La tua borsa parla di te.
Sai che la tua borsa racconta chi sei? Inutile spendere svariate decine di euro a seduta per andare da un psicologo. Intendiamoci, non ho nulla contro gli psicologi. Ho anche amici psicologi. Ma, se sei una donna fra i 35 e i 50, non hai bisogno di loro, per sapere chi sei. Io te lo posso dire non in venti sedute a sessanta euro l’una, ma in pochi minuti. Per di più gratis. Basta guardare la borsa con cui vai in giro. Credimi, la borsa dice molto di te!
Le minimal
Ci sono le donne minimal. Quelle che hanno borsette microscopiche. Grandi appena quanto un portafogli, ma munite di tracolla. Queste donne sono la quintessenza della sobrietà. Sono coloro che si portano dietro l’indispensabile, perché hanno maturato la convinzione di avere davvero necessità di pochissime cose. Le altre, al bisogno, le compreranno.
Spesso per loro la borsa è poco più di una tasca, in cui mettere quello a cui non si può proprio rinunciare: le chiavi, un cellulare modello mignon, le carte di credito (le minimal usano pochissimo il contante. Sanno che, se proprio dovesse servirgli, lo preleveranno sul momento). Le donne minimal non temono mai di trovarsi sprovviste di qualcosa di essenziale, perché hanno compattato l’essenziale all’estremo. Sono sicure di sé, dei propri mezzi hanno quella inalienabile certezza che, qualunque cosa accada, loro se la caveranno sempre, nel migliore dei modi.
Le precisine
Ci sono le precisine. Sono donne molto fashion. Nonostante i guru della moda sostengano che non è più necessario, le precisine hanno sempre la borsa coordinata con le scarpe e la cintura. Dispongono di una quantità imbarazzante di borse e scarpe, un po’ come tutte noi. A differenza di altre donne, che sono destabilizzate all’idea di cambiare borsa, più che se dovessero organizzare il trasloco di casa, le precisine amano particolarmente sfoggiare i loro meravigliosi abbinamenti, studiati a tavolino. Loro sono sempre perfette, nessun dettaglio è lasciato al caso, se l’effetto complessivo a voi non piace, preoccupatevi. Probabilmente siete voi a non capirne abbastanza di moda. Non necessariamente le loro borse contengono molti oggetti.
Per le precisine, la borsa è un pretesto per essere sempre perfette. Per questo, le loro borse hanno sempre la dimensione giusta. Ovvero, diventano sempre più piccole, a seconda dell’ora del giorno in cui devono essere usate. Borsa da giorno un po’ più voluminosa, borsetta più piccola per le uscite serali, pochette glitterate e microscopiche per la gran sera. Le precisine non si fanno mai cogliere impreparate. Sono donne insicure, che hanno il desiderio di essere approvate, ammirate, considerate al di sopra di ogni critica. Investono una quantità incredibile di energie, inseguendo una idea di correttezza formale e di immagine e vanno in crisi, quando sospettano di aver sbagliato.
La borsa delle donne professionali
Le professionali sono quelle donne che distinguono con zelo la loro borsa da qualunque altro involucro che contenga oggetti di vario tipo. La loro borsa è un luogo inaccessibile a tutto ciò che non c’entri con i loro effetti personali. Questo tipo di donne non metterebbe mai il computer o l’ipad nella borsetta, e nemmeno un plico di fogli da portarsi a casa dal lavoro. Assolutamente non ci metterebbe la spesa, nemmeno un tubetto di dentifricio o un pezzetto di formaggio.
Piuttosto, tiene nella borsetta dei sacchetti di stoffa, ordinatamente piegati, che le servono per riporre altri oggetti, caso mai ce ne fosse bisogno. Per questo, le professionali non avranno mai le fodere delle borse sporche di olio, di succo di frutta, di passata di pomodori o di marmellata, a differenza delle persone come me, che invece infilano caoticamente tutto in borsa, finché c’è spazio, per poi constatare che alcuni contenitori non hanno tenuto come avrebbero dovuto. Le professioniste sono donne razionali. Riescono a tenere separati, con una disciplina ferrea, gli aspetti ludici da quelli professionali, il dovere dal gusto. Sono talmente organizzate che hanno trovato un posto per ogni cosa e mettono ogni cosa al suo posto.
Le fuori luogo e la loro mono-borsa
Le fuori luogo sono quelle che adottano una borsa a caso, sempre la stessa. La usano tutti i giorni, in ogni momento del giorno, finché la borsa medesima non è da buttare. Per questo motivo, le loro borse non sono mai coordinate con l’outfit, né con l’occasione d’uso. La verità è che le fuori luogo sono pigre, non considerano la borsa un accessorio dell’outfit. Per loro la borsa è solo uno strumento che permette di portarsi in giro quel che serve.
Per questo non badano molto all’estetica delle loro borse, che spesso sono brutte, informi, di tessuti tecnici, di fantasie improbabili, piene di tasche e di aspetto robusto. Le fuori luogo potrebbero tranquillamente sostituirle con delle sporte di tela per la spesa, senza soffrirne esageratamente. Le fuori luogo sono donne a cui non interessa l’aspetto. Sono insensibili alle critiche, non perché siano menefreghiste, ma soprattutto perché hanno chiare le loro priorità e si mantengono fedeli a quelle.
Le zainettatrici
Le zainettatrici sono un po’ delle traditrici della causa. Si tratta di quelle donne che hanno rinunciato alla borsa, in favore dello zaino. Perché lo zaino è comodo, si mette su tutte e due le spalle. È capiente, è profondo, non occupa le mani. Lo zaino è una soluzione talmente pratica, che a un certo punto le sue sostenitrici si fanno prendere la mano. E cominciano a sfoggiare zaini sempre più grandi, sempre meno femminili. Oggetti che sembrano più da urban explorer che da signora a passeggio per la città. Spesso questi mostri informi sono anche di tessuti impermeabili, antimacchia, resistenti agli agenti atmosferici, adatti per l’escursione in montagna come per l’aperitivo in città, quindi, in definitiva, inadatti per ciascuna delle sue occasioni.
Come se non bastasse, danno a chi le possiede sempre quell’aspetto un po’ precario della persona che sta per prendere il treno o l’aereo. Magari per una trasferta di quelle in cui si va e si viene nello stesso giorno, ma c’è bisogno di un po’ di spazio per far posto a generi di conforto. Le zainettatrici sono così pragmatiche che, in un certo senso hanno superato il concetto di borsetta. Se devono portarsi dietro qualcosa, tanto vale scegliere l’involucro più comodo, più spazioso, meno delicato nell’uso. Non ha importanza che si adatti ai dettami della moda, perché in fondo è solo un oggetto utile, non qualcosa che completi il look e debba rispondere a requisiti estetici. Le zainettatrici sono impermeabili alla moda, per loro conta solo il loro gusto.
Le donne sherpa e la loro mega borsa
Da ultime ci sono quelle come me. Simpaticamente dette sherpa. Coloro che temono costantemente di ritrovarsi a corto di qualcosa di essenziale ed essere nell’impossibilità di procurarsela, anche se devono solo prendere un aperitivo a Milano, in centro.
Noialtre, nella nostra mega borsa, ci portiamo sempre un libro (metti che c’è da aspettare e mi annoio), un caricabatteria del cellulare (metti che mi si scarica e non posso chiamare nessuno)? Una power bank (metti che non trovo un interruttore per il carica batteria). Una bottiglietta d’acqua (metti che muoia di sete), una confezione di antidolorifici (metti che mi scoppi il mal di testa) una di cerotti (metti che mi ferisca), una mini trousse per ritoccare il make up (metti che diventi un mostro), un pettine (e se il vento mi scompiglia i capelli)?
Le salviette o il gel per pulire le mani (metti che mi ritrovo nella prateria con le mani sporche?) un rosario (etti che ho dieci minuti per pregare?) un block notes e penna (metti che mi devo prendere un appunto), un deodorante spray (metti che improvvisamente comincio a puzzare), il mini necessaire per cucito (metti che mi si stacca un bottone)? Le mandole (metti che mi viene fame) la barretta proteica (metti che salto il pasto) i cracker (metti che mi viene il calo di zuccheri).
E la lista potrebbe continuare ancora a lungo. Per questo noialtre abbiamo sempre borse enormi e strapiene. Sono così strapiene che a volte, pur di non controllare se abbiamo davvero con noi questa o quella cosa, nel dubbio ne prendiamo un’altra e la infiliamo in borsa, ché non si sa mai. Quando, per una qualche malaugurata ipotesi, decidiamo di svuotarla, facciamo sempre incredibili scoperte.
La conseguenza più spiacevole della nostra abitudine, è che facciamo continuamente sollevamento e spostamento pesi. Per quello abbiamo sempre una tendinite latente, male alle spalle, la schiena incrocchiata. Camminiamo come sherpa, schiacciate dal peso della nostra mega borsa, stipata di molte cose inutili, da cui non riusciamo a separarci. Perché in fondo siamo delle ansiose. Delle maniache del controllo. L’imprevisto ci terrorizza e temiamo di non poterlo affrontare
Chissà se Sigmund Freud oggi scriverebbe un saggio sull’argomento? Qualcosa come: psicopatologia della borsa quotidiana?

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