Il definitivo metodo anti sbrocco

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Campionessa olimpica di sbrocco

Un’amica della posta del cuore mi chiede: ma tu non sbrocchi mai? Io? Avoja se sbrocco. Sbrocco eccome e ho un passato di tenace sbroccatrice. Ci sono stati momenti, nella mia vita matrimoniale, in cui, se lo sbrocco fosse stata specialità olimpica, sarei arrivata sul podio. Ma mica mi sarei limitata a vincere l’oro! No, a me dovevano darmi la medaglia di platino, come minimo. Se fosse esistita.

Perché io non possiedo per nulla quel meraviglioso attribuito di nostro Signore. Quello di cui parla il Salmo 102. “lento all’ira”. Ma chi, io? Direi di no. Altro che lenta all’ira. A me, lo sbrocco parte alla velocità della luce. Ed è per questo – perché sono davvero una esperta in materia – che posso garantire che si tratta di una cosa negativa. Dannosissima per il rapporto di coppia.

Le origini dello sbrocco

Lo so benissimo che, talvolta, lo sbrocco appare quasi inevitabile. Perché tu sei lì, che fai, disfi e ti dai un enorme da fare, e tuo marito non ha ancora capito di che si tratta. Di solito, non è di grande aiuto. Perché gli uomini ci arrivano, certo. Ma coi loro tempi e mezzi. E poi non è che siano sempre d’accordo con noi. Invece, noi mogli, procediamo con la stessa irruenza di un fiume in piena, verso quella che consideriamo l’unica vera direzione percorribile. Se il marito nicchia, rallenta, chiede spiegazioni o confuta, finisce spesso travolto dalla nostra piena.

Ognuno è convinto di avere le sue buone ragioni (anche per sbroccare)

Se lo sbrocco è così pericoloso, ma anche così inevitabile, come si fa? Quello che ho imparato, in questi anni di sbrocchi ed equivoci e comunicazione imperfetta, è che ognuno di noi è sempre convinto di avere ottime ragioni per fare quello che fa. E per non fare altre cose. Noi spesso vediamo solo le nostre ragioni. A noi sembrano le uniche, perfette e assolutamente ragionevoli. E ci è difficile accettare che gli altri abbiano un diverso pensiero, che non siano convinte, che non aderiscano con il nostro stesso entusiasmo alle nostre idee. Anche il più incallito truffatore, in fondo, è convinto di aver truffato per dei validi motivi.

Da Robin Hood in avanti, tutti sappiamo che è sempre possibile trovare un buon motivo, anche nelle azioni palesemente sbagliate. Sì rubare ai ricchi può sembrare un po’ meno che rubare. I ricchi sono poco simpatici a tutti. Poi, che se ne faranno mai di tutte quelle ricchezze, con tutti i bisognosi che ci sono in giro? Peggio per loro, che non sganciano un centesimo. Se lo avessero fatto di loro volontà, il ladro gentiluomo e vendicatore, non sarebbe stato costretto a pensarci lui. Sembra sensato ma invece non lo è, perché rubare è male, anche se si ritiene di avere ottime ragioni per farlo (nessun marito, moglie, ricco o benestante è stato derubato, per la redazione di questo articolo).

Perché prevenire lo sbrocco è meglio che tentare di porvi rimedio

Quindi, anche quando sbrocchiamo, siamo convinte di avere ottime ragioni per farlo, ma così non è. Quando si è molto arrabbiati, si finisce col dire cose brutte che non si pensano affatto. Tuttavia, anche se non sono vere, anche se non le pensiamo realmente, una volta dette, hanno l’effetto di produrre vere sofferenze nelle persone a cui sono rivolte. Non serve a molto scusarsi, quando il danno è fatto.

Non si possono cancellare le sofferenze inflitte all’altro. E’ come tentare di scusarsi, dopo aver rotto un piatto, nulla di quello che possiamo dire lo riporterà ad essere intero (sì, so di cosa parlo. I servizi da 12 della lista nozze sono ormai ridotti a servizi da otto o da nove). Per questo, io consiglio fortemente di apprendere qualche semplice trucco per disinnescare lo sbrocco, prima che sia troppo tardi.

Ciaaaaak! Si gira!

il mio metodo infallibile in questo senso, plasmato e perfezionato in anni e anni di incomprensioni coniugali, si chiama metodo del regista. O, se preferite, metodo Martina Scortese, il metodo di una regista immaginaria insopportabile, vagamente assonante a uno dei più grandi registi dell’epoca moderna.

Non vi serve una sedia di alluminio e tela. Né un ciack, e nemmeno un megafono. Vi serve invece la capacità di osservare la scena – qualunque scena- dall’esterno. Come se non vi riguardasse affatto. Come se il vostro compito fosse unicamente quello di dirigere gli attori che la interpretano. Senza partecipazione emotiva. Nel farlo, vi accorgerete assai presto che tante reazioni che, quando vi trovavate a viverle, sembravano perfettamente giuste e legittime, viste dall’esterno sembrano un tantino eccessive. Oppure ingiuste. Il bello dell’essere registi, è che sei responsabile di come gli attori portano in scena la tua storia, ma non sei al posto loro. Puoi quindi decidere se quello che vedi ti convince, se ti piace, se è quello che riterresti di voler mostrare a un pubblico immaginario. Puoi vedere quello che chi recita non riesce a vedere. Perché tu ne hai adeguato distacco. La parte non è tua. Questa visione dall’esterno aiuta ad essere obiettivi. A capire se la reazione che hai di fronte è sproporzionata, se stai alzando troppo la voce, o se le tue argomentazioni razionali e costruttive stanno lasciando il posto alle tue emozioni e al tuo bisogno di avere comunque l’ultima parola. Uno sbrocco, visto dall’esterno, perde quasi tutto il suo senso. Se ci si riesce a distaccare un attimo da se stessi, dalla propria pancia e dall’idea ferrea di avere indiscutibilmente ragione, ci si accorge dei molti eccessi e delle parole fuori luogo che normalmente non riusciamo a trattenere.

meglio dire Stooop, prima che sia tardi

Per questo motivo io consiglio sempre a tutti si sedersi su quella sedia immaginaria, quella sulla spalliera della quale campeggia la scritta “regista” e di guardare se stessi. E solo dopo, chiedersi se quello che è andato in onda è uno spettacolo sensato, coerente, persino utile. O se invece si è trattato di scene prive di senso, di battute urlate e di reazioni apparentemente fuori contesto. Con un po’ di allenamento, si riesce a urlare “Stooooop” quando la scena sta andando male, senza arrivare alla fine. Così si mette fine a qualcosa che ci creerà difficoltà e che invece, a fermarsi in tempo, si riesce a neutralizzare. Forse non vinceremo l’oscar, forse non ci faranno lasciare le nostre impronte sulla hall of fame, forse nessuno ci inviterà a hollywood, ma almeno il nostro matrimonio sarà mantenuto al sicuro da reazioni incontrollate, da qualche sbrocco di troppo. E già non mi pare poco.

sbrocco

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