeno i più importanti.
L’arroganza dell’eugenetica
Il problema con l’eugenetica, è che rende l’uomo arrogante. Gli dà il potere di scegliere, lui che non sa nulla, chi possa nascere e chi no. Una scelta che spetterebbe solo a Dio, che invece sa tutto. Quando si maneggia la vita sconsideratamente, non ne viene nulla di buono. Il rapporto genitori figli non è un contratto. I figli non sono tenuti a raggiungere una certa performance, per essere amati. I genitori non hanno il diritto di fissare degli standard nella vita dei figli. I figli non sono oggetti. Vanno amati gratuitamente e incondizionatamente. Non messi al mondo per lusingare l’orgoglio dei genitori.
I genitori ti amano gratis
L’essenza del rapporto fra i genitori e i figlio è proprio la sua gratuità. L’idea di scegliersi il figlio migliore, distrugge il valore dell’essere genitori: donare la vita ai figli, perché ne facciano quello che possono e vogliono. Senza alcun obbligo verso chi li ha messi al mondo.
Si tratta dell’unico amore nella vita terrena, che non vada meritato. Per definizione non pone condizioni, è viscerale, istintivo, tenace. Se trasformiamo questo rapporto nella compravendita di un prodotto-figlio, che soddisfi le aspettative, priviamo il figlio di quell’amore assoluto e totale. Un amore che fa sentire ogni essere umano una persona di valore immenso. Indipendentemente dalla persona che è.
Dio non fa selezione
L’amore dei genitori è un riflesso dell’amore di Dio. Lui mai si è preoccupato di fare selezione. Al contrario, ci lascia sempre liberi, anche di sbagliare. Senza per questo amarci meno. Quando gli uomini vengono presi dal delirio di onnipotenza, non assomigliano a Dio. Diventano solo ancora più meschini.
Come genitori, non abbiamo alcuna garanzia che i nostri figli eccellano in qualunque campo. Per fortuna.
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