Il significato della Quaresima: digiuno e penitenza (riflessione di Don Filippo Cotroneo)
La quaresima è quel “forte” tempo liturgico che ci invita, attraverso la ‘penitenza’ e il ‘digiuno’, a fermarci dalla vita frenetica di ogni giorno, che ci fa sfuggire il vero senso di essa, per attuare un passaggio dall’ esteriore all’ interiore. Potremo quindi percorrere il nostro cammino verso la Pasqua, -passione, morte e risurrezione di Gesù. Essere in lui rinnovati e restituiti ad una vita qualitativamente migliore.
In questo itinerario, non devono spaventarci la penitenza e il digiuno, che in definitiva sono poca cosa, rispetto alla gioia che viene dopo. Essi servono per liberarci dalle “tossine” materiali e farci avvicinare a Dio che è Padre, perché, -dobbiamo riconoscerlo-, lo abbiamo messo da parte nel nostro vivere quotidiano.
Gesti di amore
Quand’eravamo bambini e chiedevamo qualcosa alle nostre mamme, soprattutto in tempo di Quaresima, esse ci rispondevano: “fai un fioretto a S. Francesco”. Ovvero, fai un gesto d’amore. Noi, pronti ad obbedire e senza saperlo, facevamo la penitenza. Piccola cosa la penitenza che passa attraverso l’obbedienza al genitore. Se poi viene fatta come ‘rinuncia’ a qualcosa per amore verso Colui che ci ha gratuitamente donato la vita, allora diventa un gesto importante. E viene ripagato con il centuplo.
Vivere i Sacramenti
La Quaresima ha anche una dimensione battesimale. In quanto battezzati, siamo chiamati a rivivere e approfondire le tappe mai compiutamente assimilate e vissute del nostro cammino di fede. Ci sarebbe tanto da dire su come “viviamo” i sacramenti ricevuti.
Se pensiamo alla cenere che riceveremo come “segno” penitenziale, quanti di noi credono veramente alle parole che l’accompagnano? “Convertiti e credi nel Vangelo. Oppure: Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai”.
Fermiamoci un attimo. Ripensiamo queste parole e incarniamole nella nostra vita. Sono esse che ci fanno vivere meglio il rapporto con gli altri. Il “convertiti” non è solo nei confronti di Dio. Anzi, a Dio non aggiungiamo niente che lui non abbia già, ma si trasforma sempre in vantaggio per noi, anche nei confronti dei nostri simili, (pensate a quanti litigi familiari o sul posto di lavoro).
Il digiuno delle parole
Pensate al “digiuno” di parole, che dovremmo imparare a mettere in atto. Quante parole insensate, quante offese e litigi attraverso loro… oggi è più facile saltare un pranzo che fare digiuno di parole; la Quaresima, per chi crede, è anche questo: “il vostro parlare sia si si, no no, il di più viene dl maligno” (Mt, 33-37).
La penitenza è una forma di amore
Ma la quaresima è anche Amore. Quanta penitenza e quanto digiuno facciamo per amore in famiglia, fra genitori tra di loro, fra genitori e figli. Voglio comprarmi una maglietta, ma rinuncio per comprare un paio di scarpe a mio figlio piccolo. E’ una rinuncia per amore. Preferisco non rispondere a mio marito/moglie per non continuare la lite. Rinuncio a rispondere per amore. Se facciamo penitenza, facciamo un bene a noi stessi. Pensate se lo facciamo per amore di Dio!
Penitenza e digiuno non davanti agli uomini, ma davanti a Dio
Se diamo uno sguardo alle letture del giorno, esse invitano alla conversione e all’interiorità. Attraverso il profeta Gioele, il Signore ci dice: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, pianti e lamenti”. Laceratevi il cuore e non le vesti. Come per dire: imparate a vivere interiormente e non per l’apparire esteriore. Come quando fate l’elemosina. “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere ammirati da loro (Mt, 6,1). Anche qui, dobbiamo riconoscere, se siamo onesti e sinceri, che abbiamo abbandonato Dio, la sua strada di salvezza, perché cosa poi? Non facciamo altro che sentire ripetere che “si sono persi i valori”. Siamo sicuri? O si è perso l’uomo andando dietro al niente? Eppure avevamo il Tutto! Come un buon genitore. Lui ci esortava alla pazienza, alla misericordia, alla benevolenza, alla pace, ecc.
Ma noi abbiamo accolto, e continuiamo ad accogliere, la brutta bestia che incita alla ribellione e che ci avvolge con la sua ombra, incatenandoci per sempre a lui.
Con la Pasqua di Resurrezione, Gesù Cristo ha spezzato per noi queste catene. Alziamo il nostro sguardo in alto e riprendiamo il nostro cammino verso di lui, nella pace verso tutti. Accompagniamoci nella preghiera reciproca, che scaturisce da un cuore che ama e che sa di essere amato.
Buona Quaresima di conversione giorno per giorno, preludio di vita eterna.
Don Filippo
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