Come nacque il waterproof
In principio, i cosmetici non erano waterproof. Se ne resero conto assai presto gli sceneggiatori di Hollywood. Appena Esther Williams, campionessa olimpica di nuoto e attrice, girò le sue prime scene in piscina. Fu subito chiaro che i cosmetici con cui era truccata, peraltro di ottima marca, non reggevano l’acqua. Erano gli anni cinquanta. Le grandi marche cosmetiche avevano già una certa notorietà e un folto seguito di acquirenti. Tuttavia, come ogni donna comune aveva avuto modo di sperimentare almeno una volta, la possibilità che il trucco resistesse all’acqua, non era prevista.
La bella Esther non riemergeva dai flutti come una venere acquatica dall’aspetto ineccepibile. In realtà era inguardabile. Il trucco si scioglieva miseramente e sul suo viso rimanevano solo antiestetiche chiazze di colore. Per fare in modo che affrontasse le scene in piscina, uscendone poi perfettamente truccata, le case produttrici di cosmetici si misero a studiare formule adeguate. Nacque così il cosmetico waterproof.
Cosa significa waterproof
Waterproof, questo nuovo attributo del make-up, significa letteralmente: “a prova d’acqua”. È molto più che “impermeabile”. In realtà, il vantaggio non è che non si bagni. La sua peculiarità è proprio la capacità di resistere intatto all’acqua. Di non farsi lavare via. Fondotinta, correttori, ombretti, rossetti, ma anche mascara waterproof non si alterano a contatto con l’acqua. Rimangono perfettamente fissati e omogenei. Una intuizione nata per esigenze di copione cinematografico, che si rivelò geniale. Milioni di donne furono in grado di affrontare crisi di pianto, sudate epocali, passeggiate sotto la pioggia torrenziale, senza preoccuparsi del loro trucco. Emotivamente sconvolte, fisicamente affannate, colpite dalle avverse condizioni atmosferiche, ma perfettamente truccate.
Inutile cercare di spiegarlo a un uomo. Parlo per esperienza. Un maschio non capirebbe. Ma noi donne sì, noi questo lo sappiamo bene. Perché già essere devastate dal pianto, dal caldo o dall’acquazzone è una seccatura. Almeno vogliamo la consolazione di non avere l’aspetto di un panda, per il mascara sbavato. O la faccia macchiata, perché il trucco è colato.
Resistere sempre
Essere sempre in ordine e perfettamente truccate, in situazioni straordinarie, poteva sembrare una esigenza per poche. Una caratteristica di nicchia, irrilevante nell’economia della vita della gente comune. Invece, sin dalla sua comparsa, oltre sessant’anni fa, il trucco waterproof è stato un enorme successo. Tutt’oggi fa vendite da capogiro. È indubbio che essere waterproof sia una caratteristica estremamente apprezzata, per qualunque cosmetico. Non una moda passeggera. Per noi è una sicurezza.
Metti che…? Metti che vado a vedere un film commovente... metti che mi viene una crisi di nervi… metti che in treno l’aria condizionata sia guasta (e siamo a luglio), metti che la nuvoletta di Fantozzi mi annaffi. Magari tutto questo non succede. Ma, metti pure che succeda, no problem. Avevo messo un make-up waterproof. È possibile trasportare questa idea di estrema resistenza ad altri ambiti? È possibile immaginare un matrimonio waterproof. Ovvero a prova di imprevisti disastrosi?
Il matrimonio waterproof
Lo sappiamo, il matrimonio oggi è terribilmente svalutato. Molti nemmeno più si sposano. Altri spesso si giurano amore eterno, finché dura. Appena difficoltà e problemi si abbattono sulla coppia, l’unione coniugale – se c’era – va in crisi e talvolta si dissolve. Come il trucco di Esther Williams. In alcuni casi, ci sono mogli che hanno make up più tenaci e durevoli del loro matrimonio. Eppure, nel corso di una intera vita insieme, è normale che si sperimentino problemi, difficoltà, incomprensioni. Se il matrimonio non è in grado di superarli, che garanzie dà di durare davvero per tutta la vita?
È possibile costruire un matrimonio, che resista agli stimoli esterni distruttivi che si abbattono su di esso? Si può immaginare di vivere un matrimonio waterproof? E se la risposa è sì, come si fa?
L’amore al tempo delle avversità
Quando un problema si abbatte sulla coppia, o su uno solo dei due sposi, il matrimonio può soffrirne. La persona in difficoltà fa fatica a relazionarsi con l’altro. Da parte sua, sente di non riceve sufficiente sostegno dal coniuge. Si crea crescente distanza fra i due. Nella coppia si insinuano risentimento, delusione, amarezza. I problemi sono il vero banco di prova del matrimonio. Perché, ad andare d’accordo quando va tutto bene, sono bravi tutti, o no? Come si fa a rendere la propria unione waterproof? Come si fa a impermeabilizzare la propria storia d’amore dalle sollecitazioni esterne, quando inevitabilmente arrivano?
Il matrimonio è un’alleanza
Un uomo e una donna che decidono di sposarsi formano un’alleanza per tutta la vita. Di questo non sempre si parla a sufficienza. Siamo convinti che il matrimonio si fondi sull’amore, sui sentimenti e questo sicuramente è vero. Però un matrimonio non può essere saldo, senza la solidarietà fra gli sposi. Ciò significa stare dalla parte dell’altro, sostenerlo. Sostenere la persona amata non vuol dire accettare in modo acritico i suoi errori e le sue debolezze. Si può essere solidali col proprio marito (o con la propria moglie) anche se non si condivide completamente la sua opinione, le sue decisioni, il suo atteggiamento.
La solidarietà significa soprattutto: ti voglio bene e per te ci sarò sempre. Non ti volterò le spalle, nemmeno se ti vedo sbagliare. Te lo dirò, per il tuo bene e in modo molto gentile. Non mi metterò mai contro di te. Né starò mai dalla parte di chi è contro di te.
Questa forma di alleanza si basa sulla fiducia e sulla stima per il consorte, al di là della situazione contingente, del problema specifico, del fatto che abbia torto o ragione. L’aspetto dell’alleanza, in un matrimonio, è fondamentale. L’attrazione può venir meno, la passione e l’innamoramento possono attenuarsi e non necessariamente il matrimonio si incrina. Invece, un matrimonio in cui venga meno la lealtà, rischia di essere compromesso. Per scongiurare il rischio che qualcosa o qualcuno si insinui fra marito e moglie, è necessario coltivare questa forma di unità della coppia. E serve farlo con tutte le proprie forze. Più tenace è la solidarietà fra gli sposi e più è probabile che trovino il modo di sostenersi e incoraggiarsi l’un l’altro nelle crisi.
Un carne sola
Il fattore che impermeabilizza il matrimonio e lo preserva dall’emozionalità della vita, dai temporali e dalle sudate esistenziali è proprio questa forma di lealtà amorevole. È una ennesima declinazione dell’idea di diventare una cosa sola. Lo ha detto Gesù stesso, che marito e moglie sono una sola carne. Questa unità non può andare contro sé stessa. Non può farsi smembrare dalle cose del mondo. E’ chiamata a mantenere la sua integrità. Unità di un cuor solo e un’anima sola, come dice la Familiaris consortio. Però, per noialtre anime semplici, rende bene anche l’espressione matrimonio waterproof.
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